Almanacco Agrario pel 1894, pp. 159-168
Articolo di don Guetti sull'Almanacco Agrario pel 1894 in cui descrive i vantaggi riguardanti l'unirsi in Famiglie Cooperative e Casse Rurali portando gli esempi di quelle già esistenti. Nella seconda parte fa riferimento al mercato dei bachi da seta riportando le sue osservazioni per ottenere maggior profitto nella vendita dei bozzoli.
Vedete che cosa vuol dire essere nemici dell' ozio! Volano
i giorni, i mesi, gli anni, come fossero ore. L'anno scorso promisi
ai buoni lettori dell'Almanacco agrario di preparar loro qualche
cosa di più e con più sugo, e siamo ormai vicini alla fine di
settembre senza che mi sia venuto nemmeno il pensiero di mettere
un po' di nero sul bianco! Ci volle proprio il pungiglione del
proto, che con poca grazia ci viene avvertire esser tempo di mettere assieme alcunché anche pel futuro anno che sta alle porte.
Dunque, lasciamo lì altre cose, e veniamo a voi, vecchi e pazienti
amici. Prima però di scribacchiare queste chiacchiere, permettetemi
che vi auguri dal fondo del cuore, ed a nome dei soci compilatori, l' anno di grazia 1894 prospero e felice e proprio tale quale
voi l'augurate a noi.
Uniamoci.
Nel 1891, tra il resto, raccomandava al nostro contadino di
unirsi in società per migliorare moralmente e materialmente la
sua posizione sociale, giacché rimanendo egli isolato non potea a
meno di essere sempre la solita vittima del più furbo, o peggio
dell' affarismo collegato a suo danno.
Tra i modi di unione che veniva suggerendo, metteva tra i
primi le Casse rurali per prestiti e risparmio, e le Società cooperative di acquisto e smercio.
Quelle mie parole non caddero nel vuoto, e se non da per
tutto, in Giudicarie prima, ed ora in altri luoghi si tradussero
felicemente in pratica.
Nel 1891 veniva istituito a S. Croce un Consorzio cooperativo di acquisto e smercio di generi di prima e più comune necessità; nel dicembre 1892 veniva fondata a Quadra la prima Cassa
rurale di prestiti e risparmio, e nell' anno 1893 fino al momento
che scrivo vennero iscritti nei pubblici registri, e vivono felicemente d'una vita prospera e promettente altre numerose consorelle
cioè: La Società cooperativa rurale di Pieve di Bono con sede a
Creto; la Famiglia cooperatira di Lomaso con sede a Vigo; la
Famiglia cooperatina di Roncone con sede pure in Roncone; la
Famiglia cooperativa di Romarzollo con sede in Chiarano; la
Famiglia cooperativa di S. Lorenzo con sede ivi; e finalmente
la Famiglia cooperativa d' Oltresarca con sede in Bolognano.
Sono dunque società di cooperazione rurale nate e che progrediscono appunto per causa delle chiacchiere di D. Mentore.
Vedete che non è sempre male essere chiacchieroni, se si ottengono
simili fortunate conseguenze! Voi forse credete che me ne insuperbisca ovvero sia contento di tanto esito, ma no, sono indiscreto,
e non posso essere contento finché in tutto il nostro caro Trentino
non vedrò estesa questa salutare cooperazione.
Ripeto ancora quello che dissi nel 1891. In ogni paesello
ben amministrato non dovrebbero mancare oltre la Chiesa e la
Scuola, anche la Cassa rurale e la Famiglia cooperativa.
La Cassa rurale serve prima di tutto a insinuare perfino
nella tenera gioventù l'amore al risparmio, e poi ci prepara nelle
critiche circostanze della vita pronto quel denaro che ci occorre
nei più urgenti bisogni, senza cadere fra le unghie dell'usuraio
e senza dover ascendere ripetutamente tante scale più o meno
signorili.
La Famiglia cooperativa poi ci porta in paese al minor
costo possibile que' generi di cui abbisogniamo per vivere, e più ancora essa procura di smerciare col maggior vantaggio quel poco
di derrate od altro che avessimo in più.
Lo so, l' idea felice è entrata ormai in testa a tutti i nostri
contadini, e da tante parti corrono a D. Mentore perché venga
in loro aiuto per realizzarla nel loro paese. Ma capirete anche voi
che il dono dell'onnipresenza od almeno della bilocazione da
Domine Iddio non si concesse che rare volte a qualche gran santo,
ed io, lo dico subito, santo non sono, ma semplice mortale, che
lavora e scrive però coll'intenzione buona di esserlo almeno un
giorno, quando piacerà a Lui di toglierlo da queste miserie umane.
Quindi per tutti coloro, che avessero bisogno di me, vi possono
supplire benissimo gli statuti di queste società già stampati sull'Almanacco e nel Bollettino del Consiglio prov. d'Agricoltura ed
in parte dilucidate da altre chiacchiere stampate sulla Famiglia
Cristiana e tirate in opuscolo vendibile presso il Consorzio agrario distrettuale di S. Croce, dalla Presidenza del quale si potranno avere in ogni tempo risposte ed istruzioni che fossero
necessarie in ogni caso eventuale. Che si vuole di più? Basta
adunque che in qualche luogo o paese vi sieno dei bene intenzionati e capaci di sacrificarsi pel pubblico benessere e la cosa è
subito fatta.
Il nostro contadino però cammina sempre coi piedi di piombo,
e non fa primavera alla prima rondine che vede; ed io gli do
piena ragione ; so però che si piega quando vede numerosi fatti
che parlano e quindi, lasciando le parole che sono femmine, veniamo ai fatti che son maschi.
La Cassa rurale di prestiti e risparmio di Quadra ebbe vita
alla metà di dicembre 1892 e si costituì con soli 18 soci, che
pagarono la tassa sociale accessibile ad ogni borsa di fiorini uno.
La garanzia però che dà il socio è illimitata, e quindi di tutto
il suo avere, cosa necessaria allo scopo, ma che in pratica non
deve spaventare nissuno, come non spaventa niente affatto i 40
e più soci che conta al presente.
Il paese di Quadra, per chi nol sapesse, è composto di 4
frazioni che formano in tutto 820 anime, ed abitato da soli contadini tutti occupati nel cercare il miglior modo di arrivare a
S. Silvestro con minor brutta figura possibile. Dunque non vi
sono nè grossi capitalisti, nè grossi proprietari, tutt'altro. Ebbene;
fu istituita la Cassa rurale di prestiti e risparmio, e se questa da
principio ebbe bisogno di capitali, avuti graziosamente dalla Cassa
di risparmio di Trento; ora vive e prospera da sè, ed il bilancio
assunto al 31 agosto segna queste cifre eloquenti:
Dunque in meno di 9 mesi sono entrati in cassa fiorini
6421.59 ½ ossia Corone 12843.19 delle quali furono mutuate regolarmente ai soci 4881 con altre in conto corrente per 1682.16.
I denari capitalizzati fin qui si limitano a basse cifre; il
massimo a Cor. 600, il minimo a Cor. 40; in media Cor. 200. I
depositi variano dalla poche Corone dei ragazzi, al maggior deposito di Corone 500.
Sopra 50 libretti a risparmio, se ne trovano 10 di teneri
capitalisti che ebbero principio con Cor. 1 o meno, ed ora contano chi 5, chi 8, chi 15 Corone di deposito. I denarucci destinati
alle ghiottonerie, al giuoco delle buche, del sassetto, e delle croci
e parole, passarono al sicuro e concorrono a sollevare le miserie
del popolano bisognoso e socio della Cassa rurale.
Ora quello che si fece a Quadra, non può esser fatto e
meglio in tanti altri luoghi, anzi nella maggior parte dei luoghi
del Trentino? Bando dunque all'inerzia, all'indifferenza, ai timori,
avanti con coraggio sulla via del vero benessere; chi s'aiuta Iddio
l'aiuta, e la Cassa rurale faccia una fortunata triplice in ogni
paese ove v'è una Chiesa ed una Scuola.
Il nostro contadino sembra nutrire più simpatie pella Società
di cooperazione di acquisto e smercio che per le Casse rurali; e
ciò forse perché tocca con mano subito il vantaggio delle prime
più che delle seconde. Però Don Mentore, sebbene amico di tutte,
preferisce le Casse rurali, perché queste devono preparare la via
a quelle. Anzi le Casse rurali sono chiamate in modo speciale ad
aiutare le Famiglie cooperative, imperocchè a queste si possono
passare con buon frutto que' denari che sovrabbondassero ai mutui
chiesti dai soci e depositati nelle Casse rurali.
Ad ogni modo però una o l'altra di queste associazioni
rurali non dovrebbe mancare giammai in ogni parocchia almeno.
Le difficoltà dell'impianto sono assai minori pelle Casse rurali,
che per le Famiglie cooperative. Basta che una persona istruita,
come sarebbe il curato del luogo, il maestro della scuola, il segretario comunale, od altri qualsiasi di buona volontà e condotta
morale prenda l'iniziativa, legga e rilegga gli statuti e l'opuscolo
della Cooperazione rurale, e se desidera ancora faccia una visita
alla Cassa esistente in Quadra, e tosto la cosa si incamminerà
alla fortunata meta.
Si temeva che questa specie di cooperazione rurale, le Casse
a sistema Raiffeisen, non facesse buona prova da noi, ma il fatto
ora dimostra il contrario, e bastò l' iniziativa di una sola persona per provare che quello che succede a buon profitto altrove,
può riuscire anche da noi.
Quello che superò poi l'aspettativa fu ed è il movimento
frettoloso avvenuto specialmente quest'anno nella fondazione delle
Società cooperative per smercio ed acquisto, e che ora con bel
nome noi chiameremo «Le Famiglie cooperative».
Queste, come si disse, sono ora 8; due di recentissima istituzione le altre già incamminate nei loro prosperi affari.
La prima società di questo genere, il Consorzio cooperativo
di S. Croce, fu la scintilla a tanto incendio. Col pubblicare trimestralmente da principio, poscia ogni sei mesi, lo stato della
azienda ed il resoconto, giovò assai a persuadere i nostri agricoltori dei vantaggi di questa cooperazione.
Il riportare di nuovo sull'Almanacco quelle cifre eloquenti
non sarà inutile, anzi un argomento dei più convincenti.
Eccomi quindi pronto a farlo di buona voglia.
Sull'esempio della sorella più anziana camminano con pari
passo le altre sorelle più giovani delle quali nissuna ha uno smercio minore di fiorini mille al mese.
Fino a questo momento siamo in caso di esporre il risultato di quelle soltanto che ebbero principio nel corso del primo
semestre del corrente anno. Eccone i buoni risultati.
A simili risultati, non v'ha dubbio, arriveranno anche le
altre quattro sorelle or ora nate. Intanto nelle sole Giudicarie abbiamo 617 famiglie unite in società per acquistare al minor costo
possibile i generi loro necessari alla vita e per smerciare col miglior
vantaggio quelle derrate che loro sovrabbondassero. Altre famiglie
sono ora associate mediante la Famiglia cooperativa di S. Lorenzo
in Banale, e speriamo che nel bel numero presto si vedranno
ancor quelle di Tione e di Rendena.
Anche i contadini della Conca d' oro del Trentino, l'Archese,
si mossero numerosi di quà e di là del Sarca e si affratellarono in
due Famiglie con sede a Chiarano ed a Bolognano. Questi sono
esempi che non hanno bisogno di altre parole per essere ovunque
imitati, e quindi, concludendo, dirò a tutti i contadini delle nostre
vallate, se questi e quelli poterono far tanto e perché non lo potrete voi altri ancora? Tutto sta nel volere, perché anche qui vale
il detto volere è potere. Il vostro D. Mentore, che ormai va invecchiando, per quanto potrà nella sua pochezza, non mancherà di
aiutare i volonterosi, e nel caso concreto, ove occorresse, presterà
ben di buon grado la sua mano o la sua parola, sperando così
far del bene duraturo a questo buon popolo e meritarsi poi un
piccolo posto in paradiso.
Dunque uniamoci per Dio e per la patria, e avanti!
*
* *
Avevo già chiusa la mia chiacchierata per quest'anno, quando
i miei soliti amici seccatori vollero che vi aggiunga ancora una
coda sopra un'altra vertenza di palpitante attualità. Vogliono cioè
che dica due parole sul modo di regolare in miglior maniera il nostro mercato de' bozzoli, il quale com'è al presente si presenta assai
disastroso ai producenti. Dirò anche qui adunque netta e schietta
la mia parola, senza pretesa di voler far valere la mia opinione.
Non v'ha dubbio, anzitutto, sull'importanza della coltura
del baco da seta qui da noi. Essa si presenta ancora un buon
cespite d' entrata tantopiù, inquantochè cade in un' epoca in cui
il nostro popolo non saprebbe come altrimenti mettere assieme
quattro soldi. Ogni anno va maggiormente divulgandosi e progredendo la bachicoltura, specialmente per quel che riguarda le razze
classiche; soltanto in questi due ultimi anni però abbiamo potuto
constatare che nella gran maggioranza dominarono qui da noi
buoni incroci, con molte partite bellissime di pure razze gialle e
bianche. Anche il filandiere fa più buon occhio a quest'ultime e
ne aumenta d'assai il prezzo. Ma ad onta di ciò non si vede
ancora quel progresso parallelo della buona qualità del bozzolo e
del suo relativo prezzo in generale. In certe vallate poi il mercato
bozzoli è lasciato affatto in balìa dei pochi acquirenti, che previamente si abboccano, si combinano e congiurano a tutto danno
del producente.
È inutile qui venire a fatti specializzati, chè il lettore per
esperienza ne avrà alla mano in quantità. Ora si tratta di porre
un rimedio a questo disordine e in maniera equa da poter contentare ambedue le parti. Ove sono possibili i mercati de' bozzoli
la cosa si combina da sé; da noi ciò è per lo meno impossibile,
generalmente parlando, ed al presente; dunque bisogna cercare
altro modo attuabile. Questo si presenta benissimo per mezzo della
cooperazione. Le Famiglie cooperative lo possono fare a mezzo dei
loro statuti; qualcuna ha tentato già di farlo, e ne ebbe un buon
esito; ma assai meglio la faccenda può riuscire se l'affare viene
diretto dal Consiglio provinciale d' agricoltura e dai rispettivi Consorzi agrari distrettuali. Il Consiglio fino a qui, e giustamente,
pose sua cura speciale nel preparare buon seme-bachi, ed ora che
sta per ultimarsi l'Istituto bacologico, ne potrà confezionare anche
in maggior quantità; ma la sua cura e premura non deve ora fermarsi a questo solo, deve ancora estenderla al modo di smerciare
a giusto prezzo que' bozzoli che il contadino ricava da questo
seme. Quando il bachicoltore sa in precedenza che il Consiglio di
agricoltura e rispettivamente il Consorzio agrario distrettuale si
prende a cura lo smercio de' bozzoli che si otterranno dal seme
distribuito dallo stesso Consiglio, non solo preferirà di farne provvista presso di lui, ma con più amore e cura ne farà la coltivazione per poter stare alla portata di averne quel prezzo che verrebbe fissato poscia secondo la qualità.
Giacché, è bene lo sappia l' allevatore, non tutti i prodotti
in bozzoli provenienti dal medesimo seme sono eguali e degni
quindi del medesimo prezzo, ma solo lo saranno quelli che furono
ottenuti applicando tutte le norme prescritte per un razionale
allevamento. Ancora; la qualità della seta varia in bontà dalle
differenti posizioni topografiche, e se quella alla pianura ed in
paesi solatii e caldi riesce più morbida e gentile, quella al monte
od in paesi più freschi mantiensi più ruvida e quindi eguale non
potrà esserne il prezzo de' bozzoli. La differenza però non può
essere grande, e non sempre eguale ogni anno, perché si muta
giusta il procedere delle stagioni, e quindi anche i relativi prezzi
dovrebbero variare di tanto. Questo divario verrebbe di anno in
anno eruito dalle prove da farsi alla filanda da persone competenti e disinteressate le quali assieme poi al Consiglio provinciale
formerebbero i relativi prezzi. Ciò premesso ecco la mia proposta:
Il Consiglio provinciale d' agricoltura, Sezione di Trento,
giusta la qualità de' bozzoli consegnati a mezzo dei rispettivi
Consorzi o Società cooperative, ne stabilisce il prezzo, e ne procura lo smercio sia presso i filandieri indigeni, che eventualmente
all'estero; ed inizia intanto l'importante azienda coi prodotti
avuti dal seme da esso confezionato e distribuito ancora nella
campagna bacologica 1894.
Sarà questo un pio desiderio od una bella realtà? Un non
lontano avvenire ce lo dirà; noi confidiamo nel patriottismo e
nella provata attività delle persone benemerite che presiedono al
Consiglio, ed alla testa dei nostri Consorzi agrari distr. e siamo
sicuri che le nostre speranze si adempiranno e con ciò si renderà
ben più felice l'anno di salute 1894 di fronte ai testè passati.
Non si facciano le meraviglie, i buoni lettori, se D. Mentore,
sebbene sacerdote, si framette in queste cose materiali, come
quelle che facessero a calci alla sua missione. Altro è il pensare,
il parlare ed il trattare di queste cose con troppo calore da anteporle ai propri doveri, altro è il concorrere al maggior benessere del popolo anche dal lato materiale, per promuovere il bene
comune in generale o quello religioso in particolare. E vi posso
dire che colle società cooperative fondate con lo spirito del Vangelo, quali sono le nostre, questo si vantaggia assai; e perciò
credo appuntino di ubbidire al detto di S. Gregorio Magno il
quale osservava «che certamente la sollecitudine delle cose interne, non ci deve fare abbandonare la provvidenza delle esterne; specialmente quando si tratta della difesa della religione o del bene pubblico, non bisogna trasandare que' mezzi, quegli aiuti che le circostanze di tempo e di luogo possono offrire».
Dunque anche qui avanti senza timori di sorta ; la nostra
bandiera su cui sta scritto Dio e Patria deve essere la nostra
salvezza.
D. Mentore.
Mentre le bozze stavano per essere definitivamente passate al proto per
la stampa, Don Mentore ci partecipa che ancora entro l' anno vedranno la luce
due altre Casse rurali di prestito e risparmio e precisamente una in Fiavè e
l'altra in Roncone in Giudicarie.
Bravi i nostri gindicariesi; sempre nelle prime file per Iddio e per la
Patria! Imitiamone tutti l' esempio. (Nota della Redazione).
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