martedì 2 ottobre 2012

La strada Riva-Ballino-Tione

"Il Popolo Trentino", 6 dicembre 1888 (Breve resoconto sul progetto della Strada Riva-Ballino-Tione vista la richiesta di aiuto dei rivani per la costruzione di tale opera. Richiesta di don Guetti di risanamento dei debiti e incameramento da parte del governo della strada Sarche-Caffaro). 

Foce del Sarca (1930)
Ponte delle Tre Arche, 3. - Una settimana fa si tenne qui sessione di Rivani e Giudicariesi per tentare un' iniziativa per una strada commerciale Riva-Ballino-Tione. Questi erano gli amori vecchi de' nostri buoni giudicariesi, malamente troncati avanti il 48 dai Rivani d'allora con la brutta frase "gli orsi li aspettiamo alla porta", rifiutando la concorrenza ad una strada progettata dai Giudicariesi in quel tempo da Tione per Ballino a Riva. Ora i non tardi nipoti, pentiti dello sproposito detto, tenterebbero nientemeno di venire a stuzzicare "gli orsi" nelle proprie tane, sperando di trovare un aiuto all'ardua impresa. Movente principale di questa corrente impetuosa a ritroso, che ci viene dal caro Benaco, si è la paura di vedersi, in un non lontano avvenire, scappare il commercio lungo il Chiese, invece che lungo il Sarca, e ciò per il Tramvia che si avvicina a Rocca d'Anfo. Io come io, miope in grado molto elevato, e come tale giudicato dalla commissione medica d'assento anni fa, non ho questa paura, e credo di creder il vero, quando sostengo, che fino a tanto le Giudicarie fanno parte dell'Impero Austro-Ungarico, non avverrà mai che il vapore di una locomotiva qualunque venga ad ottenebrare il limpido cielo della valle alta del Chiese e giammai oltrepassi il forte del Caffaro, e quindi il grosso commercio della legna e del resto, nel distretto di Tione e Stenico, camminerà sempre allo sbocco benacense.
A ciò s'aggiunga ancora la facilità del trasporto ed il buon mercato che si ha sulla via del lago in confronto di qualunque altro, fosse pure quello della ferrovia. Quindi, secondo questa mia intima persuasione, rendo attenti i fratelli Rivani a prendere l'affare con calma ed a non precipitare le cose, se vogliono ottenere alcunché dai Giudicariesi. In primis et antonia lasciamo che la strada dalle Sarche al Caffaro venga incamerata definitivamente dal Governo, onde possiamo avere la speranza, almeno lontana, di sanare grossissimi debiti vecchi che ci crebbero oltre aspettazione come incubo, da 40 anni a questa parte; poscia studiamo il modo di riuscire alla formazione della nuova strada con meno spesa possibile, congiunta alla comodità e brevità della stessa. Intanto per non perder tempo e facilitare con poca spesa il commercio presente, si procuri di tener meno male la strada che esiste presentemente, e aggiungendovi lo sgombro delle nevi al passo del Durone, il quale anche nel cuor dell'inverno con poca spesa, può dare un passaggio brevissimo e non disadatto ai numerosi pedoni che dalle Giudicarie, di qua e di là continuamente trasmigrano. Mi si dice che i delegati di Riva alla sessione del Ponte delle Tre Arche restarono poco soddisfatti del nissun appoggio trovato nei Giudicariesi per la realizzazione delle loro proposte, e, quel che più loro rincrebbe, specialmente in quelli, ne' quali più fidavano. Capisco; è brutto l'urtare in cantonate; ma gli uomini coraggiosi non si spaventano per questo, quando si ha una proposta, che non è utopia, bisogna perseverare nel sostenerla, ed il volere diventerà potere. Adagio sì, ma fermarsi mai. Se vedrò che questo mio scritto toccherà i nervi simpatici dei figli del fiero Benaco, prometto ancora di lasciare le zampe d'orso, e tornare un pacifico valligiano, colla penna in mano, pronto a trattare sull'argomento importante; se mai ciò non avvenisse, sta per non detto, ed amici come prima.
Zambiasi

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