Fiavé: gli ultimi anni (1893-1898)


L'articolo che descriveva l'arrivo di don Lorenzo a Fiavé
(La Famiglia Cristiana, 7 giugno 1893, firmato L.)

 Nonostante il trasferimento in terra fiavetana non venne meno l’impegno del prete giudicariese nei settori fondamentali della sua attività. Già nell’ottobre divenne direttore della Cassa rurale di Fiavé, l’unica nata nel 1893. Così scriveva dalle colonne del“Bollettino”: “Anche la Cassa Rurale di Quadra finalmente ha una sua secondogenita ed è quella di Fiavé, di cui già si nominò la direzione, e tra breve sarà regolarmente iscritta nei pubblici registri”. A partire da novembre don Lorenzo visitò varie cooperative tenendovi delle conferenze allo scopo di favorire la nascita di Casse rurali. Fra le iniziative più significative in questo periodo va ricordata l’organizzazione dei primi corsi per magazzinieri di Famiglie cooperative, contabili e direttori di Casse rurali. Nel 1896 diventerà anche presidente della Famiglia cooperativa di Fiavé costituitasi il primo giugno 1895 grazie al suo diretto impulso.
Sempre relativa a questi anni fu la pubblicazione di un volumetto redatto da don Lorenzo dal titolo “La cooperazione Rurale”. Si trattava di uno scritto in forma di dialogo tra il prete giudicariese e i suoi curaziani che riassumeva gli ideali, i dibattiti, gli statuti che avevano permesso la nascita e il concreto successo della cooperazione.
Non venne meno in quel di Fiavé anche il suo interesse verso i più umili. Lo dimostra la passione con cui scrisse gli atti riguardanti la morte dei suoi curaziani annotati sul libro dei defunti su cui compare il suo stesso nome in data 19 aprile 1898. La sottocitata fa riferimento alla morte di una madre e del suo bambino riportata da don Guetti nel luglio 1897:

20 Luglio: Calza Neonato di Fedele e Carolina Zambotti appena nato e battezzato creduto vivente volò al cielo e fu sepolto dopo 36 ore in questo cimitero.
24: Calza Carolina in Zambotti moglie di Fedele, in causa di irregolarità interna e dopo quattro anni che fu curata dal Dr. Schena tornò a partorire et partorì il sopranotato neonato ma infelicemente, che la febbre puerperale la assalse al II giorno e seguita da peritonite e relativa infezione interna, confortata da tutti gli aiuti religiosi, tranquillamente spirò la sera ad ore 7 pom. e fu sepolta addì 26 ad ore 4 pom. lasciandosi il cadavere fuori di chiesa per la troppa avanzata putrefazione. p.Guetti”

Per quanto riguarda il rapido espandersi del movimento cooperativo, don Guetti divenne il presidente della neonata Federazione dopo la rinuncia del presidente del Consiglio provinciale d’agricoltura Massimiliano de Mersi che aveva individuato in don Lorenzo la persona più meritevole per svolgere quel ruolo. Il primo congresso federale si tenne a Trento il 29 gennaio 1896 e fu accolta la proposta del curato giudicariese di rendere quindicinale l’uscita del “Bollettino agrario”.

La Federazione fu voluta non perché fosse un centro qualunque, non per metter su un po’ di burocrazia, ma allo scopo principale di vigilare sull’andamento delle società federate, affinché questo andamento riuscisse sempre bene”.

Ma per don Guetti non mancarono anche le delusioni. In primo luogo la creazione di una Cassa centrale delle Casse rurali fu proposta da don Lorenzo nella seduta del Consiglio Federale del 27 aprile 1897 con il nome di “Banco di San Vigilio”. Si trattava di una società che oltre a promuovere lo sviluppo del credito sociale agricolo prevedeva di concedere “alle Casse rurali a sistema Raiffeisen prestiti e garanzie ed assumere dalle stesse ad interesse fruttifero i loro avanzi di cassa . Il 30 dicembre dello stesso anno si svolse l’assemblea costitutiva e fu eletto come primo presidente il dr. Enrico Conci. Ma la nuova istituzione fu travolta dal nuovo scontro che vedeva opporsi neutri e confessionali. I neutri ritenevano che la gestione delle cooperative fosse aperta a tutti i “galantuomini” mentre i confessionali intendevano restringere tale settore al solo ambito cattolico. Ecco il pensiero del curato di Fiavé a questo proposito:

Dunque, se non per altro, per ragioni metafisiche andiamo adagio a battezzare col nome di cattoliche istituzioni che se andassero a male, come lo possono le umane istituzioni, pregiudicherebbero quella causa di cui vogliono farsi palladini avanzati gli ultimi sopravvenuti. Procuriamo dunque che ci sia la cosa, e pel nome contentiamoci di stare semplici figli d’Eva”.

La polemica, nonostante gli appelli di don Lorenzo, affinché tutte le società si associassero al Banco si protrasse fin dopo la morte del curato di Fiavé. I confessionali avevano costituito il “Comitato trentino diocesano per l’azione cattolica” e si ritirarono polemicamente dal Banco nella sessione del 28 dicembre 1898. Nel 1899 il comitato diocesano contrappose al Banco di san Vigilio la Banca cattolica che entrò in funzione nell’aprile 1899. Lo scontro finale ebbe luogo a Mori nel congresso federale del 26 aprile 1899 con la vittoria del fronte confessionale e l’esclusione dei neutri, di cui a suo tempo il prete giudicariese fece parte, dalla Federazione dei consorzi cooperativi.
Per quanto riguarda l’attività politica don Guetti fu prescelto da un Comitato elettorale cattolico come candidato per il Trentino al consiglio dell’impero di Vienna per la tornata elettorale del 1897 e fu eletto. Il curato di Fiavé dimostrò ancora una volta la sua umiltà in una lettera al vescovo Valussi datata Fiavé 12 marzo 1897 in cui metteva nelle mani del vescovo il suo mandato elettorale e chiedeva, in caso di approvazione, la nomina di un sostituto durante le assenze. Anche la popolazione di Quadra e la Cassa rurale di Quadra vollero congratularsi con il neo eletto deputato:

Il nostro carissimo Don Lorenzo Deputato al Consiglio dell’Impero! Noi felici che accanto dell’ottimo nostro don Giovanni potremo quinc’inanzi avere a Vienna Colui, che per 15 anni procurò indefesso il nostro maggior bene religioso; di lui peritammo le rare doti, il disinteressato suo zelo pel nostro risorgimento anche materiale”.

Il 27 marzo 1897 partì per Vienna ma l’esperienza fu tutt’altro che positiva in un Parlamento diviso dai contrasti tra le varie nazionalità dell’impero e più volte chiuso per disordini.

oh, il parlamentarismo come venne ridotto ora qui in Austria con le lotte nazionali ad oltranza, è ben la triste scena”.

Don Guetti venne a far parte del “club italiano” con i suoi 19 deputati. Importante, ma senza risposta, risultò la sua interpellanza riguardante la bachicoltura che riportò su “La Voce Cattolica” del 9 giugno 1897. Eccone uno dei passaggi più significativi:

Quello che occorre urgentemente alla popolazione del Trentino ed al litorale è un pronto ed immediato soccorso, sinché è ancor possibile venire in aiuto ad uno che sta per morire, non essendo ancora dimostrato che il governo abbia la forza di risuscitare i morti”.

(Continua con La morte a Fiavé)

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