giovedì 29 dicembre 2011

Un uomo di giustizia per il Bleggio, le Giudicarie e il Trentino


 In vari aspetti della dimensione politica e sociale emerge il senso di giustizia di don Lorenzo: si appellava a statuti, leggi, testi per far valere i propri e gli altrui diritti. Non era di certo uomo che si arrendeva di fronte ad un rifiuto o ad un oltraggio alla vigente legge; la stessa dimensione politica del suo agire ad Innsbruck e Vienna lo dimostrò.
In tutti i campi in cui agiva, da quelli che lo toccavano da vicino come la vertenza sulla propria congrua e i diritti dei curati rispetto ai parroci, a quelli che riguardavano i suoi grandi impegni come la cooperazione e l’attività politica, emergerà prepotentemente questo aspetto.

C’è la legge che parla chiaro su ciò, e alla legge ci deve stare anche il referente, e se non ci sta si ricorre all’autorità superiore, magari fino a Vienna, e sebbene in ritardo giustizia si farà. Si crede che il Papa sia cattolico, dice il Giusti; (Giuseppe Giusti) e così si crede che chi fa la legge, l’osservi; non vi pare?”.

Per quanto riguarda questo paragrafo analizzerò tale dimensione del curato di Quadra relativamente alla vertenza da lui avviata per ottenere un “completamento di congrua” negli ultimi anni di permanenza alla Quadra.
Campo Lomaso in una cartolina d'epoca

I sacerdoti erano stipendiati dal ministero austriaco della pubblica istruzione e del culto con la cosiddetta “congrua”. La somma era prelevata dal “Fondo di religione”, costituitosi coi beni provenienti dall’incameramento di numerosi conventi da parte di Giuseppe II e riconosciuto proprietà ecclesiastica con patente imperiale del 4 marzo 1849.
La questione riguardante la congrua si estende a gran parte del periodo che don Lorenzo passò nella curazia di Quadra. Già nel 1887 dalle colonne della “Voce Cattolica” si era lamentato riguardo alla misera paga che ricevevano i curati.

E poi hanno il fegato di dischiararci in lettere sotto segnate che non meritiamo d’essere compresi nel complemento di congrua perché siamo dipendenti?... Han proprio ragione: dipendiamo dai debiti, e siamo servi magrissimi della fa…me”.

Don Lorenzo aveva analizzato la questione in un articolo pubblicato precedentemente su La Voce Cattolica in cui spiegava protestando che solo i sacerdoti indipendenti, ovvero quelli che godevano di beneficio parrocchiale, potevano ottenere l'aumento di congrua. Solo i parroci quindi e pochi altri potevano accedere a questo aumento. Con tono sarcastico don Lorenzo concludeva "Dunque si stava meglio quando si stava peggio".
Nei vari archivi parrocchiali del Bleggio sono inoltre custoditi vari documenti relativi a tale disputa riguardante la richiesta di una miglioria di congrua. Analizzandoli si può trarre questa conclusione: le richieste di don Lorenzo relative al percepimento di un maggiore compenso si appoggiavano sempre a motivazioni dettate dalla stessa legge austriaca e non a mera protesta da parte del curato di Quadra. Anche in questo caso emergono le qualità e le capacità di un uomo che, riguardo al compenso per i preti, ne sapeva probabilmente più degli stessi funzionari austriaci con cui interloquiva. Spesso è la stessa farraginosità del sistema amministrativo austriaco che sembra essere la causa del mancato accoglimento delle richieste di don Lorenzo. La lettera di quest’ultimo qui riportata sembra stigmatizzare gli aspetti appena enunciati:

Inclita Imperial Regia Capitaneria

Con decreto capitanale di codesto Inclito Capitano dei 19 Aprile 1890 N° 2379 mi veniva riferito che il mio ricorso contro la decisione Luogotenenziale 24 Ottobre p.p. N°28224 non potea venire preso in pertrattazione pel motivo che prima codesta Inclita Carica doveva avenire se a carico del Comune o di una o più frazioni esista l'obbligo di portare un contributo alla congrua del sottoscritto; e solo dopo tale decisione era permesso al sottoscritto di presentare nuova Fassione pel completamento di congrua.
Codesto Inclito Capitanale con sentenza dei 26 Novembre 1890 N°8921 pronunciava che nè il Comune complessivo di Bleggio Superiore nè una o più delle frazioni del sancito comune sono legalmente obbligati a portare un contributo per la congrua del Curato di Quadra.
Contro questa sentenza fece ricorso l' I. R. Procura di Finanza in Innsbruch, ma l'Eccelsa Luogotenenza d'Innsbruch con decreto dei 19 Maggio 1891 N°6043 confermò pienamente la decisione Capitanale come fu riferito al sottoscritto con decreto di codesta Emerita Carica dei 27 luglio p.p. N° 4017.
Ignorando il sottoscritto se l'I.R. Procura d'Innsbruch abbia o meno presentato in tempo utile al Paracelso I.R. Ministero per il culto e l'Istruzione e non potendo più protrarre in avanti un affare di somma importanza pel sottoscritto qual è questo del completamento della sua congrua che pende già dalla fine del 1888, in base alla prelodata decisione capitanale riconfermata dall'Eccelsa luogotenenza presenta la nuova fassione con gli allegati debitamente bollati perché tosto sia innalzata all'Eccelsa I.R. Luogotenenza d'Innsbruch per la sua approvazione ad prologo complessivamente”.

Tale documento non reca né la firma né la data ma è collocabile in data 25 gennaio 1892 grazie alla nota presente sul libro esibiti redatto da don Guetti che recita: “Presenta all’I.R.Capitanato Supplica con la Fassione in duplo e N.4 allegati per la rettifica al completamento di congrua propone tosto innalzata all’Eccelsa I. R. Luogotenenza”.
Solo dopo cinque mesi don Lorenzo otterrà il “completamento di congrua” venendo a capo di una vertenza che durava ormai da anni. Come afferma il documento, secondo la legge austriaca il curato doveva percepire 400 fiorini all’anno. Dall’analisi della fassione della curazia di Quadra fu stabilito un reddito netto di 244.91 fiorini; per questo motivo il Ministero del culto, vagliato il fatto che il comune non era obbligato a prestare una contribuzione per la congrua del curato (come da tempo don Lorenzo sottolineava), stabiliva un complemento di congrua annuo di fiorini 155.08 da versarsi in rate trimestrali.

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