martedì 22 gennaio 2013

II. Alla fonte


                                              II Alla fonte, 8 luglio                                                       Torna all'indice

Per chi nol sapesse, la Fonte Cumana scaturisce dalla viva roccia, e raccogliesi in piccolo antro (Sibilla Cumana?) quasi a livello della Sarca che le scorre a sinistra, ed alle falde del monte Casale, volto a settentrione. La tradizione porta che avanti questo secolo la Fonte, stando più bassa del presente, si rinvennero alcuni ruderi di antiche celle termali, con tubi di terra cotta e monete di Augusto e Galba*); ciò indicherebbe che fino dai tempi romani era conosciuta l’efficacia di queste terme. Anzi sentii un vecchio di que’ dintorni che m’assicurava aver udito da un sacerdote suo compatriota che, anni annorum, vicino all’antro sibillino, ove scaturisce la salutevole acqua, eravi perfino un’epigrafe romana portante il nome non ricordo di qual matrona, ma che il tutto andò disperso e per franamento del monte e peggio nei lavori dello stradale che si fece passare proprio sopra questi ruderi antichi e di importanza storica singolare. Forse diligenti scavi in que’ paraggi potrebbero portar luce in questa tradizione che ho riferito talis e qualis
Una polla d’acqua abbondante, a 22° R., zampilla dal ricettacolo chiuso a chiave, e serve questa per bevanda, mentre quella che avanza viene in tubi portata alle vasche de’ bagni nei due fabbricati di qua e di là della Sarca. 
Da principio la tepid’onda non si cattiva la benevolenza del bevitore pel suo grado di tiepidità e pel sapore alquanto saponaceo; ma fattane breve conoscenza, vi discende pel gorguzzole così blandamente e voluttuosamente da beverne poi a crepapelle; e se lo può fare perché è di facilissima digestione, anche per i ventricoli i più delicati. Il luogo della distribuzione dell’acqua è precisamente sul pubblico stradale; una tela stesa in alto vi ripara dai cocenti raggi di Febo, ed il movimento quasi continuo delle ambulanze carrettiere, se da una parte vi secca i timpani, dall’altra vi tiene vigilante ed in moto ginnastico per qualche mezzo giro di fronte indietro. Una visita allo Stabilimento principale, consideratis considerandis, vi soddisfa, perché il necessario non vi manca, anzi mercè le sollecite premure del sig. Vianini vi si presentano ogni anno delle grate sorprese in progresso. Non mancano le ajuole di graziosissimi ed odorosi fiori nel piazzale innanzi allo Stabilimento, ed un piccolo parco vi invita alla passeggiata ed ai dolci colloqui dell’amicizia, trovando di quando in quando adatti luoghi al riposo sotto vetuste piante, le quali poverette non rare volte subiscono gli sfacciati baci della Sarca che vorrebbe portarle seco nei suoi vortici, come avvenne per altre molte.
Le ore più frequentate e propizie alla bibita sono quelle del mattino dalle 8-10 e dalle 4-6 di sera. Se l’aspetto personale degli accorrenti non è de’ più piacevoli a cagione delle malattie della pelle, de’ bronchi, degli occhi, più o meno pronunciate, la cura che se ne riporta è spessissimo lusinghiera ed in 
tanti casi ha del portentoso. Quanti voi li vedete per gratitudine ritornare a salutare questo luogo ove trovarono una salute insperata! Non vi mancano poi di quelli che danno in lagni per non averne riportato vantaggio alcuno; ma l’acqua Cumana non è la  probatica piscina dell’Evangelo, la quale sola potrebbe guarire miracolosamente certe malattie in stadj avvanzati. Il fatto però sta e si rende luminoso di anno in anno, ed è, che chi per tempo fa uso di quest’acqua, con cura paziente e protratta, riporta tali guarigioni che i fisici ne meravigliano. Dopo pochi giorni di bevanda o di bagni già ne sentite i benefici effetti; l’appetito diventa gigante, e vi sembra impossibile che dal vostro ventricolo si faccia tanta distruzione di cibo, mentre pochi dì prima appena appena era suscettibile di scarso e sceltissimo nutrimento.
Per quanto riguarda poi alle pensioni evvi da contentare tutti i gusti e le condizioni. Oltre agli Stabilimenti alla Fonte del sig. Vianini, di  I  e  II Classe, se ne trovano varii lungo il percorso dello stradone fino al Ponte delle Tre Arche, con la massima distanza di ¼ d’ora. Il primo che vi si presenta, è l’Albergo all’Opinione, più in su l’Albergo Nazionale del sig. Michelini; subito oltre il ponte segue quello Al Ponte della Duina del sig. Parisi, poi la Trattoria Central Pension (sic) del sig. Morelli (titolo per vero singolare ed eteroclito, che si desidera cambiato presto in meglio ad onor di patria); infine quello del sig. Malacarne, che, sebbene  innominato, presta come tutti gli altri que’ comodi che all’uopo si desiderano. Alle Arche noi troviamo ancora gli Uffici Postale e Telegrafico e la tappa di fermata sia delle corse di Messaggeria postale, sia di quella privata, introdotta ultimamente con felicissimo esito e sommo vantaggio pubblico. Fatta conoscenza così in fretta coi luoghi ne’ quali tutto dì avremo a trovarci, se la salute e il tempo lo permetteranno, passeremo a visitare i dintorni amenissimi, e, ciò che ci si presenterà degno di nota, secondo noi, lo passeremo volentieri ai lettori della “Voce.”


*) Orsi. Topografia del Trentino. Rovereto 1880 
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