giovedì 16 febbraio 2012

L'onorevole Deputato Don Guetti e l'astensione

"La Famiglia Cristiana", n. 2, 4 gennaio 1892 (Dichiarazione di don Guetti agli elettori riguardo la scelta astensionista dopo l'elezione alla dieta di Inssbruck)

L'onorevole Deputato Don Guetti
e l'astensione

L'onorevole Don Lorenzo Guetti, neoeletto deputato alla Dieta d'Innsbruck, c'invita a pubblicare la seguente dichiarazione.

Ai Miei elettori

Molti di voi a voce ed in iscritto mi chiesero quale atteggiamento intenda assumere nella nuova ed inaspettata carica di onorevole per la Dieta Provinciale. Ritengo venuto il momento di appagarvi; e lo farò coll'usata mia franchezza e sincerità.
Anzi tutto mi affretto a dichiararvi, che considero l'autonomia del nostro paese come il capo saldo dei suoi interessi e della sua vita politica, come l'unico mezzo efficace per risollevarlo dall'accasciamento in cui giace, per sviluppare le latenti sue risorse, risanare la piaga, che minaccia cancrena, de' nostri comuni. Conseguentemente io la voglio, come qualunque buon patriotta, e la voglio vera, reale, corrispondente ai suoi bisogni, che non sono nè piccoli nè pochi. Quest'autonomia poi la vorrei ancora accompagnata ed attuata con riforma elettorale veramente democratica: allargamento del diritto di voto pel popolo; maggior numero di seggi per esso nei consessi amministrativi provinciali. Al presente, com'è noto, nei comuni con tre corpi elettorali, solamente il primo e secondo corpo han diritto alle elezioni politiche; è troppo poco: a questi tempi di libertà ed eguaglianza vuolsi che almeno due terzi dei censiti comunali abbiano diritto a voto politico.
Inoltre il numero de' deputati concesso ai comuni rurali presentemente è molto esiguo per tanti titoli e meriti di fronte a quello concesso p.e. al possesso nobile fondiario; quindi la cosa va corretta coll'aumentare il numero dei deputati dei collegi rurali.
La legge della giustizia distributiva deve valere anche qui, ed in modo speciale, perché si tratta dei primi diritti di un cittadino.
Questo è quello che in pro della patria trentina io chiederei se fosse del caso di presentarsi alla Dieta in Innsbruck.
La storia però del nostro paese e specialmente quella parte d'essa, di cui voi ed io fummo parte non indifferente; i continui rifiuti di qualunque nostra anche parziale modesta domanda di congegni autonomi, seguiti specialmente in questo ultimo decennio, ci hanno ammaestrati, che, stando le cose come ora sono, è inutile per lo meno l'andare alla Dieta per questo scopo. C'è là un macigno troppo duro a spezzare col sistema delle docciature; ond'è che già da tempo entrò in me la persuasione, essere necessario altro modo di agire più energico.
L'astensione, la proclamai pria d'ora, ed in modo palese ed esplicito, e questa ora sostengo colle deboli mie forze, non già perché la vedo predicata ai quattro venti dai liberali, ma perché fu essa sempre il mio proposito maturato alla stregua de' fatti di quest'ultimo vnetennio, fornitici in gran copia dalla gran maestra della vita, la storia.
Ma e non c'entra, direte voi, in queste faccende anche la Religione?.. La Religione! ecco il miraggio che per oltre a quattro lustri ci fecero a tempo opportuno balenare innanzi agli occhi i fratelli tedeschi per attirarci ad Innsbruck, ecco l'amo che ogni volta ci gettarono per pigliarci nella rete (e tutti e sempre l'abboccammo in buona fede); ma in questi ultimi vent'anni, che il cielo vi salvi, qual'è la questione religiosa che fu sciolta in quell'aula?
Del resto, lasciando la celia, sono sacerdote e ministro di Gesù Cristo, che predicò chiaramente e fortemente il "Quaerite primum regnum Dei etc." e grazie a Dio fino a quì non ho rimorsi d'aver mancato a questo dovere; quindi vi posso dire che, se veramente dovesse decidersi una questione religiosa, v.g. la scolastica, sarei capace di vincere me stesso, ed unicamente ad hoc valicherei anche il Brenner; ma per ora ad Innsbruck non c'è nulla a temere o fare in questo riguardo; e, se altri volesse proprio tirarcelo in campo pe' capelli, non corre alcun pericolo, essendovi colà una maggioranza cattolica per salvarla.
Ma e non potrebbe darsi (incomincia a dire qualcuno sottovoce) che ritirandosi dalla Dieta i liberali tedeschi, rinforzati ora dagli eletti dal grande possesso nobile, essa fosse, per mancanza di numero, impotente a legiferare? Nulla di meglio per la nostra causa; perché ciò servirebbe a richiamare l'attenzione de' fattori competenti sull'anormalità del presente aspetto provinciale; perché renderebbe i nostri voti un po' più preziosi agli occhi dei deputati tedeschi ed in ispecie di que' conservatori, che fin quì furono i più ostinati oppugnatori di qualunque concessione, che rigettarono a limine ogni qualunque nostra domanda, non ammettendola neppure all'onore di una discussione e di una decente sepoltura. Voi mi costringeste ad accettare il mandato e lo faceste indipendentemente da chiunque, colla solenne affermazione che i vostri eletti sostengano innanzi a tutti i diritti del nostro paese; ed io nutro speranza d'aver da parte mia corrisposto alla vostra fiducia colla medesima indipendenza e di aver soddisfatti i vostri voti.
Quadra 3 gennaio 1892
pr. Lorenzo Guetti
Curato

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