Emigranti del Bleggio all'inizio del '900 (Gianni Tosi) |
L’emigrazione stagionale ha caratterizzato fin da epoche antiche
l’area trentina. Ma senza dubbio, causa la crescente povertà, assunse una nuova connotazione a partire dalla
seconda metà dell’ottocento, nel periodo in cui è vissuto don
Lorenzo Guetti. Infatti tra 1870 e 1890 lasciarono il Trentino circa
24.000 persone per recarsi verso le Americhe. All’epoca
di don Guetti si verificavano 3 tipi di emigrazione: una stagionale
verso il limitrofo regno d’Italia, una definitiva verso le Americhe
e una stagionale verso i lavori delle strade ferrate nel nord Europa.
Riguardo
al problema dell’emigrazione, don Guetti auspicava la realizzazione
di strutture organizzative e metteva a nudo la superficialità con
cui si affrontava il fenomeno. L’emigrazione era vista dal curato
di Quadra come il male minore “se non si vuol finire col morir di fame” tuttavia invitava a non emigrare “quelle famiglie che possono
vivere anche strusciando poco ma animando i propri membri
all’attività e a una maggiore economia, procurino di trovare qui
la propria America”. Infatti uno dei problemi dell’emigrazione
americana individuato da don Lorenzo era che mancasse “l’opportunità
di santificare la feste coll’ascoltar la S.Messa, la predica e
ricevere i SS. Sacramenti regolarmente”. Concludeva in questo
modo un intervento su "La Voce Cattolica": “Per le Giudicarie è
necessaria l’emigrazione invernale in Italia; è utile, intesa come
sopra, l’emigrazione anche in America, ma è dannosissima sotto
ogni aspetto l’emigrazione ai lavori delle strade ferrate”. Il giudizio più negativo era quindi espresso nei confronti
dell’emigrazione verso i paesi nordici d’Europa non solo per il
fatto che avvenendo d’estate sottraesse molte braccia al lavoro nei
campi ma soprattutto perché “i nostri giovani ritornano a casa
senza un soldo in saccoccia e con tutti i sette vizi capitali
addosso”.
Un idea che era stata propagandata anche dalla redazione de "La Voce
Cattolica".
Possiamo
quindi sottolineare che le maggiori preoccupazioni del curato di
Quadra erano da un lato il contesto morale-religioso in cui si
sarebbero venuti a trovare gli emigranti; dall’altro sottolineava
che “nissuno parta per l’America alla cieca, alla sorte o solo fidato sulla parola fallace di qualche speculatore, ma solo se è chiamato colà da qualche parente od amico”.
A questo proposito si spiega anche il contatto epistolare di don
Lorenzo con il vescovo di Piacenza Scalabrini, fondatore della
società di San Raffaele a difesa degli emigranti che analizzerò in altro intervento.
Si può notare anche un giudizio dapprima positivo di don Guetti nei confronti dell'emigrazione transoceanica. Le notizie che giungevano da oltreoceano lo portarono poi a preferire l'emigrazione verso l'Argentina piuttosto che quella verso gli Stati Uniti. In particolare Don Lorenzo riprendendo varie lettere di emigrati in Texas, puntava il dito contro la cattiva direzione dei lavori e contro il clima troppo caldo che aveva causato la morte di due emigrati trentini. Don Lorenzo sosteneva invece l'emigrazione in Argentina; in una serie di 12 articoli pubblicati sulla Voce nel 1883-1884 presentava in generale l'Argentina ai suoi curaziani, descriveva le buone condizioni di vita, il clima favorevole e la possibilità di fare guadagno. Tuttavia a partire dal 1885 le notizie che giungevano dagli emigranti in Argentina non erano più confortanti sia dal punto di vista economico che da quello morale. Un intervento di don Lorenzo pubblicato sull'Almanacco Agrario 1893 sottolinea il suo cambiamento di idee e i suoi dubbi: "L'emigrazione americana è un bene o un male? A questa domanda, posta innanzi a brucia pelo e così secca secca non si può rispondere".
Ma
senza dubbio don Lorenzo dovette affrontare anche altri problemi
legati all’emigrazione come il costante spopolamento soprattutto in
inverno della componente maschile dei paesi. Fu lo stesso Don Guetti che, notando la mancata frequentazione delle scuole da parte di alcuni ragazzi più grandi emigrati ai lavori stagionali nel vicino regno d'Italia, chiese un finanziamento alle autorità austriache per istituire una scuola estiva in quel di Quadra. Ne è un altro esempio un
documento con cui il curato di Quadra ricercava un nuovo
fabbriciere:
On.
Comune di Bleggio Superiore
Pella
rinunzia di Annibale Fustini di Bivedo verte vacante il posto di
primo fabbriciere di questa chiesa curata di St. Antonio.
A
senso quindi della Norma d’Amministrazione eclesiastica / v.
Bollettino della legge 25 genn. 1866 o Nota Luogotenenziale di stessa
data N.598 / invitasi codesta Comunità di Quadra
a proporre almeno entro 4 settimane un soggetto o 2 abili allo scopo
affinchè confermato poscia dal sottoscritto possa entrare in carica
al più presto possibile, mentre il citato fabbriciere Fustini emigra
nella prossima settimana in America
Con
stima si segna,
Dall’uffizio
curaziale Quadra 29 Ott 1891
D.L.
Guetti curato.
Il 16 novembre la rappresentanza di Larido elesse Antonio Fostini come risulta dal documento riportato a lato. La notizia è riportata anche sul libro esibiti redatto da don Guetti
conservato presso l’archivio parrocchiale di Quadra in data 19
novembre 1891 con questa minuta di lettera: “Invito al comune di
passare alla proposta di un nuovo fabbriciere pella dimissione di
Fustini Annibale”.
E ancora un altro atto redatto da Don Lorenzo in data Settembre 1887 sanciva che il
fabbriciere Rocca Giovanni della chiesa di San Rocco in Cavaione,
chiesa sottoposta alla curazia di Quadra, emigrava in America e con
il presente documento si dichiarava “vero e reale debitore”
nei confronti della Fabbriceria di San Rocco “dei sopra detti
fiorini 126.20, obbligandosi a restituirli antro 3 anni dalla data
d’oggidì corrispondendo per intanto l’interesse del 4 ½
/quattro e mezzo/ %".
Infatti il costo per il viaggio oltre oceano si
aggirava intorno alla cifra di 120 fiorini. Per finanziare tale spesa
le famiglie trentine erano costrette ad indebitarsi nei confronti di
signorotti locali o, in questo caso, con la Fabbriceria della chiesa,
che a loro volta richiedevano obbligazioni, con garanzie personali e
reali.
Interessanti inoltre risultano essere vari articoli di don Lorenzo in cui descriveva il momento della partenza e il tragitto che dovevano seguire, a dimostrare ancora una volta l'attaccamento del curato di Quadra nei confronti degli emigranti costretti a lasciare le loro terre natie.
Questi documenti ci fanno riflettere sull’importanza che rivestiva
il fenomeno migratorio nelle nostre valli e fu di certo per questo
che don Lorenzo fu uno dei primi a studiarlo approfonditamente. Il
prete lomasino aveva infatti ideato un questionario molto preciso e,
con l’aiuto di parroci e autorità comunali, nel 1888 pubblicò una
“Statistica dell’emigrazione Americana avvenuta nel Trentino
dal 1870 in poi, compilata da un curato di campagna”.
In tale compendio sono riportati specchietti in cui vengono
conteggiate e classificate le varie tipologie migratorie. Da questi
dati si comprende come il fenomeno in oggetto fosse drammatico per la
popolazione trentina.
Cartolina datata 29 dicembre 1901 indirizzata alla signorina Fani Luchesa dalla sorella Luchesa Maria di Cavaione (Lu. M.) con lo scopo di augurare un felice anno nuovo |
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