martedì 9 aprile 2013

Gli insetti del mio melo

"Bollettino c.p.a.", 11 giugno 1890, (Effetti nocivi delle piogge per la frutta e considerazioni riguardo gli insetti e gli uccelli che si cibano di questi come il codirosso)

S. croce, 11 giugno. - Non vi son rose senza spine. Ed io, il buon omo, quasi quasi mi volevo persuadere del contrario quando vi scriveva l'ultima mia tutto rose e fiori, lasciando le spine nel dimenticatoio. Vengo ora alla rettifica ed a mettere le spine a posto. Dopo il 25 maggio ebbimo pure giornate di pioggia a catinelle, e l'effetto di spinoso quelle si fu che due terze parti delle frutta a granella se n'andarono a patrasso. Che anche quest'anno la nostra esposizione frutticola già preliminata da questo Consorzio agrario Distrettuale resti solo non pio desiderio? Speriamo di no, se giungeranno a maturanza quelle frutta che formano la terza parte risparmiata dalle pioggie. Negli alberi da frutta quest'anno si nota una quantità straordinaria di insettucci nocivi che vi fanno cose de populo barbaro. Gli uccelletti vi svolazzano attorno, vi faranno su magari i nidi, ma gli insetti pelosi e d'umor acre o puzzolente come sono per lo più que' nocivi, restano là in santa pace; sarei quasi tentato ad affermare che ove sono più uccelli, là vi sono i bruchi nocivi in maggior quantità.
Esemplare di codirosso
Non è uno sproposito scientifico che ora affermo, è un fatto che vedo ogni dì co' miei quattro occhi (compresi quelli di vetro) stando alla finestra del mio romitaggio. Nel muro dello stesso quest'anno vi mise il nido una coppia di codirossi (Ruticilla phoenicurus). Da cinque giorni i piccoli sono usciti dalle uova ed i genitori ogni minuto sono là ad imboccarli con qualche insettuccio. Di fronte sta un grosso pomo, pria carico di fiori ed ora carico d'insetti sine fine e di poche frutta; due codirossi nell'andare e venire dal nido si postano ogni volta sul pomo, ma per quanto stassi in vedetta, non vi beccarono giammai di questi insetti bensì si posano nel prato vicino e là in breve fanno preda di altri insetti, ma per lo più di carnivori, e quindi utili. Vedete che la pratica vale proprio più che la grammatica anche in questo punto non indifferente in agricoltura. *)
Ma basta di ciò e torniamo bomba. Cioè, tolte le spine della frutticoltura, il resto è ancora rose. I fieni vengono ora tagliati con bel tempo e restano quindi saporiti; il grano turco vegeta verde scuro ed in pochi dì verrà azzarito (arginato) come si dice da noi lombardamente. I bachi sono tra la III e IV muta e molti mangiano dalla grossa; i nostri, cioè quelli di codesto Istituto bacologico, continuano ad avere il primato. La foglia sebbene in aumento di prezzo, sarà sufficiente pella quantità di seme incubato, il quale è inferiore del 20% dell'anno scorso. Speriamo quindi di avere tanti e buoni bozzoli e faccio voti che vi siano ancora tanti e bravi compratori per non restare in balia di pochi o tra questi di qualche affarista uso viennese. Faccio punto e vi auguro buon San Vigilio.

*)Noi non possiamo condividere l'idea dell'egregio nostro corrispondente in riguardo all'utilità degli uccelli, anzi siamo pienamente convinti del contrario; poiché se si volesse osservar bene e spassionatamente la specie d'insetti che la suaccennata coppia di codirossi porta al nido ad ogni sua tornata, si troverebbe che non son tutte utili, ma per la maggior parte bruchi della famiglia delle Noctue, che sono quasi tutti nudi e quindi ricercati dagli uccelli. Conviene notare inoltre che non tutte le specie di insetti vengono perseguitate da una sola specie di uccelli, ma a seconda delle proprietà di cui questi ultimi vennero forniti da madre natura, gli uni si nutrono di preferenza di un insetto gli altri dell'altro. Così per esempio i Fringuelli ed i Passeri si fanno di preferenza addosso alle larve e crisalidi degli Anthonomus, ai bruchi del Bombyx neustria, a quelli della Diloba coeruleocephala, delle Noctue e delle Geometra ed infine ai pidocchi delle foglie che riescono tanto dannosi; il Beccafico, la Capinera, lo Scricciolo, ai pidocchi ed ai bruchi della Geometra ed altri piccoli insetti; le Cingallegre ai bruchi del Bombyx chrysorhoea di cui talvolta distruggono i nidi durante l'inverno e nella primavera per tempo per nutrir sé e la sua nidiata; il Cuculo distrugge perfino anche i bruchi pelosi del Bombyx dispar, bruchi che non vengono punto insidiati da altri uccelli; la Tuccola, i Corvi, l'Upupa, si mangiano i grillitalpa, i bruchi delle noctue, mentre le farfalle derivanti da questi ultimi vengono prese a volo dalle rondini. Anche i Maggiolini che in certe annate producono tanti danni, non sono senza nemici tra gli animatori dell'aria, e fra questi vogliamo accennare alle Averle, al Succiacapre, agli Stornelli, ed ai Falchi che li perseguitano allo stato d'insetto perfetto, mentre i Corvi e le Taccole quando pascolano per le praterie, estraggono da sotto la cotica le larve per nutrirsene. Oltre questi accennati v'ha ancora un grandissimo numero di uccelletti che sebbene sieno messi fra i granivori, pure all'epoca che hanno la nidiata si nutrono di preferenza d'insetti. Noi non sappiamo di che specie d'insetto sia colpito l'albero di cui ci parla il nostro egregio corrispondente; però dal sopra detto risulta che da una osservazione isolata non si può trarre un corollario che valga per tutti i casi, che nel presente suggerirebbe in certo modo una lotta ad oltranza contro tutti gli uccelli, perché alcuni di questi qualche volta pigliano degli insetti carnivori.
N.d.R.

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