mercoledì 27 marzo 2013

L'inondazione di uccelli

"Il Popolo Trentino", 29 ottobre 1889 (Articolo di don Guetti riguardante l'abbondanza di uccelli nelle Giudicarie e la cattura di 800 uccelli in un solo "roccolo")

Ponte delle Tre Arche, 27 ott. (Z). - Son vivo ancora; vidi due volte passarmi vicino furioso il Sarca, ma mi risparmiò ancora; ne sia lodato Iddio. Ora ci minaccia, anzi siamo in mezzo ad un' innondazione di altro genere e precisamente di uccelli!!... Sicuro, queste nostre campagne in questi dì sono coperte alla lettera di montani (fringilla montifringilla); que' pochi covoni di grano saraceno che sono ancora allo scoperto, vengono presi d'assalto che è un piacere. I nostri rocolatori vanno in visibilio; in questo momento vedo caricare la Messaggeria con un sacco di montani che sorpassa i 16 Kilo di peso; sono 800 uccelli presi tutti ieri in un sol roccolo1. Questo sia suggello che sganni i troppo zelanti piagnucoloni, i quali lamentano la comparsa di molti insetti per la mancanza di uccelli. - Vedremo l'anno venturo se con tanta abbondanza d'uccelli, gli insetti se ne saranno andati.

1. Don Lorenzo probabilmente si riferiva alle "uccelande Salvadori" sulle alture di Pron nel Bleggio Inferiore (nei pressi di Castel Restor dove abitava l'onorevole don Giovanni Salvadori) che citava in un altro articolo: "Chi fosse amante di prospettiva non ha che da fare pochi minuti di strada all’altura di Pron, ove sono le uccellande Salvatori; da qui potrà godere uno de’ più bei panorami di questa classica vallata".



La zona di Pron si estende nella zona soprastante tra il paese di Bivedo e quello di Duvredo al confine con il bosco. Le uccellande Salvadori si trovavano nell'attuale casa Luchesa ai piedi del monte San Martino nel luogo dove finisce la strada che sale partendo da Bivedo. Il roccolo per la cattura degli uccelli era fornito di reti e di gabbie di legno con uccelli che facevano da richiamo. (Alcuni uccelli venivano infatti catturati e lasciati in gabbie nell'oscurità della casa. Gli uccelli poi venivano portati nelle gabbie vicino alle reti e esposti alla luce cantavano facendo da richiamo ad altri uccelli che rimanevano impigliati nelle reti).

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