"Bollettino C.P.A.", 26 gennaio 1891 (temperature, difesa dal freddo, condizioni emigranti segantini)
S. Croce, 26 gennaio. - S. Vincenzo dalla gran freddura è finalmente arrivato a segnare l'epoca ancora della cessazione dell'orrido freddo di quest'inverno. La temperatura minima del freddo fu nei giorni 16-17-18 gennaio e nelle varie plaghe di questa cara valle il termometro R.ur segnava allora 11 fino a 14 e perfino 19° gradi, cosa inaudita a ricordo anche de' più vecchi. Le conseguenze? Ora non possiamo dirle né in bene né in male. La sanità generale è al solito presentemente, e ciò grazie alla commodità del nostro contadino nel diffendersi dal freddo nelle stalle numerose, e nel star ritirato attorno al focolare domestico, ma non possiamo dire come l'andrà in seguito quando la temperatura permetterà di uscire ai primi lavori della campagna. Avremo degli sbalzi di temperatura forse troppo repentini anche entro la stessa giornata a cagione delle nevi cadute nel vicino Regno, e quindi non sarà mai troppo raccomandato al nostro contadino di guardarsene bene, per non pigliarsi le pleuriti o le polmoniti solite a questa stagione. I nostri poveri segantini scrivono che quest'inverno è terribile sul Bresciano, sul Veneto e più nel Piemonte, e non mancano le vittime pelle intemperie insolite e tutti scrivono che aspettano con ansia il ritorno, e qualcuno anzi anzitempo ritornò già, per non poter continuare il lavoro pel freddo, e pella neve. Che l'avvenire sia dunque più propizio al nostro buon popolo. Addio!
S. Croce, 26 gennaio. - S. Vincenzo dalla gran freddura è finalmente arrivato a segnare l'epoca ancora della cessazione dell'orrido freddo di quest'inverno. La temperatura minima del freddo fu nei giorni 16-17-18 gennaio e nelle varie plaghe di questa cara valle il termometro R.ur segnava allora 11 fino a 14 e perfino 19° gradi, cosa inaudita a ricordo anche de' più vecchi. Le conseguenze? Ora non possiamo dirle né in bene né in male. La sanità generale è al solito presentemente, e ciò grazie alla commodità del nostro contadino nel diffendersi dal freddo nelle stalle numerose, e nel star ritirato attorno al focolare domestico, ma non possiamo dire come l'andrà in seguito quando la temperatura permetterà di uscire ai primi lavori della campagna. Avremo degli sbalzi di temperatura forse troppo repentini anche entro la stessa giornata a cagione delle nevi cadute nel vicino Regno, e quindi non sarà mai troppo raccomandato al nostro contadino di guardarsene bene, per non pigliarsi le pleuriti o le polmoniti solite a questa stagione. I nostri poveri segantini scrivono che quest'inverno è terribile sul Bresciano, sul Veneto e più nel Piemonte, e non mancano le vittime pelle intemperie insolite e tutti scrivono che aspettano con ansia il ritorno, e qualcuno anzi anzitempo ritornò già, per non poter continuare il lavoro pel freddo, e pella neve. Che l'avvenire sia dunque più propizio al nostro buon popolo. Addio!
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