martedì 24 settembre 2013

Il flagello dei "cossi" e delle "zorle"

"La Famiglia cristiana", 26 agosto 1895 (Articolo di don Guetti sulle lezioni tenute nelle Giudicarie Esteriori dal docente del consiglio provinciale d'agricoltura Germano De Carli)


Giudicarie Esteriori, 23
(Lezioni di agricoltura). Nei passati giorni in questo circondario fece il turno annuale dando lezioni di agricoltura il docente presso il Consiglio prov. sig. Germano De Carli. Il nostro popolo s'interessò assai della cosa, e tanto a Stenico, che a San Lorenzo, a Vigo Lomaso e Fiavé, ed in modo speciale a S. Croce, sede di questo Consorzio ag. dist., il concorso fu numeroso; in quest'ultimo luogo l'uditorio sorpassava le 60 persone in una giornata di pieno lavoro ed in un'ora (l'una pom.) molto incomoda. Assai esaurienti furono i precetti di conservare ed aumentare i concimi che si hanno in paese per non mandare denaro fuori della valle senza bisogno, e speriamo che a forza di battere il chiodo, esso finisca anche di fissarsi nella testa più testarda. Di fronte poi al flagello che abbiamo nei prati presentemente, a cagione dei cossi (bruco della melolonta), che si avvicina a fare la sua comparsa l'anno venturo, il signor docente raccomandò la guerra ad oltranza alle zorle1, raccogliendole al loro comparire come insetto perfetto, o chiamando in aiuto per la distruzione sotterranea le talpe, alle quali fin qui il nostro volgo fece una guerra spietata. Gli inglesi pagano 10 soldi ogni talpa viva per metterla nelle loro possessioni, e da noi si pagano 10 soldi per ogni talpa che si uccide. Di chi sarà la ragione? L'esperienza e la scienza sta per l'inglese, il torto è tutto nostro. Vivano dunque le talpe, e morte alle zorle! Autorità politiche, comunali, consorziali, tutti in una parola devono usare ogni arma per liberarci da questo flagello che quest'anno fu addirittura enorme e l'anno venturo ci capiterà spaventoso. Forse coi fatti parlanti d'innanzi agli occhi si muoveranno anche i pigri e gl'indolenti, e con questa speranza chiude questa breve il vostro
Cronista

1. I "cossi" non sono altro che le uova deposte dai maggiolini sotto terra. Prima di trasformarsi in maggiolini vivono per tre anni sotto terra allo stato di larve. Dapprima si nutrono di radici e vegetali, poi, una volta trasformati in insetti, di foglie di numerosi alberi. La voracità e la capacità distruttiva del maggiolino (detto anche "zorla") costituiva un grosso problema per l'agricoltura ottocentesca come dimostra questa testimonianza. Per approfondire si veda questo link.

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