La
dimensione giornalistica costituisce senza dubbio il perno attorno a
cui ruota tutto il progetto politico, sociale e soprattutto etico di
don Guetti. Come scrive Franco de Battaglia tutti gli accenti
della sua tastiera esprimevano una coralità al cui centro vi era l‘uomo, la sua casa e la sua famiglia.1
La
passione verso il giornalismo nacque durante gli anni del Seminario
quando assistette alla nascita del primo vero
giornale cattolico trentino, “La Voce Cattolica” e partecipò
presumibilmente molto da vicino alla sua redazione visto che i
fondatori del giornale erano i suoi stessi insegnanti don Emanuele Bazzanella, don Antonio Brusamolin e don Giuseppe Lange. Figure con cui il
curato di Quadra resterà in contatto per tutta la vita sia a livello
di collaborazioni giornalistiche sia anche nell’attività politica.
Don Bazzanella sarà infatti nel 1897 deputato a Vienna assieme a don
Lorenzo. Furono certamente gli anni in cui don Guetti maturò le sue
idee politiche ma anche il suo stile giornalistico. Quando infatti
don Bazzanella fondò La Voce Cattolica nel 1866 inviò un promemoria
al vescovo Valussi in cui chiariva che uno degli scopi del giornale
era quello di “difendere le aspirazioni nazionali del Trentino e
per opporsi al liberalismo religioso”. Concetti che don Lorenzo
ribadì successivamente più volte nei suoi articoli.
La pubblicistica di don Lorenzo che prosegue dal 1878
fino all’anno della sua morte spazia su varie testate e a un primo
sguardo sembra apparire confusa. Don Guetti scrisse su La voce
cattolica a partire dal 1878 ma poi passò nel 1888 sulle colonne del
“Popolo Trentino” dopo il sovvertimento della linea politica del
giornale e l’esclusione di don Bazzanella dalla direzione. Il
Popolo Trentino, fondato dallo stesso Bazzanella, subì le stesse
sorti della Voce nel marzo 1891 e per questo il curato di Quadra
passò a scrivere su "La Famiglia Cristiana" dove però i suoi articoli
non riguardarono mai temi politici. Si occupò di corrispondenze
giudicariesi, lettere degli emigrati, problemi religiosi ma
soprattutto della nascente cooperazione. L’elezione del marzo 1897
al Consiglio dell’impero di Vienna chiuse la collaborazione con La
Famiglia Cristiana e aprì invece un’ intensissima collaborazione
con La Lega Lombarda, il giornale cattolico milanese, su cui affrontò
i problemi relativi all’autonomia trentina e riferì di cronache
parlamentari austriache. Don Guetti si appoggiò inoltre, dal 1890 al
1898, alle due riviste del Consiglio provinciale d’agricoltura,
L’Almanacco Agrario e il Bollettino, per chiarire il significato
della cooperazione sia dal punto di vista degli ideali che dal punto
di vista tecnico. Dai
molti giornali su cui don Lorenzo scrisse emerge un programma
coerente e unitario e un messaggio sempre in funzione del lettore.
Tuttavia come scrive Franco de Battaglia don Lorenzo scrisse in realtà
per un solo giornale nel Trentino, il giornale dei cattolici
nazionali e degli interpreti di questa corrente ovvero don Emanuele
Bazzanella e don Antonio Brusamolin, i professori che il prete
giudicariese conobbe durante il periodo del seminario. La corrente cattolico nazionale, appoggiata dalla maggior parte del
clero Trentino, aveva i suoi cavalli di battaglia nel problema della
difesa della nazionalità italiana e nella richiesta dell’autonomia
amministrativa per il Trentino il che li avvicinava, dal punto di
vista politico, alla corrente liberale. I giornali che si fecero
sostenitori di questa corrente furono appunto in successione "La Voce
Cattolica" fino al 1887, "il Popolo Trentino" dal 1888 al 1891 e dopo la
chiusura di questo "La Famiglia Cristiana".
Un
paragrafo a parte va aperto sui vari pseudonimi che don Guetti usò
nei suoi articoli per i vari giornali. Rileggendoli attentamente essi
già ci offrono uno spaccato delle idee e del taglio stilistico che
il curato di Quadra voleva usare per quel determinato giornale. Gli
pseudonimi appaiono infatti come una sorta di artifizio messo in
pratica proprio per rafforzare il contenuto stesso dei vari articoli.
Andando a rileggerli in successione emerge la molteplicità di ruoli
in cui don Guetti si vedeva immedesimato: da curato a politico, da
cattolico a montanaro.
L’esempio
forse più emblematico è lo pseudonimo di Don Mentore che don
Lorenzo adottò nei suoi articoli indirizzati all’Almanacco
Agrario. In questo caso, il nome Mentore si rifà all’amico
dell’astuto Ulisse e precettore di suo figlio Telemaco e quindi
agli studi classici coniugati però con il più colloquiale “Don”
quasi a voler esprimere di certo l’importanza degli studi ma anche
l’insensatezza di questi senza un richiamo alla fede. Ma è anche
lo pseudonimo con il quale emerge il suo programma comunicativo.
Infatti nell’Almanacco Agrario espresse la compiutezza del suo
pensiero al di fuori della retorica politica ma anche di quella
“didattica” rivolta ai contadini riguardante in particolare la
cooperazione e la nascita delle casse rurali. Dietro l'uso di determinati pseusonimi si cela anche una sorta di "anonimato storico" che il curato di Quadra voleva mantenere. Solo dopo un'attenta ricerca e analisi dei vari articoli con il medesimo pseudonimo si può giungere a individuare la figura di don Lorenzo come autore di quegli articoli. Talvolta è lo stesso don Guetti che gioca con il lettore avvisandolo riguardo l'uso di un determinato pseudonimo o la cessazione dell'uso di un altro. Ne è un esempio l'articolo a lato riguardante l'uso dello pseudonimo "Toni" e di "L'Areonauta" per il giornale "La Voce Cattolica".
Altro pseudonimo usato è quello di “Renzo”. Numerosi sono inoltre i
riferimenti o le citazioni da "I Promessi Sposi" nei suoi articoli. Qui l’accento dello pseudonimo è posto sulla stessa figura del
Renzo dei Promessi Sposi come uomo che persegue il suo progetto
nonostante le sconfitte mettendosi nelle mani della Provvidenza.
Altri pseudonimi usati sono quelli di “Rusticus” per il "Bollettino del Consiglio provinciale d’agricoltura" e di “Il Montanaro” per "La Famiglia Cristiana" che mettono in risalto sia la
sua umile origine sia l’amore che nutriva verso le sue montagne: "Stando nella mia stanzuccia, dalle finestre godo di spaziare coll'occhio sopra tutto il nostro Trentino. Le classiche cime delle sue montagne mi formano bella corona. A mezzogiornol'Altissimo del Baldo (m. 2070), il Col Santo (m. 2110), il Pasubio (m. 2232) e lo Stivo (m. 2044). A mattina la Cima d'Asta (m. 2844) e la Marmolada (m. 3360). A sera la Cima Tosa (m. 3176), la Presanella (m. 3564), il Caré Alto (m. 3465), ecc."
Per "La Lega Lombarda" adottò quello di
“Tridentino” sia per sottolineare la sua provenienza che per
rivendicare un’identità che a quel tempo molti volevano
cancellare.
Qui di seguito viene presentata la lista degli pseudonimi conosciuti abbinata ai vari giornali:
"La Famiglia cristiana": Renzo, R., S., Menico-Pippo, Montanaro, plg., X.R., Cronista, X., P., A. R.
"La Voce Cattolica": Renzo, Toni, R., Rustico, Rustico Giudicariese, L'areonauta, Vostro R., Antonio Rivolta, Uno della povera gente, Un elettore che elegge
"La Lega Lombarda": Tridentino, T.
"Il Popolo Trentino": Michele, Zambiasi, Un compare di Zambiasi, Checco giudicariese, Un fiavetano, C., Zbs., Sandro, L'amico Z., Z.X., Un trascurato, X.Y.
"Bollettino C.P.A.": Rusticus, R., N., Rustico
"Almanacco Agrario": Don Mentore
1
Franco de Battaglia, “Lorenzo Guetti, giornalista” in
“Lorenzo Guetti Un uomo per il Trentino”, a cura di
Andrea Leonardi, Tipolitografia Temi, Trento, 1998
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