mercoledì 1 maggio 2013

Schizzi di storia contemporanea; I. II.

"La Famiglia Cristiana", 18 febbraio 1892 

Schizzi di storia contemporanea.
Sotto il titolo Schizzi di storia contemporanea il Montanaro ci manda questa prima corrispondenza.
Dalla Montagna, 16 febbraio.
I. Il compromesso politico. – Nelle penultime elezioni dietali, affine di dare una prova chiara ed esplicita che il Trentino è tutto d' un pensiero, che la autonomia è il desiderio di tutti, e che questa è d'impossibile conseguimento se non si va d' accordo non solo nel domandarla ma anche nell'usare i mezzi più efficaci per raggiungere lo scopo, si veniva tra i principali direttori dei partiti politici, il clericale ed il liberale, ad un accordo o compromesso politico, mercè il quale da ambe le parti si sospendeva la lotta elettorale, e si accettava de bono et equo lo statu quo, dei seggi come erano allora occupati. Non era volontà dei compromettisti (e lo fu dichiarato pubblicamente) di sanzionare con ciò in eterno lo statu quo, con danno forse di una parte o dell' altra, di un partito o dell' altro; era semplicemente una sosta nella lotta politica interna di fronte ad un comune inimico, sempre concorde (sebbene di varii partiti pur esso composto) a nostro danno, ed al quale si dava facile vittoria colle nostre scissure. Era tempo di far cessare il bel giuoco dei nostri avversari che godevano del divide et impera.
Il paese trentino salutò con gioia universale la tregua dei partiti locali, perché in essa travedeva un raggio più vivo di speranza per conseguire più presto lo scopo giusto, necessario, indispensabile a cui tendea l'autonomia. Ma non mancarono i puritani da una parte, e qualche ultraliberale dall'altra, che biasimarono questo passo come dannoso ai rispettivi partiti; però erano voci rare, ed a cui si dava ben poco peso. Giacché, a che mai star lì a scrupoleggiare sopra l'onore del primato, quando la casa abbrucia? La casa è di tutti due i fratelli, liberale e clericale; intanto salviamola, e poi ne faremo la divisione secondo i diritti ed i meriti. Quelli del Voralberg la salvarono pria di noi, ma furono concordi prima di noi; per loro fu gloria la concordia, per noi sarà delitto?
– Ma sarebbe stato meglio il non fare il compromesso, ripetono i puritani.
Ma il meglio quante volte fu nemico del bene! e per voler prendere la carne riflessa, quante volte casca quella reale, come al cane della favola!
I nostri politici d'allora, di ogni colore, in sicura coscienza si credettero col compromesso di fare un bene vero, reale alla grand'opera della autonomia, unica ancora di salvezza di questo disgraziato paese. Se altri poscia credettero di operare altrimenti, ciò non toglie che la loro intenzione fosse buona; e la storia deve constatarlo per debito di giustizia.
2. Le elezioni del compromesso. – In base dunque al compromesso avvennero le elezioni dietali del 1889. Tutto il paese da Mezzolombardo in giù fu fedele ai patti. Invece di lotta s'ebbero delle unioni elettorali improntate ad allegria e soave fratellanza. Valsugana, Trento, Rovereto, Riva e le Giudicarie elessero, senza il minimo screzio, i candidati del compromesso. Due collegi soli, quello delle valli del Nosio, e quello di val di Fiemme con Primiero, per colpa di liberali da una parte, e per colpa di clericali dall'altra, non stettero al compromesso, e si permisero di farvi due strappi, che suonarono male assai da principio, ma che la Provvidenza poscia acconciò a comun bene. Anche i nuovi eletti in onta al compromesso riguardo ad autonomia erano concordi cogli altri, e giunti tutti alla capitale dell'Inn, si formò tosto un comune entente cordiale. Visto però come il compromesso, per la prima volta praticato su tutta la linea, non corrispose ovunque; visto d' altra parte come tutti gli eletti, entro e fuori del compromesso, erano sul terreno nazionale uniti in una sola falange e che quindi il fine ultimo dell'autonomia non sarebbe contrariato con altri modi elettorali, nei principali autori del compro- messo venne meno l'idea della perseveranza, e ripetutamente si dichiararono che in seguito non si farebbero più compromessi, bastando la concordia all'atto pratico tra i candidati che sortissero nei vari collegi elettorali. Molto meno poi quel compromesso dovea estendersi alle elezioni del Consiglio dell' impero, pelle quali nissuna delle parti compromettiste avea presi impegni. Un bene però dalla tregua dei partiti fu ottenuto, giacché durante l'anno 1890 tutti i deputati dietali camminarono di conserva con un esempio di concordia mai avuto, a ricordo nostro, in questi ultimi tempi tra i rappresentanti del Trentino. (Continua)

Nessun commento:

Posta un commento