martedì 28 febbraio 2012

I biglietti pasquali

"La Famiglia Cristiana", n. 26, 5 marzo 1894 (biglietti pasquali donati dal parroco don Lenzi con immagine della croce monumentale e sonetto)

Un bel pensiero. S. Croce, 28 febb.
Un bel pensiero, e più bella la sorpresa che ci fece quest'anno il nostro ben amato Pastore coi biglietti pasquali! Ci offrì in bellissima cromofototipia il colle sul quale torreggia la nostra Croce monumentale, ed a tergo un bellissimo sonetto già improvvisato dall'indimenticabile nostro poeta don Alfonso Toss, il quale l'altro anno fu qui da noi a darci saggio della sua bravura oratoria.
La nostra Croce granitica, in quel suo retto stile, e nelle dimensioni colossali che sorpassano in altezza i 19 metri, merita per vero un po' di illustrazione, affinché sia méta dei forti forestieri che ogni anno percorrono queste amenissime valli; e noi non possiamo a meno di applaudire alla felicissima idea del nostro Parroco nel presentarcela in questo bel modo a ricordo della Pasqua 1894. Anche il sonetto dettato dalla fervida e religiosa musa di don Alfonso sintetizza tutta la storia di questo popolo devotissimo alla sua Croce.
La fede dei nostri padri nella miracolosa Croce che si venera in questa parocchiale, ed il loro voto fatto sotto il parroco don Slanzi, ed eseguito sotto lo slancio generoso inspiratoci da don Merli, viene bellamente ricordato dal poeta nella prima e seconda quartina. Nella terzina che segue si tocca maestralmente la scena che avviene ai nostri terrazzani quando partono o ritornano dalla patria. Là, allo sbocco della valle per Ballino, evvi un punto dove si scorge per l'ultima volta la Croce benedetta per chi abbandona la valle, e rispettivamente la rivede quando ritorna; punto storico dal lato religioso, perché l'emigrante saluta lagrimando la sua croce, e nel ritorno la risaluta esultando; e don Toss con brevi ma vivi accenti vi dipinge la classica scena con queste parole: "Lagrima di chi va, spasimo santo - Di chi ritorna alla sua valle". Ripeto fu un bel pensiero questo del parroco nostro don Giovanni Batta Lenzi, il quale, mentre risuscita le patrie e care tradizioni della patria, ci presenta occasione di ripetere un requiem al poeta testè rapitoci, e di conservare per la storia un sonetto bellissimo fin qui inedito.
Un grazie di cuore al nostro pastore e voti ad multos annos! Non potendo ripetere nel giornale la riuscitissima cromofototipia eccone almeno il sonetto sopra encomiato. 
R.

La Croce monumentale di Bleggio

Fede e voto d'un popolo di forti
Dal granitico masso, ergi la testa,
O Croce santa, ne le umani sorti
Unica, a noi mortal, speme che resta.
Qui T'eressero i padri, e benché morti 
Parlano il verbo ancor, che ai figli attesta
Quanta pietà li spinse, e quai conforti
Trassero del dolor ne l'ora mesta.
Lagrima di chi va, spasimo santo
Di chi ritorna a la sua valle, o Croce, 
Di questo secol perfido nel pianto,
Addita il cielo al pio, nell'abbandono
Il misero consola, e la tua voce
De' colpevoli in cor spiri il perdono
                                                 D.A.T.

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