sabato 1 settembre 2012

L'emigrazione italiana in America e l'associazione di patronato

"La Voce Cattolica", 2 luglio 1887 (Proposta di don Guetti di fondare associazione a tutela degli emigranti trentini sul modello di quella fondata a Piacenza dal vescovo monsignor Giovanni Battista Scalabrini)

L'EMIGRAZIONE ITALIANA IN AMERICA
e l'associazione di Patronato
La copia dell'opuscolo inviato da mons. 
Scalabrini a don Guetti come riporta la 
nota in alto a sinistra "Dall'illustre autore con 
biglietto di visita in risposta ad una mia addì
 27/8/87 pL Guetti"
Per iniziativa del zelantissimo Vescovo di Piacenza, Mons. G.B. Scalabrini, si sta ora istituendo un' Associazione di patronato, religiosa insieme e laicale, per provvedere ai bisogni materiali e spirituali dei poveri emigranti. A questo scopo il dotto Vescovo giorni fa dava alla luce un' opportunissimo opuscolo *) dedicato a que' miseri nostri fratelli, i quali, costretti dalla miseria e dalla fame, abbandonano la patria, divenuta matrigna, e vanno a cercare in lontane regioni un pane per sfamarsi. Non staremo qui ad analizzare quell'opuscolo, scritto col cuore in mano e che fa piangere ogni animo ben nato, specialmente quando dipinge le scene dolorose del distacco dai patri lari; cose queste già note e provate cento volte anche dai lettori della Voce; ma ci fermeremo invece ai punti importanti ove segnasi lo statuto della futura associazione di patronato, affinché qualcuno anche presso di noi, imiti i nostri fratelli del vicino regno, in sì urgente bisogno.
Ecco lo scopo dell'associazione in parola:
1. Sottrarre gli emigranti alle speculazioni vergognose di agenti di imigrazione, i quali, pur di guadagnare, rovinano materialmente e moralmente gli infelici che cadono nelle loro mani.
2. Istituire un ufficio che prepari quanto occorre per il collocamento degli emigranti, sbarcati che sieno nei porti d'America, di guisa che ogniqualvolta un italiano si indirizza all'associazione, questa possa con sicurezza promettergli un' utile occupazione, ovvero in caso contrario dissuaderlo dall'emigrare.
3. Fornire soccorsi in caso di disastri o d'infermità, sia durante il viaggio, sia dopo lo sbarco.
4. Muovere una guerra implacabile ai sensali di carne umana, i quali non rifuggono dal ricorrere ai più sordidi mezzi turpis lucri causa.
5. Procurare l'assistenza religiosa durante la traversata, dopo lo sbarco e nei luoghi dove gli andranno a stabilirsi.
Mons. Giovanni Battista Scalabrini
S. E. Mons. Scalabrini saviamente affidò l'opera da lui ideata alle sole cure materne della Chiesa, mentre il poter civile ha altre imprese da spendere e spandere i milioni. E la Chiesa già fin d'adesso ha preso sul serio a realizzare la cosa. Una lettera del Card. Simeoni, prefetto di Propaganda, inserita nell'opuscolo, ci fa sapere che quella Sacra Congregazione non ha omesso di fare tentativi per istabilire comitati di soccorso a favore degli emigranti italiani, e che ora il progetto del Vescovo di Piacenza fu accolto dal Pontefice che lo sta esaminando e maturando. Non tarderà dunque a vedere la luce, munito dell'altissima approvazione del Sommo Pastore della Chiesa.
Affine di animar tutti alla pratica di questo progetto, appena sarà uscito dalle mani del Papa, l'illustre Autore finisce il suo scritto con queste parole veramente eloquenti:
"L'arringo, che io addito al pensiero ed all'azione del clero e del laicato italiano, è grande, nobile, intentato, glorioso, e possono trovare in esso un posto condegno tanto l'obolo della vedova quanto l'offerta del ricco, l'umile attività delle anime più tranquille, come l'impeto generoso degli spiriti più ardenti".
"Religione e patria, queste due supreme aspirazioni di ogni cuore ben nato, si intrecciano, si completano in quest'opera d'amore, che è la protezione dei deboli, e si fondono in un mirabile accordo. Le miserabili barriere, elevate dall'odio e dall'ira, scompajono, tutte le braccia si aprono ad un fraterno amplesso, le mani si stringono calde d'affetto, le labbra si atteggiano al sorriso ed al bacio e, tolta ogni distinzione di classe o di partito, appare in essi bella di cristiano splendore la sentenza homo homini frater".
"Possano queste povere mie parole essere il seme di opere egregie, che ridondino a gloria di Dio e della sua Chiesa, a bene delle anime, a decoro della patria, a sollievo degli infelici e dei diseredati. Possa l'Italia, sinceramente riconciliata con la Sede Apostolica, emulare le antiche glorie ed un altra aggiungerne imperitura, avviando sui luminosi sentieri della vera civiltà e del vero progresso anche i suoi figli lontani".
E noi, Trentini, faremo proprio nulla in proposito? In Germania e perfino nella stessa Austria esistono la società di S. Raffaele per proteggere gli emigranti; in Italia si sta ora realizzando questo Patronato, come abbiam veduto, sotto lo stesso patrocinio del Papa; è tempo perciò di muoverci anche noi. Agli abitanti di città spetta la bella iniziativa di una Associazione Trentina per patrocinare l'emigrazione americana così numerosa tra noi; qui sopra abbiamo già segnati i punti dello statuto, che presto lo avremo bello e stilizzato dalla mano augusta di Leone XIII. Un nostro amico sta già preparando la statistica emigratoria all'America di tutto il Trentino, e speriamo che i nostri confratelli volenterosi coopereranno a questa importante opera, appena ne saranno pregati; ma ciò che più urge al presente è la fondazione della società di patronato. Chi sente il palpito del cuore più caldo e frequente per la patria e.. pei fratelli, si metta subito all'opera; noi, che abbiamo fatto l'appello, ci troveremo sempre nelle prime file.
plg.

*)Piacenza, tip. dell'Amico del Popolo, 1887

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