Si
chiama colonia agricola un nucleo di piccoli stabilimenti agricoli
dove le persone e le famiglie de’ coloni, che giungono al paese
argentino, hanno tutte le facilitazioni per acquistare del buon
terreno a basso prezzo, istrumenti ed animali da lavoro, nonché i
viveri e gli altri articoli di prima necessità durante il tempo che
precede i primi raccolti. Il
governo nazionale, quello delle singole provincie, i municipii e
persino i privati fanno a gara nel fondare colonie. Nelle colonie
nazionali, il colono poté fin qui diventare anche proprietario di un
ettaro di terreno (2700 pertiche quadrate) per sole 10 lire. Le
provincie ove esistono maggior numero di colonie sono quelle di Santa
Fè, Entre Rios e Cordoba. La legge sulle terre per la colonizzazione
sanzionata dal Congresso Argentino ai 24 ottobre 1882 è del seguente
tenore:
Titolo
III. – Vendita di terre per l’agricoltura
1.
Una volta approvati i piani, che, a termini del prescritto dall’art.
9, deve preparare il dipartimento degli ingegneri, si pubblicheranno
nelle corrispondenti relazioni ufficiali e saranno distribuiti in
tutta la Repubblica ed all’estero.
2.
Una persona o società non potrà comperare meno di 25 ettari né più
di 400 nella stessa sezione.
3.
La compera si farà a mezzo di petizione scritta, innanzi il capo
d’ufficio di terre, il quale dovrà far constare in registro
speciale il giorno e l’ora in cui quella fu presentata, con
designazione espressa del paraggio che si domanda. Quest’atto sarà
firmato dall’interessato o in suo difetto dal mandatario con
procura legale.
4.
Il prezzo della vendita in Missioni e nel Chaco sarà di 2 pezzi
forti (10 lire) ogni ettaro; nella Pampa e nella Patagonia di 1 pezzo
forte e 50 centesimi (lire 7.50).
5.
Il pagamento si effettuerà nel modo seguente: una quinta parte a
contanti; il resto in quattro parti eguali, una allo scadere di ogni
anno.
6. I
compratori firmeranno cambiali per la parte del prezzo a scadenza e
potranno scontarle anzi tempo scontando loro l’ interesse del 6%.
7.
Il capo d’ufficio di terre consegnerà ai compratori un certificato
stampato su carta da bollo di 25 centesimi (lire 1.25). Detto
certificato è intrasferibile e sarà firmato dal capo d’ ufficio
col visto buono del presidente della contabilità.
8.
Queste aree possono essere acquistate soltanto da coloro che si
obbligano a coltivarle, dovendo, nel periodo dei primi tre anni, aver
coltivato la quinta parte di ogni lotto comperato.
9.
Agli acquirenti di terre che non compissero gli obblighi contratti
alla loro scadenza, si accorderà una proroga di un anno per una sol
volta pagando l’interesse del 6 %; e passato questo tempo senza
aver soddisfatto si procederà per conto del compratore alla vendita
del terreno in pubblica asta annunziandola con 15 giorni di
antecipazione.
.
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
.
13.
Compiute tutte le condizioni stabilite nella presente legge e pagato
il prezzo per intiero della terra, il potere esecutivo ordinerà al
notaio maggiore di governo che stenda l’analoga scrittura di
vendita a favore dell’interessato.
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.
25.
I compratori di terre sono obbligati al pagamento della contribuzione
diretta e delle altre imposte gravanti la proprietà radice,
dall’anno seguente a quello della compera, anche quando non siasi
consegnato il titolo definitivo.
La
grida parla chiaro e non ha bisogno di schiarimenti. La più antica
colonia chiamata «La Esperanza» venne fondata nel 1856 ed oggi
conta 3299 abitanti.
Gli
agricoltori sparsi nelle varie colonie sono 74 mila e posseggono un
valore totale di 157 milioni di lire, il che costituisce una
ricchezza media per testa di 2115 lire mentre in Italia abbiamo solo
1175 lire per capo. Dunque è più ricco il colono argentino
dell’italiano di lire 940.
Tutte
le colonie ora esistenti ora prosperano a meraviglia, e l’agricoltore
europeo, grazie al suolo ferace, al clima benigno, ed alla crescente
richiesta dei prodotti, in breve si crea un benessere con assai
minore fatica di quella a cui è avvezzo in Europa, e vi sono
numerosi individui coloni che arrivati all’Argentina nella più
assoluta povertà, ora godono delle comodità del proprietario agiato
e fors’anco ricco.
La
località migliore per la colonizzazione viene ritenuta quella del
territorio nazionale detto «delle Missioni». È così chiamato
perché quivi in modo speciale i Gesuiti fino dal 1631 si erano
stabiliti per convertire gli Indiani al cattolicismo ed alla
civilizzazione. Poche regioni come questa pel suolo ferace, pel clima
assai benigno e sano, sono tanto adeguate alla colonizzazione europea
su vasta scala. La ricca vegetazione delle sue immense foreste ancora
vergini è di una opulenza tropica. Fra tante piante utili si
annovera quella così detta yerba mate (ilex Paraguayensis),
l’infusione della quale a guisa di thè costituisce un articolo di
consumo d’uso generale nei paesi del Plata e tributarii. Dirò in
seguito il modo di usare di questa bibita ed i suoi effetti igienici.
Il
clima di questa plaga confinante col Brasile e l’Uruguai, mentre
permette la coltivazione di un numero straordinario di piante delle
zone temperate, favorisce la produzione di quelle ancora della zona
tropica, giacchè vi crescono simultaneamente rigogliosi in questo
terreno il frumento, il granoturco, ogni sorta di legumi europei, gli
aranci, il cotone, il tabacco, la canna da zuccaro. Questa terra
ferace, di considerevole estensione, ben irrigata e di poco costo, è
là aspettando a migliaia gli agricoltori d’Europa, già stanchi
d’aver logorate le forti lor braccia dietro alle terre natìe;
terre bensì fertili pur esse, ma incapaci di dare il sostentamento
ad una popolazione duplicata oltre il necessario, ed in pari tempo
offrire il scoprimento delle enormi esigenze delle pubbliche
contribuzioni. (Continua)
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