CORRIERE DELLE GIUDICARIE (4 agosto 91)
L'essere nati a cattiva luna è proprio la più grande delle fatalità. Fate un'opera di vera carità e di ben pubblico? vi pigliate del farabutto camuffato a filantropia. Gridate ai sopprusi ed alle mistificazioni? Siete tenuto, benignamente per non dire donnescamente, per isterico. Fate vostri i lagni d'un popolo intiero e li pubblicate per le stampe? Siete bollato per imprudente, per un ignorante o per una marmotta incapace di uscire dal proprio covo e gironzolare per lo bel mondo. Le vostre ragioni poi sono esse chiare e convincenti, a bomba di fatti pubblici, si sa capirle il più duro comprendonio, e da vederle anco un miope di grado molto elevato? Vi si ripeterà con osservanza dogmatica o cattedratica, ch'esse sono inopportune, e quelli stessi che voi conoscete per nemici acerrimi dell'opportunismo teoretico, ve lo farebbero praticare ad ogni piè sospinto. Dunque quale fatalità! Ma ed allora che resta a fare? Rinascere bisognerebbe, e rinascere sotto migliore costellazione; non ci sarebbe altro scampo. Ma ciò è impossibile stando all'antica e sempre nuova legge fissata da Domine Iddio; sarebbe forse ciò possibile secondo le teorie dei nostri Darvinisti in millionesimo, ma vedete fatalità anche qui! Lo dicono essi, ma in realtà non succede; p.e. que' cari figuri sono sempre tali e quali, non danno mai un indizio di evoluzione in meglio. Civettuoli a 15 anni, sono tali a 60; e gironzolando da stabilimenti balneari a ritrovi geniali, fanno pascolo per lo meno di sorrisi e labbra porporine di femmineo sesso, vantandosi di innocenti desiderii secondo le teorie patrie dei Darwin, Woigt e Moleschot. Questa la loro filantropia e la carità di patria. Veramente costoro dopo i fanghi hanno proprio bisogno di bagni, ma per conto a risposta su pei giornali, è fiato sprecato.
R.
Scorcio di Comighello ad inizio '900 (G. B. Untervegher) |
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