II.
Le
Processioni sul monte
Dalle
memorie lasciate dal benemerito Paroco di Bleggio m. rev. Don
Pellegrino Merli togliamo quanto segue:
“Santa
Croce venne portata sul monte di S. Martino in
ogni calamità
e sempre
si ottenne grazia, sicché i Giudicariesi vi prestano la massima
fede. Una tale funzione si fece otto
volte
a ricordo d'uomo - (D. Merli scriveva nel 1853) – nel 1796, nel
1800, nel 1809, nel 1817 ai 9 di maggio, quando non era per anco
caduta una goccia d'acqua in tutto quell'anno e si ottenne ancora in
quel giorno prodigiosamente; nel 1824, nel 1831, nel 1839, ed in
quest'anno 1853 ai 19 agosto, e ai 2 settembre, la seconda volta. La
prima volta non si ottenne una pioggia bastante, ma sufficiente a
tener vivi i prodotti delle campagne; la seconda si ebbe una pioggia
di quattro giorni, pioggia indispensabile anche all'alberatura.
Segnatamente nella seconda processione era massima la divozione a
misura del bisogno e molti erano saliti su quel monte a piè scalzi,
fino i vecchi decrepiti; concorsero 6000 persone”.
“Nel
1861 ai 23 agosto si portò un'altra volta la S. Croce sul monte con
un concorso non più veduto di oltre 7000 persone. Era sino dai 17
luglio che non cadeva una goccia d'acqua; ai 21 agosto fu fatto il
voto nel solito modo (come si dirà più sotto) e dopo un'ora cadde
un'ora di pioggia non bastante all'arsiccia terra, ma sufficiente a
temperare gli ardori insopportabili. Ai 24 poi, cioè il giorno dopo
la funzione, si ebbe la prodigiosa grazia contro ogni umana
aspettazione con cinque ore di pioggia saluberrima per le vite umane,
che pericolavano a motivo dell'eccessivo caldo, ed assai vantaggiosa
per le campagne”.
“La
domenica di sera ai 25 con un altro concorso di quasi tre mila
persone si fece la chiusa portando la S. Croce per Bardiane con
discorso analogo, e, riposta la Croce, si fece l'esposizione del SS.
Sacramento cantando il Te Deum. Nel giorno 23 cantò la S. Messa il
rev.mo Paroco di Banale e i rev.di curati di Saone, Stenico e S.
Lorenzo”.
“Anche
questa volta la divozione fu assai edificante; il sottoscritto Paroco
predicò sul monte sui flagelli pendenti a motivo dell'odierna
corruzione, ed alla chiusa sulla divina Providenza nel permettere
questi castighi; e poté con santa esultanza anche questa volta
ripetere la massima di questa parrocchia: Cruce
lata, pluvia data.
La pioggia poi abbondante cadde agli 11 di settembre”.
PELLEGRINO
MERLI PAROCO
Nel
luglio 1881, caduta ai 9 l'ultima pioggia, s'ebbe la minaccia d'una
siccità, che altrove invero fu assai sentita, ma che qui non lasciò
le temute conseguenze. Per implorare la pioggia furono tenute le
preghiere giusta l'ordine descritto (vedi più sotto) e si giunse
fino a portare nel venerdì la statua dell'Addolorata, in cui si ebbe
occasione nel discorso di scoprire le piaghe che meritavano la
calamità; nel dì seguente s'ebbe la pioggia ma non pari al bisogno,
per cui nella Domenica eransi annunziate le altre rituali funzioni,
ma in quello stesso dì e nel seguente avendo piovuto bastevolmente,
si ebbe invece motivo col canto del Te
Deum
di ringraziare il Signore. Ciò fu dopo il Vespro della solennità
dell'Assunzione di M. Vergine”. (Così il Paroco D. Nicolò
Guadagnini).
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