giovedì 27 settembre 2012

A carnevale finito

"La Famiglia Cristiana", 20 febbraio 1893 (Dialogo tra Menico e Pippo riguardo il periodo carnevalesco)
Lomaso, 16.
A carnovale finito
Mene. E la comare? Ti ha forse sgridato per l'ora in ritardo di giorni fa?
Pippo. E se anche? Sai bene che ho buone spalle a fin dei conti... ma sta volta l'ho portata via abbastanza liscia. Anzi la trovai di buon umore più del solito.
M. Che abbia fatto anch'essa un po' di carnovale colle sue amiche in barba al compare assente?
P. Nol credo, chè da noi il carnovale ha fatto il suo tempo, a quanto pare. In tutti questi dì, se togli qualche ballata più o meno salata quà e là, mi sembrava di essere in quaresima. Eh sì! il tempo non potea essere più bello del presente.
M. Il carnovale, caro compare, non si misura dal tempo, ma dalla borsa, e sai bene, con questo asciutto prolungato, è pur essa assai ma assai asciutta.
P. Per cui la quaresima giunge in buon punto per noi, chè poco più poco meno la facciamo tutto l'anno.
M. Fa conto. Tolto il dì magro, del resto noi digiuniamo sempre perché ci alziamo da tavola, quando ci sediamo, con buon appetito ancora.
P. A proposito, hai sentita la Pastorale del nostro Principe Vescovo?
M. Bellissima, e commovente in sulla fine. E l'altra pel Giubileo del Papa letta domenica scorsa non era anch'essa bella?
P. Anzi! e già da perdutto si è in movimento per celebrare il triduo ordinato e la festa dei 19; e da voi altri non si fa nulla?
M. Che, da noi altri? E' già da una settimana che i ragazzi preparano la tiaper fare i fuochi in quel giorno, e vedrai che spettacolo nella nostra valle così ben disposta per queste dimostrazioni.
P. Così mi piace. Si vede proprio che noi giudicariesi per Dio e per la Patria ci siamo sempre.
M. Ho sentito ancora che si manderanno a Roma dei telegrammi di felicitazione e di fedeltà, e si impetrerà la benedizione su tutti noi e su tutte le nostre opere.
P. Anche le nostre Cooperative dovrebbero fare altrettanto perché prosperino sempre più e si moltiplichino.
M. Va là, non dubitare; colui che dirige non è mai ultimo in queste cose; son certo che lo farà.
P. Va benissimo; dunque a Domenica; e poi a noi a fare i confronti di chi avrà più bene dimostrato l'amore al Papa.
M. Vedrai che poco su poco giù siamo tutti per questo un cuor solo ed un' anima sola. Addio; e quando ci rivedremo?
P. Alla più lunga lunedì dopo la gran festa. Ciao.
Mene Pippo

1. La tia non è altro che il legno scorticato tratto dalla pianta di pino silvestre particolarmente infiammabile perché ricco di resina. In questo caso, tali legni venivano posizionati su prati scoscesi a formare un' immagine o una scritta a cui veniva dato fuoco durante la sera al calar del buio.



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