La cooperazione nelle citazioni di don Guetti

“Questo eventuale magazzino consorziale mi avrebbe i colori verdi di bella speranza, perché potrebbe finire in un magazzino cooperativo, e voi sapete quanto buon sangue mi fa questa parola, quando è associata agli interessi agricoli del nostro paese” 
 La Voce Cattolica, 12 maggio 1888

Se tutta la scienza economica consiste in ciò di far molto con poco e con minor tempo, pel contadino la si realizza con questo: di avere i buoni generi necessari alla vita al minor prezzo possibile, e di smerciare i prodotti propri al prezzo più alto che si può” 

"Nasce modesta e senza pretese, ma sembra animata a fare però sul serio quel poco che farà. Auguro sia scintilla di maggiori incendi"
 Bollettino C.P.A., 22 luglio 1892

Due anni fa mi si presentano alcuni miei amici popolani e mi colpiscono a bruciapelo con questa domanda: -Lei signor Curato, ci deve fare un piacere.- Ed è? -Quest’inverno siamo stati in Piemonte; abbiamo visto e provato quanto bene fanno colà i magazzini cooperativi; Lei deve aiutarci a metter su qualche cosa di simile anche qui da noi.- [..] -E la prossima domenica, finite le funzioni della sera, gli amici furono puntualmente in canonica, e la cosa fu combinata [..] Confronti di statuti di qua, consigli e pareri di là, fatto sta che dopo due mesi si aveva abboracciato uno statuto qualunque che veniva preletto ai primi futuri soci. [..] Consultai notai, avvocati, e perfino consiglieri di tribunale, finalmente dopo un anno si poté presentare lo statuto all’approvazione dei soci, e indi chiedere che la prima Società cooperativa di acquisto o smercio di generi di prima e più comune necessità fosse iscritta nei pubblici Registri Consorziali” 

che l’unione si faccia vera, cordiale, senza secondi fini, ma solamente al fine unico di aiutarsi a vicenda tutti per uno ed uno per tutti” 
 La Famiglia Cristiana 1892 

provvedere ai propri soci il necessario alla vita con minor spesa possibile, ed in secondo luogo, smerciare cumulativamente que’ prodotti che non fanno pei soci al prezzo maggiore si possa. Dunque: avere con poco e dare con molto” 
 La Famiglia Cristiana 1892

Anzitutto dirò che quando vedete il vostro Curato, cui tocca insegnare la giustizia e la morale, e che deve sapere a menadito e praticare pel primo, tra gli altri, anche il settimo Comandamento; quando, dico, vedete il vostro Curato impacciarsi in simili affari e spendervi delle lunghe ore dì e notte, potete star certi che la cosa è in regola, che in essa non c’è nulla che possa urtare la moralità o la giustizia, e quindi che tali istituzioni sono non solo lecite, ma giuste, morali, e quindi utili” 
 La cooperazione rurale p. 6, 1893 

Veramente l’autore ne fu il Raiffeisen, che da oltre 40 anni le introdusse nei suoi paesi lungo il Reno; ma esse sono divenute italianissime già da alcuni anni. Vedete? Nella sola provincia di Treviso se ne fondarono in soli due anni quasi duecento! Di più, a Treviso p.e., per favorire le numerose Casse Rurali di quella Provincia, fu instituita appositamente una Banca centrale, ed un'altra se ne sta istituendo anche a Padova
 La cooperazione rurale p. 6, 1893

La vita sicura, prospera, fiorente di una Cassa rurale dipende in modo speciale dal ben conoscersi tra soci, dal ben conoscere la loro onestà, il credito che hanno, le garanzie che possono dare, e l’uso che fanno dei danari che prendono ad imprestito
 La cooperazione rurale p. 8, 1893 

E come me ve ne sono moltissimi, se non tutti, tra il nostro clero, e s’io mi sono messo prima degli altri, fu un mero accidente, e meriti non ne trovo tanti per questo, e non ne aspetto neppur il guiderdone a questo mondo; lo spero però da Domine Iddio” 
 La cooperazione rurale p. 12, 1893 

Se il socio se la prende con indifferenza, viene alla sessione come qualcuno giunge al fumo delle candele della S. Messa, allora c’è poco da sperare da simili soci e da simili unioni. Dunque all’ora precisa ogni socio deve essere presente; e se fosse impedito legittimamente, deve fare recapitare alla Direzione la sua mancanza giustificata” 
 La cooperazione rurale p. 20, 1893 

Nelle nostre società non siamo sotto una direzione che fa alto e basso a suo capriccio ad uso dei vecchi Czar delle Russie, ma siamo in piena corrente costituzionale, anzi meglio, in piena democrazia; ossia la sola volontà, che tutto dirige ed opera, è quella dei soci, segnata nello statuto e nelle delibere dell’assemblea” 
 La cooperazione rurale p. 25, 1893

"Quando voi siete uniti in una società, v'arricorda, che siete non più voi soli, ma tanti fratelli d'una stessa famiglia, che voi non lavorate più per solo vostro conto od utile, ma per conto di tutti, pel bene sociale. Ancora; voi dovete bene imprimervi nella mente che la sola opera vostra non è sufficiente allo scopo comune, ma che è pur necessaria l'opera anche degli altri, che l'opera vostra stessa per essere proficua deve accordarsi con quella che viene altrove".

"Dunque nè pusillanimi, nè indolenti, nè, peggio che peggio, egoisti o superbi. Se i primi rallentano tante volte il corso del bene pubblico, i secondi ne sono la rovina addirittura. La base perciò vera e sola, ossia il vero fondamento per qualunque siasi unione, è e sarà una giusta stima dì sè, che è sorella genuina della cristiana umiltà".

"In tutto poi il vostro pensare, trattare e fare non vi fermate mai al vostro personale vantaggio od interesse, ma il tutto dirigete al vantaggio comune. Nelle vostre fabbriche sociali l'io non deve mai farsi vedere, è sempre il noi quello che deve dare il lucido al cemento, e che deve spiccare ovunque si guardi nell'edificio".
Almanacco Agrario pel 1895

"Il materiale buono ci deve venire dal complesso dei nostri soci. Non qualunque persona che ci si presenta subito innanzi ha in sé il buon elemento di essere buon socio. Anzitutto dovete attendere se mai a bella prima vi sia dato di vedervi qualche marciume o proclività a qualche tarlo, in modo, che appena lo avete scelto, doveste poscia scartarlo. Risparmiatevi tosto tale briga poco gradevole, e rifiutatelo fin da principio. Questa operazione tante volte riesce rincrescevole sia dal lato dell'amicizia, e più della parentella o di qualsiasi altro movente privato; non a questi criteri si deve guardare, ma è al complesso dell’edificio sociale cui bisogna attendere, e di fronte a questo deve cedere tutto, e private amicizie e nipotismi e parentele e qualsiasi intenzione di privato vantaggio".

"Chi sa difendere il suo nei giusti limiti della giustizia, chi sa rispettare con tutto lo scrupolo quello che è degli altri; deve avere sempre la porta aperta nelle nostre associazioni. Non importa a noi sia esso ricco o povero, nobile o plebeo, artiere o contadino, possessore o manente, padrone od operaio; a noi interessa che, chiunque esso sia, entrando nelle nostre società, vi porti il credito e non già la diffidenza, vi porti la certezza del buon nome, non il dubbio di incerta fama".

"Le nostre società saranno fiorenti, avranno credito, non già per la quantità dei soci, ma per la loro qualità. Tanti soci e di ogni colore e fama porteranno la confusione, l'arenamento, la babilonia, il patratrach; pochi invece e bene scelti saranno come i pochi scelti da Gedeone che condurranno a sicuro trionfo ed a finale vittoria le nostre associazioni".

"Dunque pochi ma buoni; pochi ma bene intenzionati, pochi ma galantuomini a tutta prova devono essere i soci delle nostre unioni. Queste saranno quelle pietre che faran durare l'edificio anni ed anni, questo quel materiale bene scelto che unito dal cemento buono e posato sul vero fondamento renderà solide per un lontano futuro le nostre rurali associazioni".

"E se ora nel nostro paese esistono già 50 Casse rurali e 120 Famiglie Cooperative, voi lo dovete all'esempio dato in Santa Croce col primo Consorzio Cooperativo, a Quadra colla prima Cassa rurale, ma se queste due scintille furono capaci di abbruciare, si fu sull'acciarino del nostro Consorzio ch'esse scoppiarono, si fu dallo spirito d'abnegazione e di iniziativa delle persone, che dirigevano allora il nostro Consorzio se tutto questo ebbe principio di avviamento
 Bollettino C.P.A. 1898

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