La Voce Cattolica, 12 maggio 1888, supp. n. 56
Agitur
de polenta.
Ponte
delle Arche 5 Maggio
Ei
fu!…. cioè pur troppo c’è anche al presente il bisogno
urgentissimo di venire al soccorso di questa misera tra le misere
valli trentine, specialmente colla provvista di grano per polenta,
come già ve lo diceva Rustico nell’ ultima sua. Il bisogno fu
riconosciuto urgente e grande anche dalla provvida nostra ecc. Giunta
Provinciale, la quale stanziava a questo distretto f. 700 per la
compra di tanto granoturco per cederlo sotto il costo ai contadini
bisognosi.
Ora
la delegazione consorziale, chiamata addì
17 del p. m. a concretare il modo più efficace per fare la
distribuzione del grano da comperarsi con detto sussidio, venne, dopo
due ore di forte e calorosa discussione, alla presente conclusione:
(maggioranza).
“Che
il Consorzio col sussidio elargito comperi tanto grano turco e,
fattane esclusione
dei poveri sussidiati dal Comune e Congregazione di Carità, venga
distribuito gratis, a mezzo dei Curatori d’ anime, agli agricoltori
più bisognosi, serbando per base di divisione pei singoli paesi e
comuni il
medio tra il numero della popolazione e l’estimo censuario, escluso l’estimo della proprietà comunale.”
medio tra il numero della popolazione e l’estimo censuario, escluso l’estimo della proprietà comunale.”
Questa
fu la conclusione della maggioranza della delegazione consorziale,
scartando con ciò la proposta della minoranza che era del seg.
tenore:
“Voglia
il Consorzio col denaro elargito comperare una rispettiva quantità
di grano da cedersi agli agricoltori bisognosi a 10 soldi almeno
sotto il costo, facendo deposito al Ponte delle Arche, colla
distribuzione in giorni fissi e resi noti alla popolazione mediante
regolare avviso e dietro cedola rilasciata ai compratori dai
rispettivi delegati consorziali.“
Questa
proposta, alla quale aderiva a
priori la Presidenza e che era pure nei desiderii
della ecc. Giunta, veniva battuta e fatta cadere per questi motivi :
1.
Il Consorzio avrebbe dovuto assumere gravosissime e lunghe brighe e
per la compera e molto più per le ripetute vendite del grano
comperato.
2.
La gran maggioranza di contadini trovandosi ora sprovvista affatto di
danaro, non potrebbe comperare a contanti
il grano a buon mercato venduto dal Consorzio, e dovrebbe continuare
a provvederlo a credenza presso i soliti mercanti.
3.
Ammesso anche che qualcuno avesse
a provvederne, era facile il caso che, cessata l’azione di
soccorso per parte del Consorzio, i clienti disertori fossero poi dai
rispettivi negozianti trattati peggiormente in avvenire, e forse
impietriti, se eventualmente avessero qualche conto aperto presso di
loro.
4.
L’importo essere molto insufficiente al proposito e che l’azione
d’ajuto
sarebbe stata una meteora passeggera da non contentare nissuno,
disgustare moltissimi ecc.
Eliminata
questa proposta, come dissi, venne accolta a maggioranza la prima.
Ma
anche questa all’atto pratico, trova non leggeri incagli. Il
maggiore si è quello che quasi tutti i curatori d’anime non
vogliono accettare il delicato incarico di distribuire il grano che
verrà assegnato loro, perché primieramente
è una pochezza a sì grande bisogno, e secondariamente per la
difficoltà di scegliere tra i bisognosi i più bisognosi.
La
Presidenza consorziale si trova ancora quindi tra Scilla e Cariddi, e
vedremo come se la caverà. So che la minoranza della delegazione,
battuta nella ultima sessione, non stette muta, ma, vista la
difficoltà di realizzare la proposta della maggioranza, tornò alla
carica con un ricorso alla Presidenza da inoltrarsi eventualmente
all’ecc. Giunta, affinché il tema venga nuovamente discusso in
sessione plenaria de’ socj e così divenire a proposte meno
difficili a realizzarsi.
Per
parte mia, dico il vero che vedrei volentieri ancora messa in pratica
la proposta della minoranza, che credo assai vantaggiosa
pell’interesse indiretto che ne verrebbe agli agricoltori,
suscitando così una concorrenza
coi mercanti locali di grano. Questo eventuale magazzino consorziale
mi avrebbe i colori verdi di bella speranza, perché potrebbe finire
in un magazzino cooperativo, e voi sapete quanto buon sangue mi fa
questa parola, quando è associata agli interessi agricoli del paese
nostro.
Vero
che il sussidio è poco per continuare poi l’opera intrapresa, ma
intanto mi pare sufficiente per cominciare; di più, vedutine i buoni
effetti, la Giunta non lascierà
cadere un’opera che le sta a cuore e non mancherà di sussidiarla
in avvenire. Ancora, volendo farne una società cooperativa, questa,
regolarmente istituita non mancherà di trovare altrove appoggio ed
ajuto.
E’ poi certo del resto che venendo praticata la proposta della
maggioranza, più che una meteora passeggera, sarà un fuoco fatuo
che non lascierà
neppure alcun segnale della sua comparsa dal lato dell’utilità,
mentre ne lascierà
numerosi contrari alla carità.
Sarei
quindi per suggerire alla Presidenza consorziale di depositare a
frutto, per intanto, il sussidio ottenuto presso una cassa di
risparmio, pronta a levarlo appena sarà ultimata la quistione
in parola; con ciò si guadagnerebbe almeno il bollo di quitanza.
Addio.
Adelante
cum judicio,
si puedes !…
Rustico
giudicariese.
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