lunedì 25 agosto 2014

Agitur de polenta

La Voce Cattolica, 12 maggio 1888, supp. n. 56

 Agitur de polenta.
Ponte delle Arche 5 Maggio
Ei fu!…. cioè pur troppo c’è anche al presente il bisogno urgentissimo di venire al soccorso di questa misera tra le misere valli trentine, specialmente colla provvista di grano per polenta, come già ve lo diceva Rustico nell’ ultima sua. Il bisogno fu riconosciuto urgente e grande anche dalla provvida nostra ecc. Giunta Provinciale, la quale stanziava a questo distretto f. 700 per la compra di tanto granoturco per cederlo sotto il costo ai contadini bisognosi.
Ora la delegazione consorziale, chiamata addì 17 del p. m. a concretare il modo più efficace per fare la distribuzione del grano da comperarsi con detto sussidio, venne, dopo due ore di forte e calorosa discussione, alla presente conclusione: (maggioranza).
“Che il Consorzio col sussidio elargito comperi tanto grano turco e, fattane esclusione dei poveri sussidiati dal Comune e Congregazione di Carità, venga distribuito gratis, a mezzo dei Curatori d’ anime, agli agricoltori più bisognosi, serbando per base di divisione pei singoli paesi e comuni il
medio tra il numero della popolazione e l’estimo censuario, escluso l’estimo della proprietà comunale.”
Questa fu la conclusione della maggioranza della delegazione consorziale, scartando con ciò la proposta della minoranza che era del seg. tenore:
“Voglia il Consorzio col denaro elargito comperare una rispettiva quantità di grano da cedersi agli agricoltori bisognosi a 10 soldi almeno sotto il costo, facendo deposito al Ponte delle Arche, colla distribuzione in giorni fissi e resi noti alla popolazione mediante regolare avviso e dietro cedola rilasciata ai compratori dai rispettivi delegati consorziali.“
Questa proposta, alla quale aderiva a priori la Presidenza e che era pure nei desiderii della ecc. Giunta, veniva battuta e fatta cadere per questi motivi :
1. Il Consorzio avrebbe dovuto assumere gravosissime e lunghe brighe e per la compera e molto più per le ripetute vendite del grano comperato.
2. La gran maggioranza di contadini trovandosi ora sprovvista affatto di danaro, non potrebbe comperare a contanti il grano a buon mercato venduto dal Consorzio, e dovrebbe continuare a provvederlo a credenza presso i soliti mercanti.
3. Ammesso anche che qualcuno avesse a provvederne, era facile il caso che, cessata l’azione di soccorso per parte del Consorzio, i clienti disertori fossero poi dai rispettivi negozianti trattati peggiormente in avvenire, e forse impietriti, se eventualmente avessero qualche conto aperto presso di loro.
4. L’importo essere molto insufficiente al proposito e che l’azione d’ajuto sarebbe stata una meteora passeggera da non contentare nissuno, disgustare moltissimi ecc.
Eliminata questa proposta, come dissi, venne accolta a maggioranza la prima.
Ma anche questa all’atto pratico, trova non leggeri incagli. Il maggiore si è quello che quasi tutti i curatori d’anime non vogliono accettare il delicato incarico di distribuire il grano che verrà assegnato loro, perché primieramente è una pochezza a sì grande bisogno, e secondariamente per la difficoltà di scegliere tra i bisognosi i più bisognosi.
La Presidenza consorziale si trova ancora quindi tra Scilla e Cariddi, e vedremo come se la caverà. So che la minoranza della delegazione, battuta nella ultima sessione, non stette muta, ma, vista la difficoltà di realizzare la proposta della maggioranza, tornò alla carica con un ricorso alla Presidenza da inoltrarsi eventualmente all’ecc. Giunta, affinché il tema venga nuovamente discusso in sessione plenaria de’ socj e così divenire a proposte meno difficili a realizzarsi.
Per parte mia, dico il vero che vedrei volentieri ancora messa in pratica la proposta della minoranza, che credo assai vantaggiosa pell’interesse indiretto che ne verrebbe agli agricoltori, suscitando così una concorrenza coi mercanti locali di grano. Questo eventuale magazzino consorziale mi avrebbe i colori verdi di bella speranza, perché potrebbe finire in un magazzino cooperativo, e voi sapete quanto buon sangue mi fa questa parola, quando è associata agli interessi agricoli del paese nostro.
Vero che il sussidio è poco per continuare poi l’opera intrapresa, ma intanto mi pare sufficiente per cominciare; di più, vedutine i buoni effetti, la Giunta non lascierà cadere un’opera che le sta a cuore e non mancherà di sussidiarla in avvenire. Ancora, volendo farne una società cooperativa, questa, regolarmente istituita non mancherà di trovare altrove appoggio ed ajuto. E’ poi certo del resto che venendo praticata la proposta della maggioranza, più che una meteora passeggera, sarà un fuoco fatuo che non lascierà neppure alcun segnale della sua comparsa dal lato dell’utilità, mentre ne lascierà numerosi contrari alla carità.
Sarei quindi per suggerire alla Presidenza consorziale di depositare a frutto, per intanto, il sussidio ottenuto presso una cassa di risparmio, pronta a levarlo appena sarà ultimata la quistione in parola; con ciò si guadagnerebbe almeno il bollo di quitanza.
Addio. Adelante cum judicio, si puedes !
Rustico giudicariese.


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