giovedì 14 febbraio 2013

L'imperatore alle Terme di Comano

"La Famiglia Cristiana", 4 luglio 1894 (Festa per il passaggio dell'imperatore Francesco Giuseppe alle Terme di Comano)

Da Trento a Campiglio
S. Maestà l'Imperatore al Bagno di Comano
3 luglio ore 12 mer.

Scrivo sotto l'impressione del ricevimento fatto da queste popolazioni alla pressoché improvvisata visita dell'augustissimo nostro Sovrano. Tutto il popolo delle Giudicarie esteriori stava scaglionato nei vari centrii al Ponte delle Arche, agli alberghi Nazionale ed all'Opinione, ed il corpo maggiore nel piazzale innanzi lo stabilimento balneare. Ad ore 11 i colpi di mortaretto dalle alture di Villa ci segnalavano l'arrivo dell'augusto Monarca alla svolta del Limarò, ed alle 11 1/4 giungeva alla fonte Cumana. Un' urrà cordiale di un immenso popolo, e l'inno Imperiale suonato dalla bravissima banda-musica di Stenico fu il saluto primiero. S. Maestà ricevette tosto l'ossequio delle autorità civili ed ecclesiastiche. L'inclito i.r. Capitano dist. ne fa tosto la presentazione; prima l'i.r. Giudice dist. sig. Zambra col quale confabula benignamente, ed assieme a lui l'i.r. ricevitore del Censo; passa poscia al r.mo Decano di Lomaso ed ai parrochi di Bleggio, di Banale e al Curato di Comano, ai quali dirige domande sui luoghi varii di cura d'anime, e ne riceve esaurienti risposte. Tra il clero numeroso viene presentato anche il r.do d. Lorenzo Guetti presidente del Consorzio Agr. distr. di Santa Croce, col quale si trattiene sull'argomento dell'agricoltura indigena, che si presenta a S. Maestà in buona coltura ed in promettente vegetazione; al che il presidente del Consorzio risponde che la campagna è ben coltivata perché frazionata e poca al numero della popolazione, che i suoi prodotti sono insufficienti per tanto popolo, il quale è costretto ad emigrare nell'inverno nel vicino Regno, e più nella lontana America.
Portano gli emigranti de' buoni risparmi? Soggiunse S. Maestà. -Sire, risponde il presidente, ne vennero molti denari dall'America, ma ora quell'emigrazione non dà più risultati materiali soddisfacenti... -Vero, vero non la va bene più nè anche là... finisce di dire l'Imperatore.
Vengono presentati di poi ad uno ad uno i signori Capicomuni del distretto, pei quali tutti l'imperatore ha parole paterne e cordialissime; indi percorre attorno attorno tutto un immenso circolo di popolo al quale fa fronte la scolaresca numerosa con bandiere, diretta dai rispettivi maestri e maestre. A questi parla di scuole e di educazione, ed a loro raccomanda questa importante bisogna: di educare e poi istruire.
Finito il circolo, entra sotto l'arco dello stabilimento e sotto la tenda distesa al sollione di luglio che sferza a doppia forza. Quivi trova un eletto stuolo di signore, ed innanzi a loro due ragazzine che i fiori, offerti al graziosissimo Sovrano, accompagnano con un indirizzo vocale commoventissimo, al quale sorridendo risponde tenerissimi motti l'Imperatore. Finita la rivista, Egli ascende al primo piano dello stabilimento ove vien servito di una colazione che durò quasi un'ora. Nel frattempo la banda musica di Stenico si produsse con un bel programma, di cui una copia veniva presentata dal suo Preside all'augusto Monarca. L'ordine era tenuto dai pompieri di Fiavé, che si raddoppiavano con la loro ben nota disciplina, coadiuvati in ciò dalle guardie comunali e forestali, che tutte si trovavano sopra luogo.
I pompieri di Fiavé in una foto di inizio '900
Nissun disordine, anche minimo, si ebbe a deplorare, ma ovunque ossequio cordiale. La partenza poi era ancora più commovente. Agli spari di Villa, sopra Comano, tosto risposero quelli di Lomaso sull'altipiano di Campo, indi di Bleggio sulle alture di Cares, infine quelli di Stenico sopra al Ponte delle Tre Arche; gli evviva, gli urrà andavano succedendosi di mano in mano che passava oltre la carrozza imperiale. All'Albergo all'Opinione, dove le cooperative giudicariesi fanno lo smercio comulativo de' bozzoli, eravi addobbo degno di nota. Dopo le bandiere ed i drappi alle finestre, avresti veduti gli sgorboni pei bozzoli coronati di edera fare solenne spalliera, e sotto i fiori e gli arazzi del poggiolo con verdi frondi segnato l'ossequio al Monarca protettore della cooperazione agricola con queste parole: "Le cooperative giudicariesi".
All'Albergo Nazionale, alle Arche, nuovi ossequi e nuove ovazioni, e tra questi van notati due archi colossali di retto stile, uno al Bagno; l'altro sul ponte della Duina che portavano scritte alludenti alla speranza fondata che tale visita imperiale non sarà senza effetti efficaci pell'esaudimento dei secolarii desiderii di questo popolo fedele, degno di sorte migliore.
Apprendo in questo momento che la musica banda di Stenico venne premiata con fior. 50 per la sua eccellente produzione durante la refezione di S. Maestà.
Vostro A.R.



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