mercoledì 7 novembre 2012

Effetti dell'emigrazione americana

"La Voce Cattolica", 13 maggio 1884 (Conseguenze positive dell'emigrazione giudicariese verso l'Argentina e negative per quella verso le strade ferrate del nord Europa- seconda parte)

Effetti dell'emigrazione americana

(Cont. e fine. V. il N. precedente). Sembrerà al lettore un errore madornale il dire che anche la religione e la moralità ci guadagnano con l'emigrazione americana, mentre il portarsi in paesi lontanissimi, dove assai rari sono i sacerdoti e di conseguenza poca o nulla l'istruzione e la coltura spirituale, non è un bene certamente a cattolici che qui in patria hanno in abbondanza il pane dell'anima; e se manca il vantaggio dell'anima vanno tutti in fumo gli altri vantaggi materiali asseriti di sopra. Eppure giusta il mio debole parere e la giovine mia esperienza ho la coscienza di asserire che anche la moralità e la religione ci guadagnano con l'emigrazione alla Repubblica Argentina. Abbia pazienza il lettore e continui a leggere quel poco che sono per dire.
L'emigrazione alle strade ferrate non fu e non è ancora per i nostri paesi un flagello spirituale dei più terribili? Lo dicano le lagrime di tanti genitori abbandonati da' loro figli ed il cuore corrucciato di tanti curatori d'anime che videro tornare lupi rapaci coloro che partirono innocenti agnellini! Ebbene col deviare questa emigrazione dai paesi settentrionali d'Europa e dirigerla all'America del Sud si venne a togliere qui da noi quasi del tutto questo malanno pestilenziale. Non solo giovò al paese l'allontanarsi dei giovani dai lavori ferroviarii, ma il portarsi in America giovò pure a questi stessi infelici, perché si mutarono in meglio. Vi so dire di emigrati alle ferrovie ritornati a casa lo scandalo del paese e quindi partiti per l'America cambiarsi addirittura in moralità. Arrivati sotto il limpido cielo nelle pianure dei Pampas, col respirare quelle vergini aure purificaronsi nel cuor loro, ed assieme ai sentimenti di religione tornarono a rivivere i sentimenti di patria soffocati dalle moine delle sgualdrine nordiche d'Europa. Oh emigrassero pur tutti in America i lavoranti alle ferrate di qui, se col battesimo equatoriale non si purgano tutti, al certo nissuno peggiorerà! Una bella prova abbiamo in questo che tutti i nostri emigrati americani, scrivendo alle loro famiglie, pregano e scongiurano di ricordarsi di loro nelle preghiere quotidiane, di far celebrare qualche S. Messa per loro onde Dio benedica le loro fatiche! E dove si vede questo sulle lettere degli emigrati alle strade ferrate? Segno dunque che emigrando in America non diminuisce la fede ma cresce o rivive in coloro che l'avenno morta. Anzi posso aggiungere che la viva fede e buona condotta morale della maggior parte de' nostri emigrati giudicariesi è esemplare e di buon effetto nella Repubblica Argentina stessa.
Nella nuova capitale della provincia di Buenos Ayres "La Plata" tra le prime fabbriche ci fu quella di una Chiesa ove oramai si celebrano i divini misteri da due sacerdoti, uno indigeno ed uno trentino, D. Andrea Motter. Ebbene in una festa solenne del dicembre 1883 in questa Chiesa con accompagnamento d'organo eccheggiavano voci robuste in lode di Dio. Un coro completo di giudicariesi cantava regolarmente una Messa musicata in canto figurato attirando una moltitudine insolita al sacro tempio. Dunque? Ancora un fattarello palpitantissimo d'attualità e poi verremo all'ergo.
Un giovinastro di qui, che avea passate eminentemente tutte le scuole del progresso ai lavori ferroviarii e che dopo varii anni ritornava a casa più povero di prima sebbene avesse le braghesse mezzo metro più larghe degli altri, si risolve di andare in America con altri del paese. Lascia a casa il vecchio genitore gemente nella miseria e sotto il filtro del sussidio comunale, mentre due o tre altri fratelli andando trovano appena da vivere per sé stessi. S'intende che il giovine trentenne fino al momento della partenza imbevuto dei principii ultramontani giammai fece atto di riconoscenza verso il padre impotente e quindi poche erano le speranze di un sinto qualunque partito che fosse oltre l'oceano. Giunto però in America dopo solo un anno d'assenza spedisce ai suoi famigliari 500 lire con quest'ordine espresso: di comperare un letto di lana al padre impotente che da anni annorum dorme in un covo su poca paglia; di preparare allo stesso una stanza decente ove possa riposare riparato da tutte le intemperie, e solamente dopo adempite queste condizioni di adoperare il restante denaro negli altri bisogni di famiglia! - Non è questa un' opra veramente bella e degna d'encomio? E donde questo insolito oprare in un giovane fin quì snaturato? Ah quel Dio, che sebbene ovunque presente, pure si tocca quasi dire con mano là sui flutti dell'oceano, ha parlato chiaro e forte al figlio traviato, e nei vortici della burrasca o sulle labili ondate del mare fece fare dei buoni propositi a quel cuore duro fin allora; e giunto al lido americano lontano dai soffi micidiali di corrotti compagni poté realizzarli, e la benedizione del vecchio padre inchiusa nella lettera di ringraziamento passerà i mari in tutta la sua forza, e speriamo, saprà donare la perseveranza a questo fortunato convertito.
Potrei citare altri fatterelli simili a questo, ma basterà; perché non voglio stancare il lettore ormai troppo paziente, e perché ancora mi preme di conchiudere la prova della mia proposizione che suona: l'Emigrazione all'America del Sud e specialmente alla Repubblica Argentina per le Giudicarie esteriori fu ed è di grande vantaggio - Io dico così: padronissimi gli altri di contraddirmi, lo facciano però con buoni argomenti, chè altrimenti tornerò alla carica più armato di prima.
R.
Foto di famiglia in vista della partenza per gli Stati Uniti di Mario Corradi (il quarto in alto partendo da destra, anni '50)

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