"La Famiglia cristiana", 7 marzo 1892
Dalla montagna, 4 marzo.
Conclusione. - Dalle cose riportate a più d'uno ritornerà il desiderio di sapere chi sia questo montanaro sui generis che con piglio così sicuro spiattella certi fatti e verità cui non s'è avezzi da tempo. E' effetto del sangue italiano che scorre nelle sue vene, il quale vuole che si scriva come si sa e si pensa, senza incartocciature, quando si è persuasi di fare il bene della patria. Ma con questo modo si va ad offendere il terzo ed il quarto! E che mai importa ciò? E se questo terzo e quarto facessero del male al mio paese, fosse pure anche in buona fede? Io non guardo a loro; guardo al bene comune e non a quello privato, e tiro avanti. Ma con ciò non hai finito? Eh, signori no, attenti ora alla morale. Forse più d'uno dovrà confessare che per un montanaro è molto. Sentite dunque: non basta condannare il passato, quando fu mal fatto, ma è necessario pensare a porvi radicale rimedio per avviare un avvenire migliore. E come fare? Amandoci tutti noi clericali del Trentino sotto un solo vessillo - Dio e Patria. -
Dio; e qui siamo tutti d'accordo in antecedenza; il nostro programma sta da anni registrato su questo punto nel libro d'oro, il Catechismo.
Patria; e per patria noi intendiamo la patria trentina, non mica quella della Australia, o della Patagonia, e nemmeno quella d'oltre Brenner o sotto Peri. Per questa patria è necessaria un' amministrazione assolutamente sua propria; il lasciare andar le cose altrimenti sarebbe un lavoro contro la patria. Quindi autonomia del trentino; e per questa autonomia dobbiamo lavorare di mani e di piedi, sempre, in tutte le occasioni, con tutta franchezza, senza mezze misure, con tutti i mezzi che ci dà e permette la legge, ed in tutti i modi permessi dalla coscienza di cattolici e dal dovere di sudditi fedeli.
Trentini! Che cosa ne dite di questo chiaro programma? Non lo abbraccierete tutti con entusiasmo? E' l'unico in cui si possano unire tutte le forze clericali del paese; questo è il momento più opportuno per farlo. Dunque organizziamoci su questo programma con criterii generosi e punto esclusivisti: un cor solo, un solo spirito, per Dio e per la patria cammineremo a sicure vittorie.
Sotto questa bandiera non pretendiamo di camminar noi soli dal vecchio stampo, ma desideriamo che s'accolgano a raccolta tutti i cattolici del Trentino, e in modo speciale il laicato cattolico; anzi è in modo speciale ai laici che noi ora facciamo appello, è in loro che poniamo le più belle speranze. Il Clero trentino camminerà sempre ai suoi fianchi fido consigliere, viaggiatore, amico, compatriotta sincero. Ma nelle battaglie della patria devono essere i laici gli alfieri che piantano la bandiera sui bastioni della cittadella assalita. Il Clero seguirà la mischia sul Carroccio benedicendo ed animando. Ed i valorosi tra il laicato saranno forse pochi? No; noi li conosciamo, noi già abbiamo più volte udite le loro ardenti brame: un programma netto e franco di cattolici e di nazionali aspettiamo noi. Fuori chi ce lo porga e noi lo seguiremo con ardore. Ebbene, il programma, che ora vi si offre, vi piace? Non vi sembra il più naturale pel nostro amato paese? Non è quello che da tempo voi desiderate tutti? Via adunque le meticolosità, le viste secondarie, e le reciproche recriminazioni. Parole dette e stampate le furono molte; i fatti pochi fin qui. Uniamoci tutti e proviamo colle opere che anche i cattolici sanno amare la patria e difenderla nelle battaglie impegnate per la sua esistenza, per la sua prosperità.
Il Montanaro
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