domenica 4 dicembre 2011

Quadra 1880: un giuramento da rispettare per don Guetti

Per cominciare la mia serie di interventi vorrei raccontare un aneddoto della vita di don Lorenzo in cui molti, leggendolo, troveranno di che sorridere. L'aneddoto rivela in parte come don Lorenzo in realtà fosse un conservatore dal punto di vista morale e religioso. I suoi grandi successi e innovazioni riguarderanno infatti il campo sociale ed economico. 

“Illustrissimo e reverendissimo signore, 
Tizia su consiglio del confessore fece voto di castità temporanea, cioè voto di non sposarsi, precisamente dalla festa dell’Immacolata Concezione della beata Maria vergine (8 dicembre) dell’anno 1879 fino alla festa della sua Assunzione (15 agosto) dell’anno 1880.Ma, offertale un’insperata occasione di sposarsi, avviò le pratiche matrimoniali e già è stata fatta la prima pubblicazione. Così ora, volendo lecitamente contrarre matrimonio nel corso del mese di luglio, chiese molto umilmente a me, prete Lorenzo Guetti primissario curato, la dispensa dal premesso impedimento. 
Quadra, 12 luglio 1880.”

Con queste parole don Lorenzo scriveva al vescovo chiedendo una dispensa in seguito alla promessa di castità di una ragazza della sua curazia. Un giuramento che doveva appunto durare dalla festa dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria dell’8 dicembre dell’anno 1879 fino alla festa dell’Assunzione dell’anno successivo ovvero il 15 agosto 1880. Il giuramento di castità doveva durare otto mesi ma la ragazza ebbe un’ “insperata occasione” di convolare a nozze. Un mese prima della fine del giuramento era già stata fatta la prima pubblicazione di matrimonio con l’intenzione di celebrarlo durante il mese di luglio. Per questo motivo don Lorenzo aveva scritto al vescovo per ottenere, per conto della ragazza, una dispensa da tale giuramento. L’uso della lingua latina cela probabilmente un espediente usato quando si faceva riferimento a prescrizioni ed argomenti legati alla sfera sessuale.
Una risposta a tale quesito venne redatta al di sotto dello scritto del curato di Quadra direttamente dal vescovo Giovanni Giacomo della Bona che esordiva in questo modo: “la domanda non è appoggiata a motivi che ne giustifichino tanta premura da dover mancare ad una promessa fatta al Signore”. Tuttavia la risposta sottolineava anche il fatto che la promessa “merita di essere rispettata” da chiunque creda che lo status matrimoniale dipenda dalla benedizione di Dio. Una risposta che quindi sminuiva in parte l’importanza della promessa e lasciava alla ragazza la decisione riguardante il suo giuramento di castità. Nell’ultima riga dello scritto il vescovo avvisava il curato di Quadra di avvertire la ragazza secondo il senso della lettera.
Santa Croce, fine ottocento
In seguito allo scritto del vescovo in data 15 luglio 1880, tre giorni dopo la missiva di don Lorenzo, anche l’Ordinariato di Trento rispondeva in relazione alla faccenda. Tale risposta rifletteva le considerazioni del vescovo. Nella prima parte quindi spiegava che “l’ordinariato desidera ardentemente che la giovane attenda il tempo non molto lontano, in cui avrà termine l’obbligazione gravissima dalla stessa contratta sia col voto di castità, sia con quello di rimanere in istato celibe”. Ciò tuttavia doveva rispettarsi solo se lo spostamento del matrimonio non causasse gravi inconvenienti. Se ciò accadesse o non fosse da consigliare tale spostamento l’Ordinariato autorizzava il curato di Quadra “ad impartirle intra confessionem la domandata dispensa” a condizione tuttavia che la ragazza operasse qualche opera pia in sostituzione al mancato rispetto del voto di castità.







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