mercoledì 1 maggio 2013

Schizzi di storia contemporanea V (f, g)


"La Famiglia Cristiana", 4 marzo 1892

Dalla Montagna, 1 marzo.
f) Alla vigilia delle elezioni dietali.
La confusione nel campo cattolico è al colmo. Il paese tutto vorrebbe rieleggere i deputati dimissionari. I clericali, nella gran maggioranza, camminando per la loro via, vorrebbero prima di tutto i vecchi deputati, tra i quali si notano uomini dotti, religiosi e giusti, leali e franchi, pratici degli affari per lunga esperienza parlamentare. Ma il Comitato ha una via tutta sua propria, e dei vecchi dimissionari non ne vuol sapere, perché di quegli ostinati neppur uno volle piegare il capo al suo programma. Ma gli elettori ci sono per nulla? Vero che il Comitato lascia agli elettori la proposta e la scelta dei candidati, ma solo per deferenza, non già per diritto. Se al Comitato accomoderanno i prescelti, li spalleggerà, se no? li abbandonerà a sè stessi, quando non arrivi a farne surrogare altri di suo piacimento. Gli elettori finalmente si fanno vivi; unioni di quì più o meno palesi, conferenze di là più o meno numerose. Essi conoscono, nella generalità, i propri diritti; quindi propongono i loro candidati, e non mancano coloro che in un modo o l'altro li fanno sapere al comitato. Dal collegio di Rovereto-Riva p.e. si propone un dimissionario, ed altro clericale cui dovrebbe piegare il capo il Trentino tutto. La Valsugana tien duro con due dimissionari. Fiemme-Primiero non si commovono punto; duri nei loro fidi, in barba al fatal compromesso, durissimi li sostengono ancora adesso. Le Giudicarie imitano l'indipendenza primierese e propongono due nomi nuovi. Solo Trento e le Valli del Nosio sembrano fedelissime al trono. A queste notizie il comitato vuol perdere la testa; ma rinforzato da nuovi uomini, senza tanto badare alla bussola, remiga, voga, tutto mette sossopra pur di arrivare alla riva almeno in qualche modo. Non sono però inutili le sue manovre. A Rovereto e Riva giunge a scartare l'ambo proposto, e vi fa surrogare due nomi tutti suoi. In Valsugana propone ancora altri due, per onor di firma almeno; in Giudicarie fa prova di eliminarne almeno uno che non gli fa buon sangue, ma non vi riesce, e facendo di necessità virtù accetta la lista.... Nei due collegi fedeli propone i suoi dal cuore, sebbene qualcuno non accetti esplicitamente il programma; ma non v' ha dubbio, sono tenuti puri e senza penombre; è questo che ci vuole; dunque avanti alla battaglia su tutta la linea. Suonan le trombe....

g) Il 16 dicembre 1891.
Tutto il Trentino è in movimento, da tutte le parti è un accorrere alle urne per la Religione e la Patria che variamente pericolano. I seggi sono già occupati dalle commissioni elettorali; vi è di tutto, bona mixta malis: purissimi, mezze tinte, rinnegati, liberali, governativi ancora. Il motto d' ordine della battaglia ingaggiata dal paese è: astensione. I veterani d'un tempo non si vedono; furono messi all'ostracismo, e quindi attendono in pace il verdetto del paese; se mai furono rei di tanta colpa si vedrà allo spoglio. L'ora è suonata; le urne si vuotano, e… risorgono i morti… Cinque tra i clericali dimissionari, messi all'ostracismo, sono solennemente risollevati dalla immeritata censura pei voti numerosi del·paese. Altri due vengono eletti ma con programma e antecedenti di astensione; un altro è liberale e quindi non è dei nostri; e quattro sono finalmente i liberi dell'andare e del non andare, i puri senza penombre! Vittoria! si grida a squarciagola; trionfo mai più, veduto nel Trentino! si ripete con asseveranza. Undici clericali usciti dalle urne sopra dodici seggi! Anzi sarebbero dodici, se i traditori del collegio di Rovereto non ci avessero guastata la vittoria. Bastavano i tre o quattro voti di coloro che mancarono alla consegna all'ultima cartuccia! Uh! i vigliacchi!! I loro nomi saranno registrati tra i fedifraghi più obbrobriosi... Proprio così?... E quello di aver scartato ai clericali di Rovereto e Riva i candidati da loro proposti, e che aveano la probabilità di riuscire 90 su 100, non contate per nulla? E se quei fedifraghi avessero voluto darvi una lezione: che impunemente cioè non si offende un sacrosanto diritto degli elettori? Se con ciò avessero voluto rimandare in gola al comitato quella frase anticostituzionale e peggio, la quale suona: Deputati che per deferenza si lasciavano proporre dagli elettori? Allora? – Infine chi vinse? A chi l'onore della memoranda giornata? Un orbo-miope lo vede. Coloro che mossero terra e nubi arrivarono a mettere assieme (siamo generosi) quattro deputati; coloro che giaceano nella polvere calpestati, morti e sepolti, e n'ebbero (e quì siamo avari) cinque. È chiara sì o no la risposta?. E si ebbe il fegato di gridare ripetutamente al trionfo, alla vittoria là donde si avrebbe dovuto con silenzio eloquente meditare alla solenne lezione!..
Ma e dove si lasciano gli altri due clericali usciti dalle urne? Non si devono appaiare coi quattro di sopra e così farne sei? Non lo dissi che questi due furono subìti (per energia degli elettori) dal comitato, il quale fece di necessità virtù spalleggiandoli, sebbene non avessero accettato nè prima nè poscia il famoso programma? Teste dure quelli lì; non usano piegarsi a forche caudine. Immaginatevi se si vorranno adattare alla volontà di un Direttorio qualunque! Dunque fiasco e non trionfo. (Continua)

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