lunedì 26 marzo 2012

Le stufe Pucci per i bachi

"Bollettino C.P.A.", 22 luglio 1890 (Situazione dei bachi da seta a Lundo e a Santa Croce ed uso delle stufe Pucc)

S. Croce, 22 luglio. Finito il raccolto de' bozzoli, sta bene uno sguardo retrospettivo sull'andamento de' bachi e dell'esito generale e finale. Le nascite furono regolarissime per il seme bachi di sicura provenienza e bene conservato fino all'epoca d'incubazione, e quando questa si fece colla testa, e non co' piedi. Dove funzionano le stufe Pucci, delle quali ve ne sono già 5 a S. Croce, l'esito delle nascite fu brillantissimo, ove poi si continua la covatura all'adamitica1 cioè coi piedi nel letto o peggio, non si può dire questo tanto. A Lundo p.e. vi furono de' lagni nelle nascite de' bachi anche provenienti dal seme di codesto Consiglio ed il gran perché si deve trovare nel modo di incubazione ed in quello di conservare il seme pria di metterlo in covatura. Lundo è il paesello più elevato di altezza barometrica della valle e quindi in ritardo colla stagione bacologica, ne va che se il seme non è tenuto a regolare temperatura, viene mezzo incubato pria di metterlo a regolare incubazione e da qui le nascite irregolari. Sarei quindi per suggerire a que' bravi alpigiani che ancora nel marzo ritirassero il seme e lo ponessero in luogo ben riparato nel proprio paese sotto la sorveglianza di persona capace p.e. del maestro del luogo e che da questo locale venga tolto solo al tempo della covatura. Questa poi si faccia cumulativa in buon locale spazioso per mezzo di stufa Pucci della quale il Consorzio è sempre pronto a concorrervi colla spesa, spedendo il muratore pratico, e si vedrà quale esito brillantissimo di nascite, donde proviene il primo passo per un buon raccolto. Lundo che è sempre in prima linea nel progresso agricolo della valle non deve essere retrogrado in questo ramo importante e molto più perché questo paese è quello che prima di tutti e con maggior contingente fece onore al seme bachi confezionato da codesto Istituto bacologico. So che parlo a gente intelligente ed amica e non dubito d'essere tosto ascoltato. 
La stagione degli sbalzi di temperatura frequentissimi portò lungo la vita dei bachi buon numero di gattine, le quali decimarono in tanti il raccolto, ma in genere questo fu buono, sebbene inferiore a quello dell'anno passato. Vi fu anche minore quantità di seme incubato dell'anno scorso circa 20% in meno. Il prezzo de' bozzoli fu più elevato dell'anno scorso, ma pelle solite peripezie cui va soggetto questo mercato, non fu corrispondente al giusto prezzo. Si sente di anno in anno più vivo il bisogno di provvedere in proposito, e tutte le speranze stanno nelle pratiche che incamminerà codesto benemerito Consiglio d'Agricoltura. Vi so dire che qui si sta studiando la cosa sul serio e sarei felice potervi annunziare alcunché di pratico per l'avvenire. Non è certo conforme a verità l'asserire che presso noi l'affarismo sia immaginazione, è, e sta per diventare verità dannosa e dolorosa se i ripari non sono pronti ed energici.
La raccolta della segala e frumento è abbondante, il grano turco è di una vegetazione rigogliosissima; i secondi fieni assai promettenti; le frutta scarse e non perfette. I bovini, specialmente femmine, si mantengono ad alto prezzo. L'acquazzone della settimana scorsa da noi non fece danno di sorta perché.... perché non si fecero fatture per raddrizzare le gambe ai cani, cioè l'acqua si lascia andare ove la manda Domineddio e le leggi naturali; pare che questa sarebbe stata miglior cosa se fosse stata praticata anche oltre Durone ed altrove. Ma punto e basta. Vostro.
R.
La Pieve di Santa Croce e la croce monumentale in una foto del settembre 1939. Nell’estate del 1934, durante un temporale, un fulmine conteso tra il parafulmine della chiesa e quello di casa Salvadori si abbatté sulla croce incrinando a metà il braccio. Per la ricostruzione, dopo una colletta tra la popolazione, fu sgrezzato un masso erratico di 90 quintali proveniente dal passo del Durone. (Livio M. Caldera, La pieve del Bleggio nella storia e nell'arte, p. 212; Fotografia per gentile concessione di Livio Caldera, nipote del defunto autore).

1. Con Il termine covatura all'adamitica si intendeva il far schiudere il seme del baco da seta con il calore del corpo, del seno della donna in particolare. Questa operazione veniva compiuta tramite una specie di borsettina legata al seno nel quale era posto il seme-bachi, per una durata di venti giorni circa necessari alla schiusa delle piccole uova.

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