martedì 16 ottobre 2012

La croce dell'emigrante giudicariese

La Croce in granito in località "Crosera" attualmente.
"La Voce Cattolica", 15 settembre 1887 (Erezione croce in granito attualmente esistente in località "Crosera" prima della definitiva partenza di un emigrante giudicariese, Alessandro Devili,  verso la Repubblica Argentina)

Giudicarie Esteriori, 5 Sett. (ritardata). Bella, commovente, degna, veramente di menzione fu la scena religiosa cui ieridì, circa le 4 p. ebbi la fortuna di partecipare. Uno de' tanti nostri emigrati alla Repubblica Argentina, ritornava un' anno fa in patria e dava il cambio ad altro fratello per congiungersi ad un terzo sulle rive transoceaniche. Il rimpatriato trovando del suo vantaggio unire tutta la famiglia in America, pensò di alienare la sua sostanza, consistente in edificio da mulino, da fucina e suolo adiacente sul torrente Duina, ed avuta la ventura di trovare il compratore in altro reduce d'America, affidava l'affare della compra-vendita a due periti del luogo, i sig. Iori Luigi di Bivedo e Carlo Zanini di Fiavé onde de bono et equo ne venissero realizzando il contratto. Si trattava di un prezzo non indifferente di migliaia di fiorini; e l'affare successe in breve con piena soddisfazione d'ambe le parti. 
Ma il nostro venditore, pria di lasciare una seconda volta la patria e forse per l'ultima volta, assieme alla madre più che sessagenaria, per congiungersi coi fratelli sui lidi americani, ebbe un pensiero santo in mente, e tosto volle metterlo in esecuzione.
Il defunto suo genitore già pria di morire avea intenzione di erigere una Croce di granito, per soddisfare alla propria divozione, là sul crocicchio tra Fiavé e Cavrasto, sulla sinistra del torrente Duina, luogo di gran passaggio de' nostri per Ballino e Riva, e già noto nella storia giudicariese come il punto della spartizione de' denari carpiti dai demolitori del dazio di Tempesta1. A quest'uopo il padre del nostro emigrante avea già preparate sul luogo le pietre pel monumento, restato poscia ineseguito per la morte sopravvenuta allo stesso. Il figlio, sebbene non fosse niente obbligato a compiere l'opera paterna, pure volendo dopo tanti anni far cosa grata alla memoria del proprio genitore, risolse di eseguirlo. Detto fatto. In meno di due mesi, con una prestezza all'americana, l'opera fu compiuta, e ieridì dopo le funzioni ecclesiastiche ne veniva fatta solenne benedizione dal M. R. Paroco di Bleggio. Da tutte le strade era un accorrere di gente, la quale di lunga sorpassava il migliaio di persone d'ogni età, sesso e condizione. Il monumento era circondato da numerose bandiere, grandi e piccole e da verdi frondi; gli spari de' mortaretti si alternavano coi punti principali del rito religioso, e quando il M. R. Sig. Paroco dalla base del monumento, dopo avere adorata la Croce benedetta, rivolse al popolo silenzioso calde ed affettuose parole d'occasione, la commozione fu al colmo; da più d'un ciglio cadevano lagrime abbondanti! Oh! ci fossero stati presenti i pochi così detti spiriti forti, che anche da noi ne' templi o d'innanzi ai sacri simboli di nostra fede se ne stanno indifferenti, o peggio, irriverenti! Là avrebbero imparato da questo buon popolo come si fa a rispettare le pratiche di religione che formano il nostro vanto ed il nostro sostegno in queste tristi vicende della vita che appunto per colpa di pochi malvagi si aggravano sul nostro dorso! Il buon Gesù, speriamo, ci avrà esauditi, quando tutti prostrati a terra, in sul finire della religiosa ceremonia, all'unissono si proruppe in quella cara giaculatoria: Vi adoro, o santa Croce, su cui spirò Gesù l'ultima voce!
Il generoso emigrante invitò poscia il clero presente ed i principali del luogo, che condecorarono colla loro presenza la funzione religiosa, ad un modesto rinfresco ove si rinnovarono gli augurii ed i voti. Che la Croce benedetta protegga lui, la sua famiglia e tutti i nostri emigranti da ogni malanno ed in specie da quello di perdere quella fede che sì viva regna nel nostro popolo giudicariese!
L'iscrizione sul piedistallo della croce: "VOTO FATTO 
DA LUIGI DEVILI FU LEONARDO ADEMPITO DA 
SUA MOGLIE ASSIEME A SUOI FIGLI 1887 [..]
La diversità rispetto al testo riportato da don Guetti è dovuta
probabilmente al fatto che l'iscrizione si cancellò con il passare 
del tempo e fu incisa nuovamente usando un testo diverso.
Il monumento, tutto di granito, misura un' altezza, oltre la base, di 4,60 m e porta scolpita nel piedistallo la seguente iscrizione: 
Alessandro . Devili . dalla . Busca . di . Fiavé . Eleggendo . America . a . Patria . migliore . colla . madre . e . fratelli . compie . nel . 1887 . i . desideri . del . Genitore . Luigi . e . inalza . questo . segno . di . Redenzione . ricordo . ai . Posteri.
Il nostro riemigrante in coda a questo cenno intende ringraziare tutti que' suoi patriotti che concorsero coll'opra e colla presenza a condecorare la festa, ed in ispecie al R. Clero, al quale si sente obbligatissimo per le parole di conforto a lui rivolte, cui giammai dimenticherà.
Rivolgendo infine a tutti un tenero addio, affida alla generosa elemosina de' passeggeri e conterranei la conservazione del monumento, mentre da parte sua non mancherà di concorrervi generosamente anche lungi dalla patria, finché spirerà aure vitali. Chiedendo compatimento e perdono a chiunque in patria avesse mai dato delle molestie, sia tra consanguinei che conterranei, colla pace nel cuore, saluta la patria trentina e giudicariese. 
P.L.G.

1. Si conclude nel 1772 il fatto storico maggiormente emblematico della storia delle Giudicarie: cioè quella demolizione del Dazio di Tempesta - avvenuta sulla sponda sinistra del Lago di Garda nel 1767 - che portò a morte, per decapitazione, sulla piaza de la Crós a Tione, i tre principali responsabili della spedizione armata, e cioè Andrea Vedovelli Gianìn da Breguzzo, Antonio Zoanetti Simonela da Zuclo e Martìn Voglio detto Mineral oriundo piemontese ma residente a Bondo. Fatti piuttosto gravi che si ripercossero negativamente su tutte le Giudicarie, soprattutto sulle quattro Pievi delle Interiori. Infatti, don Lorenzo Felicetti, nel suo “Tre decapitati in Tione”, annota che, per essere ascoltati e discolparsi non avrebbero dovuto recare «molestia di sorta ai soldati [del governo austriaco] che verrebbero spediti in Giudicarie a mantenere l'ordine pubblico. Ed i soldati vennero di fatto. Erano in numero di 560 e li comandava il maggiore Puebla. La truppa arrivava in Giudicarie il 18 settembre 1768 e si acquartierava provvisoriamente in Stenico e nelle vicinanze. L'avviso della venuta dei soldati provocò nelle Giudicarie Interiori qualche tumulto (…). Intanto i soldati cominciarono ad avanzarsi verso Tione, occupando Ragoli, Preore e Saone (…). Il giorno 5 novembre i soldati si avanzarono verso Tione, prendendo quartiere a Tione, Bolbeno, Pieve di Bono, Condino, Vigo Rendena, Borzago, Giustino. Negli archivi delle Canoniche e dei Comuni si trovano memorie della permanenza di quelle truppe nelle diverse località sunnominate (…)». (fonte: http://www.comunitadellegiudicarie.it/territorio/cultura-e-ambiente/storia/vicende-del-periodo-in-giudicarie.html)

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