IV
La
processione al monte nella siccità del 1895
Siamo
nell'autunno dell'anno 1895; una desolante siccità colpisce tutto il
Trentino. Fino dal 20 luglio le terre non sono ammollite da una
pioggia ristoratrice, ma arse da infuocati raggi solari da fare
ascendere il termometro Rèamur ai 28, 30 e 32 gradi. Le fonti si
disseccano, ed alle scarse raccolte si aggiunge l'impossibilità di
fendere la terra per affidarle le sementi autunnali. Qua e là ardono
i monti e formano tetra corona alle macerie ancora fumanti
dell'immane incendio di Tione.
Tutto
è squallore; i pochi ed appassiti frutti cadono assieme alle
disseccate foglie; non stilla di rugiada che ci rinfreschi, ma
cocente sole che ogni giorno rende il calore soffocante. Le pendici
intorno a questa valle, i boschi dei monti, tutto rosseggia, tutto è
arido e secco. Gli armenti scaricati dalle malghe anzi tempo, sono
chiusi nelle stalle, non trovando filo d'erba verde pel pascolo
autunnale. I prezzi degli stessi già segnano un ribasso e tradiscono
anche da questo lato le speranze del povero alpigiano.
Da
oltre un mese con pubbliche preghiere si invoca dal Signore la
desiderata pioggia; dovunque si fanno pellegrinaggi di devozione, e
vengono invocati i Santi più miracolosi.
Anche
qui, dopo replicati Tridui al SS.mo Sacramento ed a S. Croce, si
viene a praticare tutto quello che si notò più sopra prima di
venire alla solenne esposizione di Santa Croce e sua processione al
monte. Le istanze che si venisse ad emettere il voto furono vivissime
da parte dei parrocchiani e degli esteri, finché il giorno 29
settembre si lesse sulla porta della Chiesa il seguente
AVVISO
SACRO.
In
seguito a domanda dei due onorevoli comuni di Bleggio Superiore ed
Inferiore e coll'adesione del R.P.V. Ordinariato di Trento.
Venerdì
4 ottobre
si
trasporterà con istraordinaria processione sul monte della Guarda il
prodigioso legno della Croce che da oltre tre secoli si venera in
questa Chiesa parrocchiale.
Il
mercoledì a sera verrà levata dalla sua nicchia la Croce miracolosa
ed esposta nella Cappella per l'adorazione de' Confratelli del SS.mo
Sacramento; il Venerdì, all'albeggiare, partirà la processione
verso il monte per la via di Quadra seguendo l'ordine che si tenne il
23 agosto 1861, ultima volta che fu portata in processione.
Essendo
nota la fede e la devozione dei Giudicariesi per questo Santo Legno,
si spera che vi concorreranno in gran numero con sentimenti di vera
pietà.
S.
Croce, 22 settembre 1895.
p.
G. BATTA LENZI Parroco.
In
quella stessa Domenica 29 settembre il m. rev.do sig. Parroco di S.
Croce dal pergamo tracciò il modo che i fedeli dovevano tenere nella
processione, e disse pure che avea incamminati gli atti presso la
R.ma Curia per ottenere il permesso di poter celebrare la S. Messa
sul monte. Animò tutti ad intervenire divotamente e non prendere la
cosa come un divertimento, ma ad essere penetrati da vero spirito di
cristiana divozione e, coloro che si sentissero, a fare il viaggio
digiuni e con sentimento di penitenza.
Ai
Comuni raccomandò la riattazione delle strade per il passaggio del
popolo e degli stendardi.
Il
concorso del popolo nei giorni della esposizione di S. Croce fu
numeroso e devoto; il giorno innanzi, cioè il 3 ottobre, fu un
continuo andirivieni di devoti forestieri che giungevano da ogni
parte per essere presenti alla funzione del giorno 4. Alle ore 1 di
notte il segno delle campane invitava i fedeli della Parrocchia a
radunarsi nella Chiesa. Alle ore 11/2 la Chiesa era piena zeppa e
lo stradale di Villa era ingombro di gente che continuava ad
arrivare. Alle 2 fu celebrata la prima S. Messa dal Curato di Campo,
e fu messa doppia guardia di confratelli attorno al Santo Legno per
tener l'ordine fra i fedeli che accorrevano per baciarla. Erano due
correnti di flusso e riflusso di divoti che andavano e venivano, e in
quella notte, tutti erano forestieri. (Così dalle note fatte da un
confratello ivi presente).
Arrivato
a questo punto, il compilatore cede la penna al Cronista della Famiglia Cristiana di Trento, che su quel giornale ci descrive
questa sacra funzione come segue:
“Degno
dei fasti giudicariesi, e segnarsi albo
lapillo, egli
fu certo questo giorno consacrato ad onore della Croce
taumaturga per ottenere la tanto sospirata pioggia. Quella fede viva
dei nostri avi verso questo Vessillo di redenzione non è spenta ma
brilla vivissima anche nei tardi nipoti, e l'ottimo Iddio ne la
ricambiò già a chiari indizii. Vorrei tentare di far una giusta
relazione della processione
di ieri,
nella quale si portò la Croce sul monte, ma prevedo che n'uscirà
una meschina cosa di fronte alla realtà che ci fu dato vedere e
gustare. Venerdì 27 settembre dopo un giorno di adorazione fatto da
tutto il popolo di Bleggio in onore a Gesù in Sacramento, le due
rappresentanze comunali al completo si adunavano nella chiesa
parocchiale, e là dinanzi al Crocefisso prostrate a terra assieme al
parroco emettevano il voto solenne di portare, secondo il rito antico
e le antiche tradizioni, la S. Croce sul monte al prossimo venerdì.
-Fu una scena commovente quella e che strappò a più d'uno dei
presenti delle lagrime calde di commozione. -La
notte seguente la prima acqua cadeva nella vallata.
Mercoledì
2 ottobre, dopo i vespri solenni, si venne a togliere il Legno Santo
dalla nicchia del suo altare ove si stava senza esser mosso da 34
anni (ultima volta che si portò ancora sul monte) e veniva deposto
nella capella rispettiva adagiato sopra cuscini e guardato giorno e
notte per turno di un'ora da sei confratelli del SS. Sacramento.
-Numeroso popolo era presente a quella solenne ed imponente
cerimonia, fra lagrime di pentimento e sussulti di cuori commossi.
I
tribunali di penitenza venivano assediati giorno e notte, e le
comunioni dei devoti furono in numero consolantissimo. -Intanto
venivano divulgati gli avvisi che all'alba del giorno 4 ottobre la
Croce benedetta sarebbe portata in processione di penitenza dalla
chiesa fino sul monte, al luogo ove la primiera pietà l'aveva
innalzata già da oltre tre secoli.
La
notte seguente cadde, dalle ore I. ant fino alle 6 una pioggia
sufficiente per le seminagioni autunnali.
La
divozione alla S. Croce di Bleggio è grandissima nelle Giudicarie
tutte e nelle vallate vicine, e perfino nel vicino regno, e già si
prevedeva un concorso numeroso a questa processione; ma la realtà
superò di gran lunga l'aspettazione, perché non si ebbe giammai fin
quì a numerare tanto popolo accorso in simili occasioni. Il giorno 3
ottobre cominciarono a venire quelli più lontani e nella notte dai 3
ai 4 ottobre venne il resto. -Una notte illuminata da una luna piena
e rinfrescata dall'acqua caduta e dalla burrasca scatenatasi dal
Gruppo di Brenta circa le 9 del giorno 3, la quale fece nascere un
vento da portarci via tutte le nubi. -Già alle una dopo la
mezzanotte le campane suonavano lontano lontano. -Era il segnale che
s'avviava qualche processione di divoti alla volta di Bleggio. Alle
due dalle alture di Banale segnalavasi una lunga fila di lumi; erano
quelli di S. Lorenzo in numero di 500 guidati dal loro curato; indi
un' altra più lunga discendeva da Stenico; una da Ballino guidata
dal curato; e nel mentre s'avviava alle 3 quella da Fiavé col
proprio curato, dando commovente spettacolo nel percorso di
quell'altipiano, dalle alture del Durone si faceva innanzi maestosa
quella di Saone. Erano cinque le processioni che come striscie lunghe
di fuoco si vedevano qua e là tutte convergere ad un unico centro,
S. Croce di Bleggio. Il suono dei sacri bronzi, i canti di penitenza
che si spandevano per l'aere in quella notte serena, erano tale uno
spettacolo all'uomo di fede che cavava le lagrime. Intanto sulle
alture di Bleggio, come faro dal porto, si vedeva a luce bengalica
illuminata la Croce
monumentale,
la quale "Fede
e voto d'un popolo di forti, dal granitico masso ergea la testa".
Scena reciproca di commozione era l'incontro fraterno che la
Confraternita di S. Croce, con alla testa il clero della parrocchia,
faceva alle singole processioni man mano che arrivavano. Gli
stendardi, i gonfaloni splendevano anche di notte pel lucicare dei
lumi, per il chiarore della luna; -ad ore 4 1/4 tutto lo
spiazzale di S. Croce, tutta la chiesa, era zeppa di divoti. Ad ore
4 3/4 finalmente comincia a sfilare la lunga processione,
ed i primi toccavano le alture di Quadra quando appena usciva la
Croce, levata da sei sacerdoti e portata da loro per tutto il
percorso dello spiazzale. Dopo il popolo maschio seguivano 800
confratelli in divisa e candela con un buon numero di lanterne,
gonfaloni e stendardi; veniva poscia la pesante Croce portata da
confratelli che di quando in quando si davano il cambio, grati della
sorte di provare in
minimun i
patimenti di Cristo nell'ascesa al calvario. -Seguiva il clero in
numero di 14 sacerdoti, e sotto il baldacchino il parroco di Bleggio
che portava la reliquia della S. Croce. Dopo il clero, una
lunghissima fila di consorelle, parte in divisa e le più senza, ma
tutte con ceri in mano da formare una lunga striscia di fuoco che a
curve e giri ascendeva la lunga pendice che porta al monte di S.
Martino ed al luogo
della Guarda,
meta del pellegrinaggio devoto. -Il Vexillo
Regis prodeunt,
lo Stabat
Mater,
il Miserere,
il S. Rosario, erano le preghiere che si cantavano, si ripetevano, si
alternavano, si confondevano lungo il tragitto. Quale scena
indescrivibile! Gli intervenuti alla sola processione sommarono ad
8700, dei quali 3940 donne! Se vi aggiungiamo il migliaio di persone
che stavano sul luogo alla Guarda, e le poche impotenti ad ascendere
che se ne stettero alla parrocchiale, si può dire, senza tema, che
le persone accorse a questa solenne manifestazione di pietà e di
fede erano 10 mila, altri più rigorosi ne sommarono 9000.
E
tutto questo popolo si trovava a 1100 metri sopra il livello del mare
allo spuntare del sole - furono impiegate più di due ore nella
salita - e tutto raccolto nell'unico piano inclinato della Guarda,
luogo da cui l'occhio spazia su tutte le Giudicarie esteriori.
Portata la Croce al sasso, dove circa tre secoli fa veniva eretta la
prima volta, coll'aiuto delle corde e di puntelli si alza e si
rimette nel buco del granitico masso. Ai piedi della stessa si
prepara tosto l'altare per la S. Messa.
Era
la prima volta che là si celebravano i divini misteri, e questa fu
una grazia specialissima che ci fece il nostro Principe Vescovo
volendo favorire ancora una volta, come fecero gli antichi Pastori
tridentini, i suoi giudicariesi. Tanta grazia fu accolta con sentita
riconoscenza da tutti, e ad ore 7 1/2dopo l'incensazione della
reliquia della S. Croce, il coro di Bleggio intuonava il Kyrie della
messa votiva in onore di S. Croce. Un popolo di 10 mila persone era
là prostrato sulla zolla inaridita e sull'erica secca per
ringraziare Iddio della pioggia ottenuta mercé la virtù della S.
Croce e per ottenerne dell'altra. Eravamo là tra cielo e terre, e si
parlava con Dio da tu a tu, come il nocchiere in alto mare. La s.
Messa veniva celebrata dal parroco locale.
Al
vangelo ascende il pulpito, preparato a fianco dell'altare, il curato
di Fiavé e saluta la croce con una voce baritonale in re alto con
queste parole: -Salve croce santa e taumaturga; nelle umane
sorti "unica a noi mortali speme che resta" salve! O
crux ave spes unica! e per 23 minuti con cuore commosso e
convinto parlò alla moltitudine che attentissima e commossa pendeva
dal suo labbro. -Dimostrato il perché degli umani flagelli mandati
da Dio, ed in ispecie della passata siccità, toccando dei disordini
presenti nell'umana società non esclusa quella giudicariese, venne
additando al modo di allontanarli col far ricorso a Dio colla
preghiera e col pentimento. L'esame di coscienza che fece l'oratore
per sé stesso e fece fare a tutti noi, là dinanzi alla Croce,
simbolo di quella che discenderà con Cristo sulle nubi nell'estremo
giudizio, commosse e conquise. In fine chiudeva il suo dire
coll'animarci alla preghiera e ad unirci al sacerdote che per la
prima volta dopo la creazione del mondo celebrava colà il divin
Sacrificio onde chiedere la conversione degli empi, lunga vita e
conforto nelle presenti amarezze al Sommo Pontefice Leone, al Pr.
Vescovo, che volle essere benigno con noi permettendoci quassù la s.
Messa; accennò pure all'onomastico dell'augusto Sovrano e per Lui
pure invitò a pregare, ed infine per tutti colà uniti ad adorare la
Croce, onde nell'estremo dì del giudizio tutti fossero alla destra
per essere benedetti da Gesù e seguire la Croce nella beatitudine
eterna. Finita la s. Messa, e recitati tre Pater ed Ave,
si ripeté da 10 mila petti la popolare invocazione: "Vi
adoro, o S. Croce" et reliqua. -Deposta poscia la Croce, e
portata per pochi minuti dal Clero, si discese dal monte per altra
via nel medesimo ordine, e si arrivò alla parrocchiale ad ore 11,
dove si celebrò la seconda s. messa dal m. r. parroco di Banale.
Ancora
innanzi il pranzo la massima parte del popolo fece ritorno alla
proprie case, e vi posso assicurare che non successe il minimo
inconveniente, neppure dal lato sanitario, ed il medico locale che fu
sopra luogo tra i divoti ne fu felice testimonio assieme alla
benemerita arma.
La
S. Croce resterà ancora esposta alla venerazione dei fedeli, e
domenica prossima dopo i vespri sarà risposta sul suo altare.
Confidiamo
in Dio che vorrà compiere i nostri voti mercé questa Croce santa,
concedendoci il resto della pioggia che ci abbisogna.
P.S. S.
Croce, 5 ottobre. Questa notte circa le 1, dopo una notte
lucentissima, d'improvviso si rannuvolò il cielo e ci mandò un po'
di pioggia, ritornando poscia sereno. E' una stilla di altra grazia
ed un nuovo argomento che da noi non si invoca invano questa Croce,
benedetta mille volte ed ora.”
La
Domenica susseguente, essendo anche la Festa della Madonna del S.
Rosario, dopo il Vespro e la predica, si portò per la via di
Bardiane la S. Croce dai confratelli, e dietro la Croce seguiva la
Sattua della Madonna del Rosario portata dai giovani come il solito.
Anche
in quest'ultima processione i confratelli vollero far almeno una
piccola parte di portatori e con santa gara si davano lo scambio
senza lagni e disordine.
In
Chiesa venne portata dai due Massari, dai due Direttori e da due
Maestri. Durante la processione i sacerdoti alternavano il canto
delle Litanie col Vexilla e lo Stabat Mater e, finita
la processione, la S. Croce fu risposta dai confratelli nel suo
altare e quindi incensata e si diede la benedizione colla S.
Reliquia. La notte fra il 7 ed 8 ottobre cadde la pioggia che
continuò poi dirotta il giorno 8 e 9 talmente che ridusse al nulla
la fiera di S. Eleuterio che pel solito si tiene a S. Croce con gran
concorso di animali e persone. Sicché anche questa volta si confermò
il detto giudicariese che: Cruce lata, pluvia data. Croce
portata, pioggia data.
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