martedì 12 giugno 2012

La strada Riva-Ballino-Durone-Tione

"La Voce Cattolica", 17 febbraio 1881 (Progetto della strada Riva-Ballino-Durone-Tione, sue varianti e difficoltà nel reperire i mezzi finanziari visti i forti debiti contratti per la strada Scaletta-Limarò).

Dalle Giudicarie. - Ci scrivono: Un progetto di strada da Riva-Ballino-Durone-Tione. Il famoso Gattamelata diretto dal conte Paride Lodrone ai 4 settembre 1438, levava dal suo corpo di Brescia buone squadre di fanti e di cavalli, ed arrivato per la valle del Chiese sulle alture di Durone fugò i contadini ed i soldati del Conte d'Arco, e per Tenno e Riva giungeva agli 8 detto mese a Verona in soccorso de' Veneti! - Questo per esordio alla notizia che da parecchi mesi va diffondendosi in queste valli di un nuovo tronco di strada che si medita fare da Riva-Ballino-Durone e Tione.
A quanto si vocifera quest'idea è molto caldeggiata dagli abitanti della regione del Benàco, e se fosse solo un poco assecondata anche dagli abitanti le Giudicarie cis e trans duroniani, facilmente verrebbe realizzata. Ma temo, e molto, che questa strada resti tra quelle di là da venire.
In primis pare che non si vada d'accordo sulla linea da tracciarsi. Chi la vuole proprio per il Durone perché più breve, più sicura e se si vuole più storica e più romantica; altri invece, perché più economica sebbene più lunga, la vorrebbe per la Scaletta: cioè che da Cavrasto-S. Croce-Cillà con due rapide svolte discendesse al Ponte di Pià per congiungersi alla strada della Concorrenza. Quest'ultimo progetto pareva diventasse realtà anche nel 1848, ma le turbolenze politiche d'allora, come nel resto, anche in questo fecero andare a monte la partita.
In secondo luogo i cittadini di Riva fanno calcolo, cosa naturalissima, anche sul concorso di questi comuni alpigiani; ma qui appunto sta il busillis maledetto! Parlate ai nostri contadini di strade e stradoni, e vi ripeteranno con accento lombardo, che essi ne hanno abbastanza fino alla fine del mondo della sola strada della Scaletta-Limarò, per far la quale contrassero debiti enormi per le loro forze ed in gran parte ancora da pagarsi; e per mantenerla ne fanno ogni giorno degli altri, senza speranza, pare ormai, di potersi più liberare da questa fatale sanguisuga.
In fine colla spada di Damocle che ci sta sopra capo ogni momento di nuove gabelle, tasse, tariffe, steore, sovraimposte, addizionali, equivalenti, casatico et cetera, come volete che questo povero popolo possa pensare a farsi delle comodità stradali? Sapete che? Se si trattasse di abbreviar la strada per l'America, v'assicuro che ci starebbero tutti anche i contadini di queste valli, perché se a panza voda non si può far all'amor in Valsugana, neppur in Giudicarie con un vuoto di tal genere si può far buon Carnovale.
R.

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