domenica 13 gennaio 2013

III. Norme per le processioni colla S. Croce nelle grandi calamità


III Norme per le processioni colla S. Croce nelle grandi calamità

Incalzando la siccità od altra calamità (così espone D. Merli) si fanno le pubbliche preghiere in questo modo:
Anzitutto si fa un Triduo di esposizione del SS. Sacramento sotto la S. Messa all'albeggiare, cioè si espone il SS.mo, poi si celebra la S. Messa intanto che si recita la corona e si cantano le litanie di Maria Vergine, e dopo la S. Messa le litanie dei Santi, colle preci relative e il Tantum Ergo.
Nella seconda settimana un Triduo a S. Croce, colle medesime preghiere ed il Vexilla Regis se la funzione si fa sotto la S. Messa; se invece si fa la sera, si cantano le litanie dei Santi o il Miserere coll'anzi detto.
Nella terza settimana si fa un ottavario coll'esposizione del SS. Mo Sacramento come sopra e la Domenica seguente non venendo la pioggia, o non cessando la calamità, s'invitano in Canonica Parrocchiale le Rappresentanze Comunali del Bleggio per trattare sulla continuazione delle funzioni. Si farà un secondo triduo a S. Croce e il Venerdì si porterà la statua della Madonna Addolorata con questo rito: Una S. Messa cantata al proprio altare e poi la sera Vespro, predica analoga e processione per la via di Druedo, Vergonzo e Villa ritornando alla Chiesa parrocchiale. In processione si canta lo Stabat Mater, il Miserere ecc. Porteranno la S. Immagine i Confratelli dandosi il cambio a sei a sei.
Perdurando l'afflizione, la Domenica seguente si radunano di nuovo i Rappresentanti comunali in canonica e i Sindaci della Chiesa e della Compagnia del SS.mo Sacramento, (se si facesse in chiesa, la cerimonia diverrebbe ancora più commovente1) e si stabilisce pel Mercoledì seguente un giorno di 40 ore come si pratica la Domenica dopo l'Ascensione di ogni anno.
Chiusa questa funzione senza venir esauditi, si radunano di nuovo in Canonica (in Chiesa ancora meglio,) tutti gli anzi detti e fanno il Voto di portare il Venerdì la Santa Croce; il voto si fa ginocchioni e il Parroco lo esprime, ripetendo gli altri le stesse parole.
Poi subito vien levata Santa Croce dall'altare e vestita si depone nella Cappella, ed intanto le campane annunziano il voto emesso a tutta la Valle. Il parroco tosto scrive al Decano di Lomaso, al Parroco di Banale, al Curato di Stenico e a quello di Saone partecipando che il Venerdì mattina all'albeggiare partirà la processione dalla Chiesa parrocchiale di Bleggio; così pure il Capo-Comune lo parteciperà ai detti Capi-Comuni e partirà ancora la sera il servo comunale per la consegna degli avvisi.
Meglio sarà fare il voto o parteciparlo la Domenica e levar poi dall'altare la S. Croce il Mercoledì di sera. Deposta la Croce, i confratelli del SS.mo Sacramento a sei a sei la venerano e la custodiscono.
Essendo dodici le frazioni della compagnia, ciascun paese dovrà spedire i sei confratelli per due ore ogni giorno, osservando che i paesi vicini facciano le due ore di notte per così continuare finché viene riposta la Croce nel suo altare.
Il Venerdì, destinato alla processione, tre ore avanti giorno le campane annunziano la processione e i rev.di Sacerdoti cominciano a celebrare le SS. Messe trovandosi già in chiesa numeroso concorso di popolo da ogni parte.
All'alba arrivano le processioni di Saone, di Stenico (ed altre eventuali) che vengono incontrate dalla chiesa parrocchiale mediante un Sacerdote, due accoliti, la Croce e i confratelli del SS.mo Sacramento. La prima processione da ricevere si è quella di Saone, che poi gode il privilegio di star più vicina a S. Croce.
Indi comincia la processione generale verso il monte per la via di Quadra. Si sfilano i ragazzi, i quali recitano la corona a drappelli, guidati da un uomo, poi gli uomini egualmente, indi i confratelli con candela accesa, gonfaloni e stendardi. Il Clero, incensata la S. Croce, intona il Vexilla Regis ed il popolo risponde col Miserere, Stabat Mater ecc. tanto gli uomini che le donne. Inalberata sul monte la S. Croce, il celebrante vi pone ai piedi la Reliquia di S. Croce vera, si dà l'incenso e si canta il Vexilla ed il Miserere, intanto che arrivano tutte le donne.
Poi il Parroco recita ad alta voce il Confiteor e, baciando divotamente la Croce, sale sul pulpito ivi appositamente costruito e vi tiene al popolo numerosa una predica analoga sui castighi ecc.; questa è la migliore occasione di parlare al popolo; il terreno amplissimo si trova quindi ben preparato ed un oratore animato da vero spirito ne può raccogliere abbondantissimo frutto.
L'elemosina sì sul monte che in Chiesa va alla Chiesa parrocchiale per supplire alle spese della cera ecc. Intorno alla Croce, dal momento che è posta in venerazione, devono ardere giorno e notte quattro candele. Finita la predica, si canta di nuovo il Vexilla coll'Oremus analogo e si incensa; poi si abbassa Santa Croce ed intanto che sfila la processione si canta di nuovo il Vexilla rispondendo le donne collo Stabat Mater. I rev.di Sacerdoti la portano fino al rapido pendio, e poi la consegnano ai confratelli fino in capo allo Spiazzo della Chiesa parrocchiale, dove riprendono per l'ultima volta Santa Croce i rev.di Sacerdoti fino che la depongono nella Cappella.

(NB. Se sul monte vien concessa la celebrazione della S. Messa, come avvenne la prima volta quest'anno, allora la predica vien fatta al Vangelo della stessa rimanendo intatto tutto il rito sopra esposto. Nota d. C.).

Intanto il Clero, lasciata la Reliquia di S. Croce sull'altare di S. Croce, ritorna alla sagrestia, dove preparatosi il celebrante ed i leviti si canta la S. Messa solenne. (Se quella solenne fu cantata sul monte si celebra solo una Messa bassa. Nota del C.)
In quest'anno (1853) ai 19 agosto celebrò solennemente il rev.mo Decano di Lomaso, e il 2 settembre il rev.mo Parroco di Banale.
Dopo la messa si canta “O crux ave spes unica” si incensa la S. Reliquia e si dà la benedizione e così è finita questa sacra funzione.
Alle ore tre si canta coll'eposizione della Reliquia il Miserere, il Vexilla, si dà la benedizione e poi, chiusa così la funzione, parte la processione di Saone accompagnata dalla parrocchiale come nel riceverla, e così le altre processioni, se ve ne sono.

Santa Croce resta esposta fino alla Domenica di sera; dopo il Vespro e predica analoga, portata in processione nel giro del Corpus Domini, si ripone sul suo altare, dove risposta si canta “O Crux ave spes unica” si incensa, si recita l'Oremus della S. Croce, si dà la benedizione colla Reliquia. (Quest'ultima processione si fa nel caso, che ancora non abbia piovuto o non si sia ottenuta la grazia impetrata. N. del C.)

Per altro non v'è ricordo d'uomo, né tradizione, la quale metta in dubbio l'ottenimento delle grazie che si domandano, anzi tutti assicurano che sempre e poi sempre si ottenne la pioggia, o altra grazia chiesta, sicché è proverbiale presso i Giudicariesi il detto: Cruce lata, pluvia data.
In quest'anno 1853 si ebbe una pioggia di 8 ore la prima volta nel giorno che si levò la Croce dall'altare, e poi il cielo si fece di bronzo fino ai 2 settembre, giorno in cui fu portata la seconda volta sul monte; in questo giorno le campagne furono ristorate dall'acqua ed entro tre giorni cominciò poi una pioggia dirotta di quattro giorni da saziare anche i prati e l'alberatura.
Nel tempo che Santa Croce stette esposta, si ottennero oltre le grazie temporali, grazie spirituali segnalatissime. Tutti, tranne pochissimi rotti al vizio, si accostarono ai SS. Sacramenti colla massima divozione, e si vide un cambiamento consolantissimo universale, notato pure universalmente.

(Fin qui quello zelantissimo e santo uomo Don PELLEGRINO MERLI)


1. Nota del compilatore


Nessun commento:

Posta un commento