sabato 23 marzo 2013

Le nozze d'oro di Leone XIII

"La Voce Cattolica", 5 gennaio 1888 (festeggiamenti nelle Giudicarie in onore del giubileo sacerdotale di papa Gioacchino Pecci ovvero Leone XIII)

Giudicarie Esteriori 1 genn. 1888.
Papa Leone XIII
Evviva il Papa! Evviva Leone XIII! Fu questo il grido che echeggiò in tutta la valle in questo dì auspicatissimo delle Nozze d'oro del nostro Sommo pastore e Padre. Dopo aver celebrato il triduo prescritto, in preparazione alla festa odierna, nelle 22 e più chiese di questa valle, oggi ci rallegrò un concorso tale alla S. Comunione e alle altre sante funzioni ecclesiastiche da superare ogni aspettativa, con questo gelo invernale di 10° -R. Fra il resto vi posso dire che in una di queste tante curazie (in senso ecclesiastico almeno) alla Comunione generale, fatta per acquistare l'indulgenza plenaria del pellegrinaggio spirituale, si distribuirono 200 ricordi del Giubileo Sacerdotale del Papa! E quel che più interessa si fu che si accostarono alla Comunione tali che non si notavano che in Parochia alla sola Pasqua. Oh! vedete se Leone ha delle attrattive miracolose, da dover proprio ripetere cordialmente: Ad multos annos! Viva Leone XIII. Desidererete sapere se il popolo esternò la sua devozione al Papa anche coi soliti onori esterni! Si, non mancarono anche questi. Se la neve copre quasi tutte le zolle dei nostri colli, se il freddo rigidissimo costringe questi poveri alpigiani a rintanarsi per tempo nelle loro stalle, vi posso però dire che le alture di Quadra di Bleggio, e più ancora quelle del Banale risplendevano questa sera di numerosi fuochi e falò, accompagnati da fragorosi evviva della scolaresca e del popolo. Il pretendere di più con simile temperatura sarebbe stata cosa imprudente e dannosa. Il buon Leone, lo sappiamo, ci ha egualmente ricordati con affezione nella messa di questa mattina, perché una di quelle rose di cui è composta quella ghirlanda che gli offre in questo dì il mondo cattolico in occasione del suo Giubileo, fu spiccata dal povero nostro giardino. Dunque Papalini anche noi? Signori si, e ci teniamo.
Renzo

1. Per i festeggiamnti con fuochi e falò si usava spesso la "tia" ovvero il legno scorticato tratto dalla pianta di pino silvestre particolarmente infiammabile perché ricco di resina. In questo caso, tali legni venivano posizionati su prati scoscesi a formare un’immagine o una scritta a cui veniva dato fuoco durante la sera quando era già buio. (Per un esempio si legga il seguente post a questo link.) 
2. Per ulteriori notizie sulle festività giudicariesi in onore di Leone XIII si veda anche: Il giubileo episcopale del Santo Padre  e L'onomastico di Leone XIII


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