mercoledì 1 maggio 2013

Schizzi di storia contemporanea III, IV

"La Famiglia Cristiana", 22 febbraio 1892

Dalla Montagna, 22 Febbraio.
3. La proposta dell'autonomia e la chiusura della dieta provinciale. – I nostri onorevoli intanto, vista la perfetta concordia che regnava tra loro sul punto nazionale, senza eccezione di partito vennero di comune accordo compilando un progetto di autonomia quale il paese da tempo stava aspettando con ansia. Finalmente poté quello essere presentato nel gennaio 1891 alla Dieta, onde venisse discusso, ed accettato o respinto come tanti altri suoi fratelli. Bastò quella presentazione perché fosse issofatto chiusa la Dieta. Chi mai, cui scorre sangue trentino nelle vene, non si sarebbe sentito offeso nel più intimo del cuore? I nostri tutti sentirono sul vivo l'offesa, ma non si accasciarono già; e valorosi difensori dell'onor nazionale, ancora sul luogo del rifiuto aprontarono un memorandum di protesta, e tutti unanimi deposero il loro mandato e vennero a casa. Il paese approvò ad unanimità il loro operato, lodò la concordia loro, e li proclamò benemeriti della patria.
Le testimonianze d'affetto loro fatte all'arrivo in patria, i giusti apprezza-menti riportati in tutti i giornali del paese furono di lenimento non poco all'amara sorte loro toccata oltre Brennero. Chi mai avrebbe detto che per alcuni di questi benemeriti patriotti l' alloro ben presto sarebbe appassito?... I liberali, sempre bene organizzati nelle loro lotte, non mancheranno di far tacere le private gelosie, e di sostenere sempre finché vivono i loro campioni, o ne faranno l'apoteosi se morti; ma i clericali non sanno imparare le lezioni sì facilmente, e la storia con dolore deve registrare che gli osanna di oggi, dati ai loro valorosi, domani o ben presto si muteranno in crucifigge.
Il finire dell' anno di grazia 1891 segna una dolorosa istoria pel partito clericale del Trentino, perché mostrò lo spettacolo indecoroso dei fratelli che combattono i fratelli. Ma seguiamo l' ordine cronologico de' fatti, a ricordo ed ammaestramento dei posteri, e, Dio volesse, ancora dei presenti.
4. Le elezioni del Consiglio dell'impero. Nella primavera del 1891, e precisamente in marzo, vennero indette le elezioni del Consiglio dell' impero. Non trovandosi più né necessario né conveniente, non si parlò di compromessi politici, ma ognuno dei partiti, sia clericale che liberale, si diede a camminare per la sua via. La via pei liberali era bella e preparata, perché essi furono sempre un partito bene organizzato e fedele ai propri veterani, ma non così avveniva al partito clericale, il quale era diviso in più chiesuole. Vero, che la gran maggioranza del partito clericale stava unita sotto la divisa nazionale ed era capitanata da vecchi capitani che ben conoscevano per esperienza l'odore della polvere bruciata in varie campagne, ma di fronte a questa stava un gruppo dei soliti puritani, i quali nel nazionale poco s'incontravano, perché in quella qualifica vi trovavano tutte le macchie solari del cattolicismo nel Trentino. Visto però, che la divisione delle forze cattoliche avrebbe finito col facilitare una vittoria liberalesca, al momento di agire anche i clericali tutti del Trentino si unirono, ed effetto di quest'unione fu un programma elettorale chiaro, franco, esplicito, nel quale la partita nazionale avea lucidamente chiarite le tinte. Anche il comitato elettorale nominatosi e costituitosi portava nomi che da questo lato assicuravano il paese. Fuvvi un po' di titubanza da principio nello scegliere i tre candidati dei comuni rurali, ma si finì presto per intendersi, e n'uscirono tre nomi accettatissimi a tutto il Trentino.
Si venne alla lotta nei comuni rurali, ove c' è il grosso dell' esercito clericale, e tutti e tre i candidati proposti uscirono facilmente trionfanti dalle urne. Era da tempo che il partito clericale non avea simile trionfo. Quale la causa della vittoria? Certamente devesi ascrivere alla unione delle forze clericali prodotta però precipuamente dal programma in cui venne accettata la nota nazionale.
Ma la nota nazionale venia sostenuta dal grosso del partito dei vecchi clericali, attorno ai quali aggruppavansi forti schiere del clero giovine e di quasi tutto il laicato clericale. Dunque il trionfo di quelle elezioni era dovuto in maggior parte a loro, o almeno, a far le parti generose, dovea essere condiviso tra tutte le forze delle varie chiesuole assieme collegate. Ma a vittoria ottenuta, non si vollero lasciare gli allori indivisi, anzi i novellini ai trionfi ne vollero essi la maggior parte; anzi quasi solo a sé stessi, gongolando dalla gioia, attribuirono la causa causarum di sì bel colpo strategico, poco o nulla lasciando ai veterani fratelli. Fu giustizia?...
Come la recluta, che sopraggiunta nella lotta arriva a bruciare in qualche modo una cartuccia, si crederà che quello sarà stato il colpo di grazia dato all'inimico? Eppure se lo credettero i novellini. Ciò non fece però buon sangue ai vecchi commilitoni; ma questi, generosi sempre, lasciarono sbollire negli altri i primi vapori della vittoria, aspettando che in future battaglie le reclute s'arricordassero ancora dei loro capitani. E il momento non dovea farsi aspettar tanto, perché doveano seguire le elezioni suppletorie alla Dieta provinciale. – E intanto moriva il Popolo Trentino. (Continua)

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