giovedì 20 aprile 2017

Don Mentore ai lettori

Almanacco Agrario pel 1894, pp. 159-168
Articolo di don Guetti sull'Almanacco Agrario pel 1894 in cui descrive i vantaggi riguardanti l'unirsi in Famiglie Cooperative e Casse Rurali portando gli esempi di quelle già esistenti. Nella seconda parte fa riferimento al mercato dei bachi da seta riportando le sue osservazioni per ottenere maggior profitto nella vendita dei bozzoli.

Vedete che cosa vuol dire essere nemici dell' ozio! Volano i giorni, i mesi, gli anni, come fossero ore. L'anno scorso promisi ai buoni lettori dell'Almanacco agrario di preparar loro qualche cosa di più e con più sugo, e siamo ormai vicini alla fine di settembre senza che mi sia venuto nemmeno il pensiero di mettere un po' di nero sul bianco! Ci volle proprio il pungiglione del proto, che con poca grazia ci viene avvertire esser tempo di mettere assieme alcunché anche pel futuro anno che sta alle porte. Dunque, lasciamo lì altre cose, e veniamo a voi, vecchi e pazienti amici. Prima però di scribacchiare queste chiacchiere, permettetemi che vi auguri dal fondo del cuore, ed a nome dei soci compilatori, l' anno di grazia 1894 prospero e felice e proprio tale quale voi l'augurate a noi. 
Uniamoci. 
Nel 1891, tra il resto, raccomandava al nostro contadino di unirsi in società per migliorare moralmente e materialmente la sua posizione sociale, giacché rimanendo egli isolato non potea a meno di essere sempre la solita vittima del più furbo, o peggio dell' affarismo collegato a suo danno. 
Tra i modi di unione che veniva suggerendo, metteva tra i primi le Casse rurali per prestiti e risparmio, e le Società cooperative di acquisto e smercio. 
Quelle mie parole non caddero nel vuoto, e se non da per tutto, in Giudicarie prima, ed ora in altri luoghi si tradussero felicemente in pratica. 
Nel 1891 veniva istituito a S. Croce un Consorzio cooperativo di acquisto e smercio di generi di prima e più comune necessità; nel dicembre 1892 veniva fondata a Quadra la prima Cassa rurale di prestiti e risparmio, e nell' anno 1893 fino al momento che scrivo vennero iscritti nei pubblici registri, e vivono felicemente d'una vita prospera e promettente altre numerose consorelle cioè: La Società cooperativa rurale di Pieve di Bono con sede a Creto; la Famiglia cooperatira di Lomaso con sede a Vigo; la Famiglia cooperatina di Roncone con sede pure in Roncone; la Famiglia cooperativa di Romarzollo con sede in Chiarano; la Famiglia cooperativa di S. Lorenzo con sede ivi; e finalmente la Famiglia cooperativa d' Oltresarca con sede in Bolognano
Sono dunque società di cooperazione rurale nate e che progrediscono appunto per causa delle chiacchiere di D. Mentore. Vedete che non è sempre male essere chiacchieroni, se si ottengono simili fortunate conseguenze! Voi forse credete che me ne insuperbisca ovvero sia contento di tanto esito, ma no, sono indiscreto, e non posso essere contento finché in tutto il nostro caro Trentino non vedrò estesa questa salutare cooperazione. 
Ripeto ancora quello che dissi nel 1891. In ogni paesello ben amministrato non dovrebbero mancare oltre la Chiesa e la Scuola, anche la Cassa rurale e la Famiglia cooperativa. 
La Cassa rurale serve prima di tutto a insinuare perfino nella tenera gioventù l'amore al risparmio, e poi ci prepara nelle critiche circostanze della vita pronto quel denaro che ci occorre nei più urgenti bisogni, senza cadere fra le unghie dell'usuraio e senza dover ascendere ripetutamente tante scale più o meno signorili. 
La Famiglia cooperativa poi ci porta in paese al minor costo possibile que' generi di cui abbisogniamo per vivere, e più ancora essa procura di smerciare col maggior vantaggio quel poco di derrate od altro che avessimo in più. 
Lo so, l' idea felice è entrata ormai in testa a tutti i nostri contadini, e da tante parti corrono a D. Mentore perché venga in loro aiuto per realizzarla nel loro paese. Ma capirete anche voi che il dono dell'onnipresenza od almeno della bilocazione da Domine Iddio non si concesse che rare volte a qualche gran santo, ed io, lo dico subito, santo non sono, ma semplice mortale, che lavora e scrive però coll'intenzione buona di esserlo almeno un giorno, quando piacerà a Lui di toglierlo da queste miserie umane. Quindi per tutti coloro, che avessero bisogno di me, vi possono supplire benissimo gli statuti di queste società già stampati sull'Almanacco e nel Bollettino del Consiglio prov. d'Agricoltura ed in parte dilucidate da altre chiacchiere stampate sulla Famiglia Cristiana e tirate in opuscolo vendibile presso il Consorzio agrario distrettuale di S. Croce, dalla Presidenza del quale si potranno avere in ogni tempo risposte ed istruzioni che fossero necessarie in ogni caso eventuale. Che si vuole di più? Basta adunque che in qualche luogo o paese vi sieno dei bene intenzionati e capaci di sacrificarsi pel pubblico benessere e la cosa è subito fatta. 
Il nostro contadino però cammina sempre coi piedi di piombo, e non fa primavera alla prima rondine che vede; ed io gli do piena ragione ; so però che si piega quando vede numerosi fatti che parlano e quindi, lasciando le parole che sono femmine, veniamo ai fatti che son maschi. 
La Cassa rurale di prestiti e risparmio di Quadra ebbe vita alla metà di dicembre 1892 e si costituì con soli 18 soci, che pagarono la tassa sociale accessibile ad ogni borsa di fiorini uno. La garanzia però che dà il socio è illimitata, e quindi di tutto il suo avere, cosa necessaria allo scopo, ma che in pratica non deve spaventare nissuno, come non spaventa niente affatto i 40 e più soci che conta al presente. 
Il paese di Quadra, per chi nol sapesse, è composto di 4 frazioni che formano in tutto 820 anime, ed abitato da soli contadini tutti occupati nel cercare il miglior modo di arrivare a S. Silvestro con minor brutta figura possibile. Dunque non vi sono nè grossi capitalisti, nè grossi proprietari, tutt'altro. Ebbene; fu istituita la Cassa rurale di prestiti e risparmio, e se questa da principio ebbe bisogno di capitali, avuti graziosamente dalla Cassa di risparmio di Trento; ora vive e prospera da sè, ed il bilancio assunto al 31 agosto segna queste cifre eloquenti:



Dunque in meno di 9 mesi sono entrati in cassa fiorini 6421.59 ½ ossia Corone 12843.19 delle quali furono mutuate regolarmente ai soci 4881 con altre in conto corrente per 1682.16. 
I denari capitalizzati fin qui si limitano a basse cifre; il massimo a Cor. 600, il minimo a Cor. 40; in media Cor. 200. I depositi variano dalla poche Corone dei ragazzi, al maggior deposito di Corone 500. 
Sopra 50 libretti a risparmio, se ne trovano 10 di teneri capitalisti che ebbero principio con Cor. 1 o meno, ed ora contano chi 5, chi 8, chi 15 Corone di deposito. I denarucci destinati alle ghiottonerie, al giuoco delle buche, del sassetto, e delle croci e parole, passarono al sicuro e concorrono a sollevare le miserie del popolano bisognoso e socio della Cassa rurale. 
Ora quello che si fece a Quadra, non può esser fatto e meglio in tanti altri luoghi, anzi nella maggior parte dei luoghi del Trentino? Bando dunque all'inerzia, all'indifferenza, ai timori, avanti con coraggio sulla via del vero benessere; chi s'aiuta Iddio l'aiuta, e la Cassa rurale faccia una fortunata triplice in ogni paese ove v'è una Chiesa ed una Scuola. 
Il nostro contadino sembra nutrire più simpatie pella Società di cooperazione di acquisto e smercio che per le Casse rurali; e ciò forse perché tocca con mano subito il vantaggio delle prime più che delle seconde. Però Don Mentore, sebbene amico di tutte, preferisce le Casse rurali, perché queste devono preparare la via a quelle. Anzi le Casse rurali sono chiamate in modo speciale ad aiutare le Famiglie cooperative, imperocchè a queste si possono passare con buon frutto que' denari che sovrabbondassero ai mutui chiesti dai soci e depositati nelle Casse rurali. 
Ad ogni modo però una o l'altra di queste associazioni rurali non dovrebbe mancare giammai in ogni parocchia almeno. Le difficoltà dell'impianto sono assai minori pelle Casse rurali, che per le Famiglie cooperative. Basta che una persona istruita, come sarebbe il curato del luogo, il maestro della scuola, il segretario comunale, od altri qualsiasi di buona volontà e condotta morale prenda l'iniziativa, legga e rilegga gli statuti e l'opuscolo della Cooperazione rurale, e se desidera ancora faccia una visita alla Cassa esistente in Quadra, e tosto la cosa si incamminerà alla fortunata meta. 
Si temeva che questa specie di cooperazione rurale, le Casse a sistema Raiffeisen, non facesse buona prova da noi, ma il fatto ora dimostra il contrario, e bastò l' iniziativa di una sola persona per provare che quello che succede a buon profitto altrove, può riuscire anche da noi. 
Quello che superò poi l'aspettativa fu ed è il movimento frettoloso avvenuto specialmente quest'anno nella fondazione delle Società cooperative per smercio ed acquisto, e che ora con bel nome noi chiameremo «Le Famiglie cooperative». 
Queste, come si disse, sono ora 8; due di recentissima istituzione le altre già incamminate nei loro prosperi affari. 
La prima società di questo genere, il Consorzio cooperativo di S. Croce, fu la scintilla a tanto incendio. Col pubblicare trimestralmente da principio, poscia ogni sei mesi, lo stato della azienda ed il resoconto, giovò assai a persuadere i nostri agricoltori dei vantaggi di questa cooperazione. 
Il riportare di nuovo sull'Almanacco quelle cifre eloquenti non sarà inutile, anzi un argomento dei più convincenti. 
Eccomi quindi pronto a farlo di buona voglia.

Sull'esempio della sorella più anziana camminano con pari passo le altre sorelle più giovani delle quali nissuna ha uno smercio minore di fiorini mille al mese. 
Fino a questo momento siamo in caso di esporre il risultato di quelle soltanto che ebbero principio nel corso del primo semestre del corrente anno. Eccone i buoni risultati. 

A simili risultati, non v'ha dubbio, arriveranno anche le altre quattro sorelle or ora nate. Intanto nelle sole Giudicarie abbiamo 617 famiglie unite in società per acquistare al minor costo possibile i generi loro necessari alla vita e per smerciare col miglior vantaggio quelle derrate che loro sovrabbondassero. Altre famiglie sono ora associate mediante la Famiglia cooperativa di S. Lorenzo in Banale, e speriamo che nel bel numero presto si vedranno ancor quelle di Tione e di Rendena.
Anche i contadini della Conca d' oro del Trentino, l'Archese, si mossero numerosi di quà e di là del Sarca e si affratellarono in due Famiglie con sede a Chiarano ed a Bolognano. Questi sono esempi che non hanno bisogno di altre parole per essere ovunque imitati, e quindi, concludendo, dirò a tutti i contadini delle nostre vallate, se questi e quelli poterono far tanto e perché non lo potrete voi altri ancora? Tutto sta nel volere, perché anche qui vale il detto volere è potere. Il vostro D. Mentore, che ormai va invecchiando, per quanto potrà nella sua pochezza, non mancherà di aiutare i volonterosi, e nel caso concreto, ove occorresse, presterà ben di buon grado la sua mano o la sua parola, sperando così far del bene duraturo a questo buon popolo e meritarsi poi un piccolo posto in paradiso. Dunque uniamoci per Dio e per la patria, e avanti! 
* * * 
Avevo già chiusa la mia chiacchierata per quest'anno, quando i miei soliti amici seccatori vollero che vi aggiunga ancora una coda sopra un'altra vertenza di palpitante attualità. Vogliono cioè che dica due parole sul modo di regolare in miglior maniera il nostro mercato de' bozzoli, il quale com'è al presente si presenta assai disastroso ai producenti. Dirò anche qui adunque netta e schietta la mia parola, senza pretesa di voler far valere la mia opinione. 
Non v'ha dubbio, anzitutto, sull'importanza della coltura del baco da seta qui da noi. Essa si presenta ancora un buon cespite d' entrata tantopiù, inquantochè cade in un' epoca in cui il nostro popolo non saprebbe come altrimenti mettere assieme quattro soldi. Ogni anno va maggiormente divulgandosi e progredendo la bachicoltura, specialmente per quel che riguarda le razze classiche; soltanto in questi due ultimi anni però abbiamo potuto constatare che nella gran maggioranza dominarono qui da noi buoni incroci, con molte partite bellissime di pure razze gialle e bianche. Anche il filandiere fa più buon occhio a quest'ultime e ne aumenta d'assai il prezzo. Ma ad onta di ciò non si vede ancora quel progresso parallelo della buona qualità del bozzolo e del suo relativo prezzo in generale. In certe vallate poi il mercato bozzoli è lasciato affatto in balìa dei pochi acquirenti, che previamente si abboccano, si combinano e congiurano a tutto danno del producente. 
È inutile qui venire a fatti specializzati, chè il lettore per esperienza ne avrà alla mano in quantità. Ora si tratta di porre un rimedio a questo disordine e in maniera equa da poter contentare ambedue le parti. Ove sono possibili i mercati de' bozzoli la cosa si combina da sé; da noi ciò è per lo meno impossibile, generalmente parlando, ed al presente; dunque bisogna cercare altro modo attuabile. Questo si presenta benissimo per mezzo della cooperazione. Le Famiglie cooperative lo possono fare a mezzo dei loro statuti; qualcuna ha tentato già di farlo, e ne ebbe un buon esito; ma assai meglio la faccenda può riuscire se l'affare viene diretto dal Consiglio provinciale d' agricoltura e dai rispettivi Consorzi agrari distrettuali. Il Consiglio fino a qui, e giustamente, pose sua cura speciale nel preparare buon seme-bachi, ed ora che sta per ultimarsi l'Istituto bacologico, ne potrà confezionare anche in maggior quantità; ma la sua cura e premura non deve ora fermarsi a questo solo, deve ancora estenderla al modo di smerciare a giusto prezzo que' bozzoli che il contadino ricava da questo seme. Quando il bachicoltore sa in precedenza che il Consiglio di agricoltura e rispettivamente il Consorzio agrario distrettuale si prende a cura lo smercio de' bozzoli che si otterranno dal seme distribuito dallo stesso Consiglio, non solo preferirà di farne provvista presso di lui, ma con più amore e cura ne farà la coltivazione per poter stare alla portata di averne quel prezzo che verrebbe fissato poscia secondo la qualità. 
Giacché, è bene lo sappia l' allevatore, non tutti i prodotti in bozzoli provenienti dal medesimo seme sono eguali e degni quindi del medesimo prezzo, ma solo lo saranno quelli che furono ottenuti applicando tutte le norme prescritte per un razionale allevamento. Ancora; la qualità della seta varia in bontà dalle differenti posizioni topografiche, e se quella alla pianura ed in paesi solatii e caldi riesce più morbida e gentile, quella al monte od in paesi più freschi mantiensi più ruvida e quindi eguale non potrà esserne il prezzo de' bozzoli. La differenza però non può essere grande, e non sempre eguale ogni anno, perché si muta giusta il procedere delle stagioni, e quindi anche i relativi prezzi dovrebbero variare di tanto. Questo divario verrebbe di anno in anno eruito dalle prove da farsi alla filanda da persone competenti e disinteressate le quali assieme poi al Consiglio provinciale formerebbero i relativi prezzi. Ciò premesso ecco la mia proposta: 
Il Consiglio provinciale d' agricoltura, Sezione di Trento, giusta la qualità de' bozzoli consegnati a mezzo dei rispettivi Consorzi o Società cooperative, ne stabilisce il prezzo, e ne procura lo smercio sia presso i filandieri indigeni, che eventualmente all'estero; ed inizia intanto l'importante azienda coi prodotti avuti dal seme da esso confezionato e distribuito ancora nella campagna bacologica 1894. 
Sarà questo un pio desiderio od una bella realtà? Un non lontano avvenire ce lo dirà; noi confidiamo nel patriottismo e nella provata attività delle persone benemerite che presiedono al Consiglio, ed alla testa dei nostri Consorzi agrari distr. e siamo sicuri che le nostre speranze si adempiranno e con ciò si renderà ben più felice l'anno di salute 1894 di fronte ai testè passati. 
Non si facciano le meraviglie, i buoni lettori, se D. Mentore, sebbene sacerdote, si framette in queste cose materiali, come quelle che facessero a calci alla sua missione. Altro è il pensare, il parlare ed il trattare di queste cose con troppo calore da anteporle ai propri doveri, altro è il concorrere al maggior benessere del popolo anche dal lato materiale, per promuovere il bene comune in generale o quello religioso in particolare. E vi posso dire che colle società cooperative fondate con lo spirito del Vangelo, quali sono le nostre, questo si vantaggia assai; e perciò credo appuntino di ubbidire al detto di S. Gregorio Magno il quale osservava «che certamente la sollecitudine delle cose interne, non ci deve fare abbandonare la provvidenza delle esterne; specialmente quando si tratta della difesa della religione o del bene pubblico, non bisogna trasandare que' mezzi, quegli aiuti che le circostanze di tempo e di luogo possono offrire». 
Dunque anche qui avanti senza timori di sorta ; la nostra bandiera su cui sta scritto Dio e Patria deve essere la nostra salvezza.
D. Mentore. 

Mentre le bozze stavano per essere definitivamente passate al proto per la stampa, Don Mentore ci partecipa che ancora entro l' anno vedranno la luce due altre Casse rurali di prestito e risparmio e precisamente una in Fiavè e l'altra in Roncone in Giudicarie. Bravi i nostri gindicariesi; sempre nelle prime file per Iddio e per la Patria! Imitiamone tutti l' esempio. (Nota della Redazione).

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