Giornale farmaceutico, febbraio 1892, pp. 23-25
“Magazzini cooperativi di consumo e la farmacia
Abbiamo sott’occhio il protocollo dell’Assemblea generale dei soci del Consorzio Cooperativo per acquisto e smercio in S.ta Croce tenutasi il 21 gennaio 1892.
Non ci occuperemo di quelle cose che non entrano nella nostra sfera di attività e perciò, delle tante inesattezze che vi sono contenute sotto molti rapporti, e che in gran parte riteniamo dovute allo stampatore.
Al quarto punto, eventuali proposte, si dice: -La presidenza prelegge una cartolina postale del farmacista e socio Sig. Vero Sartorelli nella quale si protesta pella vendita (sic) che si fa nel magazzino di medicinali ed avverte la Direzione di tosto sospenderla sotto minaccia di sequestro.
Chiedesi all’Assemblea cosa si debba rispondere allo scrivente-.
Abbiamo riportato le precise parole come sono stampate compreso il (sic)
Ci sarebbe forse da dire sul modo di fare la protesta il quale non ci pare il più pratico col mezzo di una cartolina postale.
Né sappiamo come c’entra l’assemblea degli azionisti in questo affare.
Ma dacché venne portato in discussione e si volle anche prendere delle decisioni in proposito ce ne occuperemo noi pure sotto il riguardo legale in virtù dell’obbligo che ci incombe di tutelare gli interessi della Farmacia.
Il M° R° Sig. don Guetti avrebbe osservato che anzitutto non sembra constatata (sic.) la legale ingerenza del farmacista di Lomaso nel circondario di S.Croce, mentre il medico locale ha diritto se lo volesse di tenere un armadio farmaceutico e quindi non vorrebbe che la presente pertrattazione pregiudicasse al diritto in parola.
Il M°R° Don Guetti che appartiene ad una casta la quale è molto tenace nel salvaguardare i suoi diritti, dovrebbe sapere che anche la Farmacia e l’arte salutare ci tengono a mantenere i propri, e come il prete vuole essere egli solo il giudice in affari di religione così dovrebbe riconoscere negli altri un pari trattamento. Sta bene dunque che il medico di Santa Croce abbia diritto se lo volesse di tenere un armadio farmaceutico, ma se il medico non vuole approfittare di questo diritto di tenere l’armadio farmaceutico, vuol dire per questo che un eguale diritto possa competere al magazziniere del Consorzio, oppure al M° R° Don Guetti? sarebbe lo stesso come voler pretendere, Dio ci perdoni il paragone, che quando egli Don Guetti non vuol approfittare del diritto di dire la Messa, possa dirla il farmacista. Del resto noi riteniamo che il nostro collega Sig. Sartorelli era nel pieno suo diritto, e nell’obbligo anzi di denunciare qualunque illecita somministrazione di medicinali al minuto che può venir fatta non solo entro il raggio della sua farmacia, ma ovunque sono in vigore le leggi che regolano i rapporti del commercio e delle Farmacie.
Da parte nostra dunque è appieno constatata non solo, ma anche giustificata la legale ingerenza del Farmacista di Lomaso nel circondario di S.Croce, come la potrebbe essere in qualunque altro circondario ove sono in vigore le disposizioni di legge. Aggiungiamo poi in via subordinata, e per il caso che il medico di S. Croce, ma il medico intendiamoci bene non altri, intendesse approfittare dell’armadio, che vi è una disposizione di legge la quale dispone che i medici e chirurghi autorizzati a tenere farmacia di casa (armadi) ed apparati per il caso di urgente bisogno, debbano ritirarli dai farmacisti soltanto comprovando ciò mediante appositi libretti di fornitura, il tutto confermato dalla sottoscrizione del farmacista. Ci pare che basti per comprovare il diritto del nostro collega di Lomaso di protestare contro la somministrazione di medicine per parte del magazzino di S. Croce.
Per brevità ci dispensiamo dal seguire il M° R° Sig. Don Guetti sulle altre osservazioni fatte nell’adunanza circa al modo che si usa nel somministrare i medicinali.
Per noi si vendano, si somministrino, o si regalino anche, torna lo stesso quando si tratta di medicinali, e non giovano le sottigliezze di ragionamento, quando per disposizione di legge è proibito perfino al medico autorizzato a tenere armadi, di tenere medicamenti se non sono composti e provveduti dai farmacisti. Speriamo dunque di non dover tornare su questo argomento".
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