"La Voce Cattolica", 10 gennaio 1884 (Incendio di Duvredo e critica di don Guetti al mancato intervento dei vigili del fuoco del Bleggio con i mezzi necessari ad estinguere il fuoco)
E sempre incendii. - Bleggio, 6 gennaio. Questa mattina ad ore 8 per causa ignota fu preda del fuoco la casa del sig. Speranza e compagni in Druedo, restando salvo il resto del paese perché distante un poco e più basso di posizione. Nissuna vittima umana a lamentarsi e poco il danno nello interno de' fabbricati perché costruito per lo più a volti reali. La popolazione accorse sul luogo pronta e numerosa, ma poco giovò la sua presenza per mancanza quasi totale di attrezzi atti all'estinzione del vorace elemento. - La pompa idraulica comunale riposava tranquilla a S. Croce (era domenica!) ed accanto a lei le secchie di tela pure comunali. - I sedicenti pompieri del luogo pensarono bene di non disturbare né l'una né l'altra. E' la seconda volta che segnalo al pubblico questa inerzia scandalosa. Mi si assicura che ogni anno nei consuntivi comunali figura la spesa dei pompieri e macchina relativa... Si dice che nell'estate passata si fecero delle prove macchinali ben riuscite; e come poi non farsi vedere all'atto pratico? Io che non sono pompiere, ma che dato il caso valgo per uno che si muove, suggerirei alle rappresentanze comunali di quì che addirittura vendano quella loro macchina immobile e cancellino la spesa, se c'è, dei pompieri e proveddano invece buon numero di secchie di tela e di angheri di ferro maneggiabili da una sola persona e tutta questa roba venga in avvenire affidata a gente viva e stabile in paese, fossero anche donne; ne avressimo in occasione d'incendii vantaggio maggiore che dai loro pompieri salariati e dalla loro macchina ormai ridicola. - Dunque - Consules videant.
E sempre incendii. - Bleggio, 6 gennaio. Questa mattina ad ore 8 per causa ignota fu preda del fuoco la casa del sig. Speranza e compagni in Druedo, restando salvo il resto del paese perché distante un poco e più basso di posizione. Nissuna vittima umana a lamentarsi e poco il danno nello interno de' fabbricati perché costruito per lo più a volti reali. La popolazione accorse sul luogo pronta e numerosa, ma poco giovò la sua presenza per mancanza quasi totale di attrezzi atti all'estinzione del vorace elemento. - La pompa idraulica comunale riposava tranquilla a S. Croce (era domenica!) ed accanto a lei le secchie di tela pure comunali. - I sedicenti pompieri del luogo pensarono bene di non disturbare né l'una né l'altra. E' la seconda volta che segnalo al pubblico questa inerzia scandalosa. Mi si assicura che ogni anno nei consuntivi comunali figura la spesa dei pompieri e macchina relativa... Si dice che nell'estate passata si fecero delle prove macchinali ben riuscite; e come poi non farsi vedere all'atto pratico? Io che non sono pompiere, ma che dato il caso valgo per uno che si muove, suggerirei alle rappresentanze comunali di quì che addirittura vendano quella loro macchina immobile e cancellino la spesa, se c'è, dei pompieri e proveddano invece buon numero di secchie di tela e di angheri di ferro maneggiabili da una sola persona e tutta questa roba venga in avvenire affidata a gente viva e stabile in paese, fossero anche donne; ne avressimo in occasione d'incendii vantaggio maggiore che dai loro pompieri salariati e dalla loro macchina ormai ridicola. - Dunque - Consules videant.
Un articolo su "La Voce Cattolica" del 7 ottobre 1882 riguardante un incendio a Balbido |
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