III
Norme per le processioni colla S. Croce nelle grandi calamità
Incalzando
la siccità od altra calamità (così espone D. Merli) si fanno le
pubbliche preghiere in questo modo:
Anzitutto
si fa un Triduo di esposizione del SS. Sacramento sotto la S. Messa
all'albeggiare, cioè si espone il SS.mo, poi si celebra la S. Messa
intanto che si recita la corona e si cantano le litanie di Maria
Vergine, e dopo la S. Messa le litanie dei Santi, colle preci
relative e il Tantum
Ergo.
Nella
seconda settimana un Triduo a S. Croce, colle medesime preghiere ed
il Vexilla
Regis
se la funzione si fa sotto la S. Messa; se invece si fa la sera, si
cantano le litanie dei Santi o il Miserere
coll'anzi detto.
Nella
terza settimana si fa un ottavario coll'esposizione del SS. Mo
Sacramento come sopra e la Domenica seguente non venendo la pioggia,
o non cessando la calamità, s'invitano in Canonica Parrocchiale le
Rappresentanze Comunali del Bleggio per trattare sulla continuazione
delle funzioni. Si farà un secondo triduo a S. Croce e il Venerdì
si porterà la statua della Madonna Addolorata con questo rito: Una
S. Messa cantata al proprio altare e poi la sera Vespro, predica
analoga e processione per la via di Druedo, Vergonzo e Villa
ritornando alla Chiesa parrocchiale. In processione si canta lo
Stabat Mater, il Miserere ecc. Porteranno la S.
Immagine i Confratelli dandosi il cambio a sei a sei.
Perdurando
l'afflizione, la Domenica seguente si radunano di nuovo i
Rappresentanti comunali in canonica e i Sindaci della Chiesa e della
Compagnia del SS.mo Sacramento, (se si facesse in chiesa, la
cerimonia diverrebbe ancora più commovente1)
e si stabilisce pel Mercoledì seguente un giorno di 40 ore come si
pratica la Domenica dopo l'Ascensione di ogni anno.
Chiusa
questa funzione senza venir esauditi, si radunano di nuovo in
Canonica (in Chiesa ancora meglio,) tutti gli anzi detti e fanno il
Voto di portare il Venerdì la Santa Croce; il voto si fa ginocchioni
e il Parroco lo esprime, ripetendo gli altri le stesse parole.
Poi
subito vien levata Santa Croce dall'altare e vestita si depone nella
Cappella, ed intanto le campane annunziano il voto emesso a tutta la
Valle. Il parroco tosto scrive al Decano di Lomaso, al Parroco di
Banale, al Curato di Stenico e a quello di Saone partecipando che il
Venerdì mattina all'albeggiare partirà la processione dalla Chiesa
parrocchiale di Bleggio; così pure il Capo-Comune lo parteciperà ai
detti Capi-Comuni e partirà ancora la sera il servo comunale per la
consegna degli avvisi.
Meglio
sarà fare il voto o parteciparlo la Domenica e levar poi dall'altare
la S. Croce il Mercoledì di sera. Deposta la Croce, i confratelli
del SS.mo Sacramento a sei a sei la venerano e la custodiscono.
Essendo
dodici le frazioni della compagnia, ciascun paese dovrà spedire i
sei confratelli per due ore ogni giorno, osservando che i paesi
vicini facciano le due ore di notte per così continuare finché
viene riposta la Croce nel suo altare.
Il
Venerdì, destinato alla processione, tre ore avanti giorno le
campane annunziano la processione e i rev.di Sacerdoti cominciano a
celebrare le SS. Messe trovandosi già in chiesa numeroso concorso di
popolo da ogni parte.
All'alba
arrivano le processioni di Saone, di Stenico (ed altre eventuali) che
vengono incontrate dalla chiesa parrocchiale mediante un Sacerdote,
due accoliti, la Croce e i confratelli del SS.mo Sacramento. La prima
processione da ricevere si è quella di Saone, che poi gode il
privilegio di star più vicina a S. Croce.
Indi
comincia la processione generale verso il monte per la via di Quadra.
Si sfilano i ragazzi, i quali recitano la corona a drappelli, guidati
da un uomo, poi gli uomini egualmente, indi i confratelli con candela
accesa, gonfaloni e stendardi. Il Clero, incensata la S. Croce,
intona il Vexilla Regis ed il popolo risponde col Miserere,
Stabat Mater ecc. tanto gli uomini che le donne. Inalberata sul
monte la S. Croce, il celebrante vi pone ai piedi la Reliquia di S.
Croce vera, si dà l'incenso e si canta il Vexilla ed il
Miserere, intanto che arrivano tutte le donne.
Poi
il Parroco recita ad alta voce il Confiteor e, baciando
divotamente la Croce, sale sul pulpito ivi appositamente costruito e
vi tiene al popolo numerosa una predica analoga sui castighi ecc.;
questa è la migliore occasione di parlare al popolo; il terreno
amplissimo si trova quindi ben preparato ed un oratore animato da
vero spirito ne può raccogliere abbondantissimo frutto.
L'elemosina
sì sul monte che in Chiesa va alla Chiesa parrocchiale per supplire
alle spese della cera ecc. Intorno alla Croce, dal momento che è
posta in venerazione, devono ardere giorno e notte quattro candele.
Finita la predica, si canta di nuovo il Vexilla coll'Oremus
analogo e si incensa; poi si abbassa Santa Croce ed intanto che sfila
la processione si canta di nuovo il Vexilla rispondendo le
donne collo Stabat Mater. I rev.di Sacerdoti la portano fino
al rapido pendio, e poi la consegnano ai confratelli fino in capo
allo Spiazzo della Chiesa parrocchiale, dove riprendono per l'ultima
volta Santa Croce i rev.di Sacerdoti fino che la depongono nella
Cappella.
(NB.
Se sul monte vien concessa la celebrazione della S. Messa, come
avvenne la prima volta quest'anno, allora la predica vien fatta al
Vangelo della stessa rimanendo intatto tutto il rito sopra esposto.
Nota d. C.).
Intanto
il Clero, lasciata la Reliquia di S. Croce sull'altare di S. Croce,
ritorna alla sagrestia, dove preparatosi il celebrante ed i leviti si
canta la S. Messa solenne. (Se quella solenne fu cantata sul monte si
celebra solo una Messa bassa. Nota del C.)
In
quest'anno (1853) ai 19 agosto celebrò solennemente il rev.mo Decano
di Lomaso, e il 2 settembre il rev.mo Parroco di Banale.
Dopo
la messa si canta “O crux ave spes unica” si incensa la S.
Reliquia e si dà la benedizione e così è finita questa sacra
funzione.
Alle
ore tre si canta coll'eposizione della Reliquia il Miserere, il
Vexilla, si dà la benedizione e poi, chiusa così la funzione, parte
la processione di Saone accompagnata dalla parrocchiale come nel
riceverla, e così le altre processioni, se ve ne sono.
Santa
Croce resta esposta fino alla Domenica di sera; dopo il Vespro e
predica analoga, portata in processione nel giro del Corpus
Domini, si ripone sul suo altare, dove risposta si canta “O
Crux ave spes unica” si incensa, si recita l'Oremus
della S. Croce, si dà la benedizione colla Reliquia. (Quest'ultima
processione si fa nel caso, che ancora non abbia piovuto o non si sia
ottenuta la grazia impetrata. N. del C.)
Per
altro non v'è ricordo d'uomo, né tradizione, la quale metta in
dubbio l'ottenimento delle grazie che si domandano, anzi tutti
assicurano che sempre e poi sempre si ottenne la pioggia, o
altra grazia chiesta, sicché è proverbiale presso i Giudicariesi il
detto: Cruce lata, pluvia data.
In
quest'anno 1853 si ebbe una pioggia di 8 ore la prima volta nel
giorno che si levò la Croce dall'altare, e poi il cielo si fece di
bronzo fino ai 2 settembre, giorno in cui fu portata la seconda volta
sul monte; in questo giorno le campagne furono ristorate dall'acqua
ed entro tre giorni cominciò poi una pioggia dirotta di quattro
giorni da saziare anche i prati e l'alberatura.
Nel
tempo che Santa Croce stette esposta, si ottennero oltre le grazie
temporali, grazie spirituali segnalatissime. Tutti, tranne pochissimi
rotti al vizio, si accostarono ai SS. Sacramenti colla massima
divozione, e si vide un cambiamento consolantissimo universale,
notato pure universalmente.
(Fin
qui quello zelantissimo e santo uomo Don PELLEGRINO
MERLI)
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