sabato 3 marzo 2012

Don Guetti e le tre emigrazioni


Emigranti del Bleggio all'inizio del '900
(Gianni Tosi)
L’emigrazione stagionale ha caratterizzato fin da epoche antiche l’area trentina. Ma senza dubbio, causa la crescente povertà, assunse una nuova connotazione a partire dalla seconda metà dell’ottocento, nel periodo in cui è vissuto don Lorenzo Guetti. Infatti tra 1870 e 1890 lasciarono il Trentino circa 24.000 persone per recarsi verso le Americhe. All’epoca di don Guetti si verificavano 3 tipi di emigrazione: una stagionale verso il limitrofo regno d’Italia, una definitiva verso le Americhe e una stagionale verso i lavori delle strade ferrate nel nord Europa.
Riguardo al problema dell’emigrazione, don Guetti auspicava la realizzazione di strutture organizzative e metteva a nudo la superficialità con cui si affrontava il fenomeno. L’emigrazione era vista dal curato di Quadra come il male minore “se non si vuol finire col morir di fame” tuttavia invitava a non emigrare “quelle famiglie che possono vivere anche strusciando poco ma animando i propri membri all’attività e a una maggiore economia, procurino di trovare qui la propria America”. Infatti uno dei problemi dell’emigrazione americana individuato da don Lorenzo era che mancasse “l’opportunità di santificare la feste coll’ascoltar la S.Messa, la predica e ricevere i SS. Sacramenti regolarmente”. Concludeva in questo modo un intervento su "La Voce Cattolica": “Per le Giudicarie è necessaria l’emigrazione invernale in Italia; è utile, intesa come sopra, l’emigrazione anche in America, ma è dannosissima sotto ogni aspetto l’emigrazione ai lavori delle strade ferrate”. Il giudizio più negativo era quindi espresso nei confronti dell’emigrazione verso i paesi nordici d’Europa non solo per il fatto che avvenendo d’estate sottraesse molte braccia al lavoro nei campi ma soprattutto perché “i nostri giovani ritornano a casa senza un soldo in saccoccia e con tutti i sette vizi capitali addosso”. Un idea che era stata propagandata anche dalla redazione de "La Voce Cattolica".
Possiamo quindi sottolineare che le maggiori preoccupazioni del curato di Quadra erano da un lato il contesto morale-religioso in cui si sarebbero venuti a trovare gli emigranti; dall’altro sottolineava che “nissuno parta per l’America alla cieca, alla sorte o solo fidato sulla parola fallace di qualche speculatore, ma solo se è chiamato colà da qualche parente od amico”. A questo proposito si spiega anche il contatto epistolare di don Lorenzo con il vescovo di Piacenza Scalabrini, fondatore della società di San Raffaele a difesa degli emigranti che analizzerò in altro intervento.
Si può notare anche un giudizio dapprima positivo di don Guetti nei confronti dell'emigrazione transoceanica. Le notizie che giungevano da oltreoceano lo portarono poi a preferire l'emigrazione verso l'Argentina piuttosto che quella verso gli Stati Uniti. In particolare Don Lorenzo riprendendo  varie lettere di emigrati in Texas, puntava il dito contro la cattiva direzione dei lavori e contro il clima troppo caldo che aveva causato la morte di due emigrati trentini. Don Lorenzo sosteneva invece l'emigrazione in Argentina; in una serie di 12 articoli pubblicati sulla Voce nel 1883-1884 presentava in generale  l'Argentina ai suoi curaziani, descriveva le buone condizioni di vita, il clima favorevole e la possibilità di fare guadagno. Tuttavia a partire dal 1885 le notizie che giungevano dagli emigranti in Argentina non erano più confortanti sia dal punto di vista economico che da quello morale. Un intervento di don Lorenzo pubblicato sull'Almanacco Agrario 1893 sottolinea il suo cambiamento di idee e i suoi dubbi: "L'emigrazione americana è un bene o un male? A questa domanda, posta innanzi a brucia pelo e così secca secca non si può rispondere".
Ma senza dubbio don Lorenzo dovette affrontare anche altri problemi legati all’emigrazione come il costante spopolamento soprattutto in inverno della componente maschile dei paesi. Fu lo stesso Don Guetti che, notando la mancata frequentazione delle scuole da parte di alcuni ragazzi più grandi emigrati ai lavori stagionali nel vicino regno d'Italia, chiese un finanziamento alle autorità austriache per istituire una scuola estiva in quel di Quadra. Ne è un altro esempio un documento con cui il curato di Quadra ricercava un nuovo fabbriciere:

On. Comune di Bleggio Superiore
Pella rinunzia di Annibale Fustini di Bivedo verte vacante il posto di primo fabbriciere di questa chiesa curata di St. Antonio.
A senso quindi della Norma d’Amministrazione eclesiastica / v. Bollettino della legge 25 genn. 1866 o Nota Luogotenenziale di stessa data N.598 / invitasi codesta Comunità di Quadra a proporre almeno entro 4 settimane un soggetto o 2 abili allo scopo affinchè confermato poscia dal sottoscritto possa entrare in carica al più presto possibile, mentre il citato fabbriciere Fustini emigra nella prossima settimana in America
Con stima si segna,
Dall’uffizio curaziale Quadra 29 Ott 1891
D.L. Guetti curato.

Il 16 novembre la rappresentanza di Larido elesse Antonio Fostini come risulta dal documento riportato a lato. La notizia è riportata anche sul libro esibiti redatto da don Guetti conservato presso l’archivio parrocchiale di Quadra in data 19 novembre 1891 con questa minuta di lettera: “Invito al comune di passare alla proposta di un nuovo fabbriciere pella dimissione di Fustini Annibale”.
E ancora un altro atto redatto da Don Lorenzo in data Settembre 1887 sanciva che il fabbriciere Rocca Giovanni della chiesa di San Rocco in Cavaione, chiesa sottoposta alla curazia di Quadra, emigrava in America e con il presente documento si dichiarava “vero e reale debitore” nei confronti della Fabbriceria di San Rocco “dei sopra detti fiorini 126.20, obbligandosi a restituirli antro 3 anni dalla data d’oggidì corrispondendo per intanto l’interesse del 4 ½ /quattro e mezzo/ %".
Infatti il costo per il viaggio oltre oceano si aggirava intorno alla cifra di 120 fiorini. Per finanziare tale spesa le famiglie trentine erano costrette ad indebitarsi nei confronti di signorotti locali o, in questo caso, con la Fabbriceria della chiesa, che a loro volta richiedevano obbligazioni, con garanzie personali e reali.
Interessanti inoltre risultano essere vari articoli di don Lorenzo in cui descriveva il momento della partenza e il tragitto che dovevano seguire, a dimostrare ancora una volta l'attaccamento del curato di Quadra nei confronti degli emigranti costretti a lasciare le loro terre natie.
Questi documenti ci fanno riflettere sull’importanza che rivestiva il fenomeno migratorio nelle nostre valli e fu di certo per questo che don Lorenzo fu uno dei primi a studiarlo approfonditamente. Il prete lomasino aveva infatti ideato un questionario molto preciso e, con l’aiuto di parroci e autorità comunali, nel 1888 pubblicò una “Statistica dell’emigrazione Americana avvenuta nel Trentino dal 1870 in poi, compilata da un curato di campagna”. In tale compendio sono riportati specchietti in cui vengono conteggiate e classificate le varie tipologie migratorie. Da questi dati si comprende come il fenomeno in oggetto fosse drammatico per la popolazione trentina.
Cartolina datata 29 dicembre 1901 indirizzata alla signorina Fani Luchesa dalla sorella Luchesa Maria di Cavaione (Lu. M.) con lo scopo di augurare un felice anno nuovo



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